Il recupero del parco - Trentino Salute
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Cronologia degli<br />
interventi.<br />
Provincia Autonoma di Trento<br />
Punto Omega n. 12/13<br />
tinuare ad essere un "soggetto<br />
in esemplare". Ai soggetti migliori<br />
corrisponde un indice "1",<br />
ai peggiori un indice “3”.<br />
Area collinare.<br />
Nell’area collinare invece sono state<br />
censite, descritte e cartografate<br />
le diverse tipologie di bosco presente;<br />
in ognuna di esse sarà poi<br />
possibile procedere secondo le indicazioni<br />
di progetto con interventi<br />
di tipo selvicolturali.<br />
Sono stati segnati ed evidenziati i<br />
soggetti arborei di maggior pregio<br />
e le alberate presenti in queste<br />
zone: in cartografia sono contraddistinti<br />
dalla stessa simbologia<br />
usata per le aree pianeggianti.<br />
<strong>Il</strong> rilievo in questo caso è solo visivo<br />
e non supportato da strumento<br />
di precisione. Sarà questa<br />
un’operazione che si dovrà effettuare<br />
in sede di progetto esecutivo.<br />
Notizie utili<br />
<strong>Il</strong> giorno 3 marzo <strong>del</strong> 1965 il dott.<br />
Giordano Castelli, nel quadro dei<br />
lavori di assestamento <strong>del</strong>l’Ospedale<br />
psichiatrico di Pergine tra i<br />
quali era previsto anche il parziale<br />
rinnovamento <strong>del</strong> <strong>parco</strong> e la<br />
messa a dimora di piante ad altofusto<br />
nelle adiacenze <strong>del</strong> nuovo<br />
padiglione (leggasi Ferretti) chiedeva<br />
all’Assessorato regionale all’Economia<br />
montana e foreste di<br />
Trento:<br />
- 20 Abeti rossi<br />
- 20 Abeti argentati<br />
- 10 Cedri deodara o <strong>del</strong> libano<br />
È sempre <strong>del</strong> 1965 un elenco di<br />
piante da collocare presso i vari<br />
padiglioni:<br />
Considerazioni critiche<br />
a) Area Pianeggiante intorno agli<br />
edifici<br />
Così come previsto dal progetto,<br />
intorno all’Edificio Principale furono<br />
realizzate alcune aiuole riconducibili<br />
alle tipologie dei “Giardini<br />
all’Italiana”; le geometrie abbastanza<br />
rigide vedono l’alternarsi<br />
di vialetti ed aiuole. L’elevata<br />
esigenza di manutenzione costante<br />
potrà essere colmata dal basso<br />
costo <strong>del</strong>la manodopera e/o dall’utilizzo<br />
degli stessi pazienti.<br />
L’anno 1882 fu anche l’anno di<br />
una <strong>del</strong>le più pesanti alluvioni che<br />
nel secolo scorso investirono i territori<br />
alpini; anche negli anni 1884<br />
e 1885 occorsero altri eventi calamitosi.<br />
A partire da queste date<br />
l’Impero Austroungarico iniziò una<br />
serie di colossali opere di regimazione<br />
dei torrenti e di consolidamento<br />
dei versanti, con ingente<br />
uso di materiale vivaistico e notevole<br />
spinta anche all’uso <strong>del</strong>le conifere;<br />
gli stessi cantieri di sistemazione<br />
si appoggiavano a vivai<br />
appositamente creati per far fronte<br />
alla richiesta ingente di materiale<br />
da rimboschimento. È quindi<br />
spiegata non solo la disponibilità<br />
di materiale vivaistico per tutti gli<br />
enti in qualche modo legati al pubblico,<br />
ma anche la moda che si venne<br />
a creare circa l’impianto di specie<br />
conifere. È molto probabile che<br />
anche nelle aiuole (forse al centro<br />
<strong>del</strong>le stesse) dei cosiddetti<br />
Giardini all’Italiana, pur non es<br />
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