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N. 29 - Capri

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impegnati ad interpretare la bellezza popolare<br />

del paesaggio napoletano. Così, se tra<br />

la riviera di Chiaia e San Martino lavorano<br />

i maestri della Scuola di Posillipo come Filippo<br />

Palizzi e Giacinto Gigante, alcuni loro<br />

colleghi si dedicano espressamente alla magia<br />

di <strong>Capri</strong>, come il pittore siciliano Antonino<br />

Leto (1844-1913) che si trasferisce definitivamente<br />

sull’isola nel 1882, per dipingerne<br />

gli angoli più suggestivi. Un altro grande<br />

fan dei faraglioni è Giuseppe Garelli (1858-<br />

1921), interessato soprattutto alla qualità<br />

della luce mediterranea, che trasferisce sulla<br />

tela con una pittura sfrangiata e pastosa,<br />

simile a quella del suo collega napoletano<br />

Carmine Giardiello (1871-1916), affascinato<br />

dalla vita quotidiana dei pescatori, rappre-<br />

sentata con una pennellata vibrante e nervosa,<br />

quasi impressionista. Una tecnica che lo<br />

accomuna a Fausto Pratella (1888-1964),<br />

autore di una piacevole veduta del porto di<br />

<strong>Capri</strong>, rallegrato dalle onde di un mare leggermente<br />

mosso. Più selvaggia e romantica<br />

è l’isola vista dal tedesco Karl Wilhelm Diefenbach<br />

(1851-1913), che visse tredici anni a<br />

<strong>Capri</strong> come un eremita, in una grotta tra gli<br />

scogli. «<strong>Capri</strong> mi basterà per tutta la vita con<br />

queste aspre rupi che adoro, con questo mare<br />

tremendo e bellissimo» scrisse l’artista che ha<br />

amato più di ogni altro l’isola, insieme al suo<br />

mare dai riflessi azzurrini.<br />

Verso Nord<br />

Ma nei flutti che si infrangono contro i Fa-<br />

Sopra, “Il parasole” di Raoul Dufy, a sinistra, “Vele<br />

ad Argenteuil” di Gustave Caillebotte e, a destra,<br />

“Lusso, calma e voluttà” di Henri Matisse.<br />

(Above) “The Umbrella” by Raoul Dufy, (left) “Sailing<br />

Boats at Argenteuil”, by Gustave Caillebotte and<br />

(right) “Luxe, Calme et Volupte” by Henri Matisse.<br />

raglioni manca il colore giallo paglierino dei<br />

mari più a nord, colti dal pennello inquieto<br />

di Vincent Van Gogh o da quello più morbido<br />

di Paul Gauguin, che osserva divertito<br />

i gesti delle donne che si bagnano le gambe<br />

tra un’onda e l’altra. A proposito di onde,<br />

non dimentichiamo che i grandi artisti dell’Ottocento<br />

si allontanano dalle baie lambite<br />

da acque tranquille per lasciarsi avvolgere<br />

dal fascino impetuoso di marosi e cavalloni,<br />

che un grande artista giapponese come Hokusai<br />

aveva celebrato con il suo Tsunami,<br />

autentica esaltazione della violenza del

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