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N. 29 - Capri

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68<br />

[Arte]<br />

Il mare nel pennello<br />

Coste, spiagge, onde, faraglioni. Le distese marine sono sempre state<br />

fonte di ispirazione per i maestri della pittura<br />

In un paese come l’Italia, una penisola<br />

circondata dall’acqua, non c’è da stupirsi<br />

che numerosi artisti abbiano celebrato<br />

la presenza del mare come elemento<br />

principale del paesaggio. Così,<br />

fin dal Rinascimento le distese marine sono<br />

protagoniste della pittura già a cominciare<br />

dalla prima veduta della città di Napoli, la<br />

misteriosa Tavola Strozzi, un dipinto eseguito<br />

a fil di pennello da un artista napoletano<br />

intorno alla metà del Quattrocento che ritrae<br />

la città partenopea affacciata sul golfo. E non<br />

è un caso che nelle luminose vedute realizzate<br />

durante il secolo del Grand Tour, artisti<br />

come Gaspar Van Wittel, Salvator Rosa, Antonio<br />

Joli e Jakob Philipp Hackert abbiano<br />

interpretato in maniera intensa e suggestiva<br />

la luminosità delle acque del golfo, dalle<br />

quali emergono le isole di Ischia, Procida e<br />

<strong>Capri</strong>. Scogli, coste, spiagge e faraglioni che<br />

si impongono come straordinarie fonti di<br />

ispirazione per i pittori del XIX secolo,<br />

<br />

È la costa caprese la protagonista dei tre dipinti.<br />

A destra, un olio di Carlo Perindani e, nella pagina<br />

accanto, un’opera di Attilio Pratella (sopra)<br />

e di Johans Christian Dahl (sotto).<br />

The <strong>Capri</strong> coast featured in three paintings: (right)<br />

an oil painting by Carlo Perindani, and on the facing<br />

page, a work by Attilio Pratella (above) and one by<br />

Johans Christian Dahl (below).<br />

di Ludovico Pratesi

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