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Il recupero del parco - Trentino Salute

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<strong>Il</strong> Manicomio di Pergine,<br />

istituto interprovinciale<br />

Giuseppe Pantozzi<br />

Cultura e collaborazione interetnica<br />

nella storia <strong>del</strong>l’ospedale perginese<br />

108<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Punto Omega n. 12/13<br />

La riflessione che è stata fatta sull’ospedale<br />

di Pergine dal gruppo di<br />

studio coordinato da Casimira Grandi<br />

e Rodolfo Taiani. Quella istituzione<br />

è stata analizzata da tutti i punti<br />

di vista (medico, sociale, economico,<br />

architettonico).<br />

<strong>Il</strong> presente scritto intende considerare<br />

le cose da punti di vista che<br />

sono accessori, in relazione a un<br />

ospedale, ma non privi di interesse:<br />

si tratta in particolare le norme legislative<br />

e <strong>del</strong>le norme contrattuali,<br />

relative alla presenza di bolzanini nei<br />

reparti ospedalieri.<br />

Ebbene, da questi angoli visuali,<br />

l’ospedale appare come una istituzione<br />

strumentale <strong>del</strong>le due province<br />

di Trento e Bolzano. Un regio decreto<br />

<strong>del</strong> 15 marzo 1928 dichiarava<br />

un diritto di proprietà di Trento sul<br />

complesso ospedaliero e un diritto<br />

di utilizzazione di Bolzano. E dunque,<br />

sotto l’aspetto <strong>del</strong> fine istituzionale,<br />

l’ospedale era interprovinciale.<br />

In altre parole: di fronte alle<br />

prestazioni assistenziali le due province<br />

avevano eguali titoli e diritti,<br />

derivanti da un unico atto, costi­<br />

tuente lo statuto <strong>del</strong>l’ospedale.<br />

Questa situazione di "parità nell’utilizzo"<br />

corrispondeva alle leggi<br />

concernenti i rapporti fra province<br />

quando una di esse (nel nostro<br />

caso: Bolzano) nasceva dalla<br />

divisione territoriale <strong>del</strong>l’altra (nel<br />

nostro caso: Trento).<br />

Non conosco bene i motivi per i<br />

quali quella divisione (avvenuta nel<br />

1928) sia stata piuttosto contenziosa<br />

e quali influssi abbia avuto quella<br />

contesa sui vari rami amministrativi,<br />

ma so che la direzione ospedaliera<br />

ebbe sempre una tendenza a rimuovere<br />

l’idea <strong>del</strong>la compartecipazione<br />

assistenziale.<br />

Mi spiego: la natura duplice <strong>del</strong>l’ospedale<br />

non apparve mai nella denominazione<br />

ufficiale, non fu mai<br />

citata nelle stampe o relazioni, non<br />

era nota, per conseguenza, ai medici,<br />

agli infermieri; men che meno al<br />

pubblico; era celata sotto una cappa<br />

di silenzio.<br />

Esisteva anche un atto di natura<br />

esecutiva: una convenzione <strong>del</strong> novembre<br />

1928, destinata a regolare i<br />

rapporti concreti sorgenti dalla comune<br />

utilizzazione. Ma non fu elaborata<br />

dalle segreterie giuridiche o<br />

assistenziali <strong>del</strong>le due province, bensì<br />

dalle due ragionerie: una scrittura<br />

in cui si parlava di conti, di rendiconti,<br />

di contabilità e di fatture;<br />

non si citava una sola volta il malato,<br />

non i suoi rapporti con la famiglia,<br />

non l’apporto <strong>del</strong> servizio sociale<br />

<strong>del</strong> paese di origine, ecc.<br />

Insomma: dei cento rapporti, <strong>del</strong>icati,<br />

che sorgevano dalla comune<br />

presenza, venivano regolati soltanto<br />

quelli legati al bilancio.<br />

Ebbene: negli anni sessanta si pen­

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