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Il recupero del parco - Trentino Salute

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<strong>Il</strong> <strong>recupero</strong> <strong>del</strong> <strong>parco</strong><br />

66<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Punto Omega n. 12/13<br />

cartografico avvenuta negli anni<br />

tra il 1853 e il 1861 precedette la<br />

determinazione dei redditi <strong>del</strong>l'imposta<br />

fondiaria nella seconda metà<br />

<strong>del</strong>l'Ottocento e quindi l'opera di<br />

impianto <strong>del</strong> Libro fondiario iniziato<br />

nei primi anni <strong>del</strong> Novecento<br />

e conclusosi nella seconda metà<br />

degli anni cinquanta.<br />

Numerosi sono i testi, le normative,<br />

le istruzioni e le direttive raccolti<br />

nei Bollettini Leggi Imperiali<br />

asburgici dal 1849 al 1918. Ciò significa<br />

che il progetto <strong>del</strong> Manicomio<br />

di Pergine fu successivo alla<br />

redazione <strong>del</strong>la carta catastale e<br />

che la stessa rappresenta quindi la<br />

situazione <strong>del</strong>la campagna perginese<br />

preesistente alla costruzione<br />

di quello che oggi è ancora chiamato<br />

Padiglione centrale.<br />

Osservando la mappa catastale<br />

storica si può notare come il bosco<br />

occupi i versanti pendenti e<br />

rivolti a nord <strong>del</strong>le pendici <strong>del</strong> colle<br />

<strong>del</strong> castello; in particolare è presente<br />

nel vallone posto a valle <strong>del</strong><br />

maso San Pietro. Tutte le altre superfici<br />

erano occupate quindi o da<br />

prati o da coltivi, di diversa qualità,<br />

così come rappresentati in verde,<br />

in giallo, in rosa.<br />

È interessante notare la preesistenza<br />

sia <strong>del</strong> Maso San Pietro sia<br />

<strong>del</strong> Maso Tre Castagni: in prossimità<br />

di quest’ultimo è visibile una<br />

sorta di croce formata da due viali<br />

alberati, con due piazzette, terminale<br />

e centrale. Ancora oggi sembra<br />

di poter vedere sul terreno le<br />

vestigia <strong>del</strong>la piazzetta centrale.<br />

Di un certo interesse anche la<br />

viabilità storica verso il colle <strong>del</strong><br />

castello e la posizione <strong>del</strong> canale<br />

macinante nei suoi due rami. La<br />

carta proviene dagli archivi <strong>del</strong><br />

catasto ed è parte dei Fogli di Mappa<br />

nr. 3-4 <strong>del</strong> C.C. di Pergine I.<br />

Alcune altre immagini<br />

Col prezioso contributo <strong>del</strong> signor<br />

Luciano Dellai sono state rinvenute<br />

alcune immagini che sono rilevanti<br />

per capire l’assetto all’impianto<br />

<strong>del</strong> manicomio di Pergine,<br />

in particolare <strong>del</strong> Padiglione Centrale,<br />

e la sua evoluzione nei primi<br />

cinquant'anni <strong>del</strong> secolo scorso.<br />

Censimento <strong>del</strong>le alberature<br />

a) Aree pianeggianti - Nel corso<br />

<strong>del</strong>la fase d’analisi per la predisposizione<br />

<strong>del</strong> progetto sono stati<br />

censiti i soggetti arborei presenti<br />

nelle aree pianeggianti, poste a<br />

ridosso dei vari padiglioni. Di ciascuno<br />

è stata segnata la posizione<br />

su una planimetria riferita al piano<br />

catastale, sono stati individuati<br />

genere e specie, è stato misurato<br />

il diametro a metri 1,30 dal suolo:<br />

a ciascuna è stato assegnato<br />

infine un indice di “pregio”, nell’ordine<br />

decrescente da 1 a 3.<br />

L’analisi permette di definire alcuni<br />

punti fermi:<br />

- Numero: numericamente la specie<br />

più rappresentata è sicuramente<br />

il Cedro deodara, seguita<br />

lontanamente dall’Abete rosso,<br />

dall’Olmo siberiano, dal Pino<br />

nero d’Austria; le altre specie<br />

presenti si possono considerare<br />

sporadiche, non sempre comunque<br />

“esemplari” degni di<br />

nota;<br />

- Diametro: le piante più grosse

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