Il recupero del parco - Trentino Salute
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Provincia Autonoma di Trento<br />
Punto Omega n. 12/13<br />
logica di una corretta interpretazione<br />
<strong>del</strong>la storia degli ospedali<br />
psichiatrici antecedenti la Legge<br />
180, un’obiettività quanto mai apprezzabile<br />
in una fase in cui è ancora<br />
troppo diffusa l’acritica negazione<br />
<strong>del</strong> periodo precedente la rivoluzione<br />
basagliana.<br />
Una negazione che rischia di cancellare<br />
una memoria, perché è uno<br />
scomodo patrimonio di scienza e di<br />
sofferenza, che invece abbiamo il<br />
dovere civile di tramandare.<br />
Questa è, forse, la meta più ambiziosa<br />
che si propongono coloro che<br />
sono interessati al riuso degli ex<br />
ospedali psichiatrici, perché la nostra<br />
società è pervasa da una preoccupante<br />
debolezza etica. Si deve, e<br />
si può, ritrovare una morale nell’eticità<br />
<strong>del</strong>le relazioni con il nostro passato;<br />
questo non dovrebbe essere<br />
difficile per chi, come gli italiani,<br />
può vantare una solida storia. Inoltre,<br />
non vanno sottovalutate le<br />
ostentate certezze o gli eccessi di<br />
mo<strong>del</strong>lizzazione di coloro che vorrebbero<br />
ricreare l’accerchiamento<br />
intorno ai “matti”, per deprecabili<br />
situazioni prodotte da défaillances<br />
amministrative, quando non da irrisolte<br />
paure per ignoranza <strong>del</strong>la<br />
realtà contemporanea.<br />
L’approccio dato al nodo gordiano<br />
ex ospedali psichiatrici – collocazione<br />
degli ex pazienti, in conformità<br />
alla legislazione in atto e<br />
alle relative politiche sociosanitarie,<br />
presso l’opinione pubblica ma<br />
sovente anche presso un pubblico<br />
qualificato, non di rado ha portato<br />
a valutazioni antitetiche che<br />
vanno dalla nostalgia per il passato<br />
istituzionale alla sua assolu<br />
ta riprovazione, entrambe, comunque,<br />
pesantemente influenzate da<br />
nostalgiche ideologie politiche e<br />
dall’assenza <strong>del</strong>la percezione storica<br />
<strong>del</strong> fenomeno.<br />
Questa peculiare condizione<br />
c’induce a ricordare come la storia<br />
sia nata sostanzialmente quale<br />
ancella <strong>del</strong>la politica: la svolta<br />
scientifica si è presentata come<br />
indicazione positivis-ta <strong>del</strong> rispetto<br />
dei fatti. Una forma di oggettività<br />
che si è imposta come assolutezza<br />
entro qualsiasi paradigma ideologico,<br />
che nello specifico <strong>del</strong> caso<br />
in esame, non può disgiungere una<br />
logica razionalità dallo sviluppo<br />
<strong>del</strong>la cosiddetta società civile. Tutte<br />
le problematiche che rappresentano<br />
i punti dolenti <strong>del</strong>la coscienza<br />
difficile <strong>del</strong> nostro tempo, i<br />
traumi <strong>del</strong>la nostra esperienza collettiva,<br />
con le sue continue riproposte<br />
situazionali oggetto di etiche<br />
diverse (solidaristiche, concorrenziali,<br />
autoritarie) non possono<br />
essere disgiunti dalla coscienza<br />
storica.<br />
Uscire dalla confusione vociante<br />
<strong>del</strong>le testimonianze, dal verbalismo<br />
manipolato, proponendo dei<br />
mo<strong>del</strong>li di prospezione analitica,<br />
governati da un sistema di valori<br />
non assoluti, ma culturali, storicamente<br />
specifici, potrebbe rappresentare<br />
un momento di reale crescita<br />
civile. E la storia degli ex<br />
ospedali psichiatrici rappresenta<br />
un soggetto ideale per questa<br />
esperienza. È una proposta sperimentale,<br />
“bricoleuse”, continuamente<br />
innovabile, suscettibile di<br />
un’ampia varietà di apporti, ma anche,<br />
metaforicamente, ricca di un<br />
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