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Numero 3 (3.6 MB) - SAT Società degli alpinisti Tridentini

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che secondo. L’energia elastica accumulata<br />

nelle rocce viene liberata sotto forma di<br />

calore prodotto dall’attrito e sotto forma<br />

di onde sismiche, cioè onde meccaniche,<br />

che trasmettono il movimento.<br />

Il punto della superficie terrestre che si<br />

trova sopra l’ipocentro è detto epicentro<br />

del terremoto.<br />

Riguardo al meccanismo di accumulo<br />

della tensione, un modello globalmente riconosciuto<br />

ed accettato è quello elaborato<br />

negli anni ‘60 del secolo scorso da L.J. Ruff<br />

e H. Kanamori, del California Institute of<br />

Technology. Esso prevede l’accumulo della<br />

tensione nei punti di contatto fra le asperità<br />

delle due superfici della faglia. Se le asperità<br />

sono piccole e numerose, la rottura di<br />

una o di poche di esse provoca terremoti<br />

modesti, che possono però diventare di<br />

maggior entità se la rottura iniziale produ-<br />

ce un aumento di sforzo sufficientemente<br />

grande sulle asperità vicine. Se lo sforzo si<br />

accumula su una sola grande asperità, alla<br />

rottura di questa si avrà una liberazione<br />

di energia molto violenta e improvvisa, e<br />

quindi un grande terremoto.<br />

Se le asperità sono quasi assenti o molto<br />

piccole, le due facce della faglia scorreranno<br />

l’una contro l’altra in maniera asismica,<br />

tramite piccole vibrazioni.<br />

Per evitare grossi terremoti lungo faglie<br />

attive, esiste la possibilità di lubrificare il<br />

piano di faglia immettendovi grandi quantità<br />

di acqua, per ottenere la liberazione<br />

graduale dell’energia sismica.<br />

A volte, in seguito alla costruzione di<br />

invasi artificiali con dighe, si possono innescare<br />

dei terremoti anche in regioni generalmente<br />

asismiche: sia perché la pressione<br />

dell’acqua sulle pareti del bacino può pro-<br />

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