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Il recupero del parco - Trentino Salute

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Bruno Caruso,<br />

Carnevale in<br />

manicomio,<br />

disegno<br />

acquarellato,<br />

1954.<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Punto Omega n. 12/13<br />

all'interno <strong>del</strong> programma di eliminazione<br />

sistematica degli individui<br />

fisicamente e psichicamente<br />

menomati voluto dal regime nazista.<br />

(“operazione T4”) 7 Negli anni<br />

e nei decenni <strong>del</strong> secondo dopoguerra<br />

il problema <strong>del</strong> sovraffollamento<br />

assunse dimensioni sempre<br />

più critiche. La media giornaliera<br />

dei degenti giunse anche ai<br />

1600/1700 individui negli anni<br />

sessanta. I lavori di riadattamento<br />

o ampliamento <strong>del</strong>le strutture<br />

esistenti furono pertanto continue:<br />

nel 1949 fu aperto un nuovo<br />

reparto per quaranta malate croniche<br />

tranquille al maso Martini; nel<br />

1959 si ricavò dal vecchio fienile un<br />

padiglione per lavoratori, denominato<br />

«Ferretti»; nel 1966, infine, fu inaugurato<br />

il nuovo padiglione “Benedetti”.<br />

Ma sono anche anni e decenni<br />

nei quali iniziarono a svilupparsi<br />

quelle istanze sociali che puntavano<br />

al rinnovamento <strong>del</strong>le istituzioni<br />

psichiatriche, attraverso l'apertura<br />

dei manicomi verso l'esterno<br />

e la fondazione dei centri di igiene<br />

mentale sul territorio. Istanze,<br />

in altri termini, che puntavano<br />

contemporaneamente sia a una<br />

complessiva ridefinizione e ridimensionamento<br />

<strong>del</strong>le funzioni<br />

manicomiali, sia a un potenziamento<br />

<strong>del</strong>le strutture di assistenza<br />

decentrate. Obiettivo finale era<br />

quello di realizzare un intervento<br />

più mirato ed efficace, capace di<br />

rispondere a una crescente e diffusa<br />

domanda di cure, al cronico<br />

problema di sovraffollamento degli<br />

istituti e soprattutto di accogliere<br />

anche i nuovi orientamenti<br />

medico-psichiatrici in tema di diagnosi<br />

e trattamento dei disturbi<br />

mentali.<br />

Un primo passo in questa direzione<br />

fu compiuto con la legge 18 marzo<br />

1968, n. 431, la cosiddetta legge<br />

Mariotti, che istituì i “centri o servizi<br />

di igiene mentale” (§ 3). L'art. 1<br />

stabiliva che l'ospedale psichiatrico<br />

doveva essere organizzato in divisioni<br />

(da due a cinque) con un massimo<br />

di 625 posti letto. Altre novità<br />

introdotte da questa legge erano<br />

l'ammissione volontaria su richiesta<br />

<strong>del</strong> malato per accertamento diagnostico<br />

e cura (§ 4) e l'abrogazione<br />

<strong>del</strong>l'art. 604, n. 2, <strong>del</strong> codice di procedura<br />

penale, che prescriveva l'obbligo<br />

di annotare nel casellario giudiziario<br />

i provvedimenti di ricovero<br />

e loro revoca dei malati mentali (§<br />

11). In provincia di Trento si diede<br />

esecuzione al dispositivo di legge<br />

nazionale istituendo, con D.P.G.P.<br />

<strong>del</strong> 2 ottobre 1968, n. 297/1560<br />

legisl., il Servizio d'igiene mentale.<br />

<strong>Il</strong> raccordo con l'esterno stava<br />

diventando così una realtà e fu<br />

senz'altro rafforzato da un altro<br />

importante cambiamento di poco<br />

successivo che interessò l'ospedale<br />

psichiatrico. Nei primi anni settanta<br />

fu introdotta, infatti, la “settorializzazione”,<br />

ossia una nuova<br />

suddivisione in reparti degli infermi<br />

basata non più sulla forma o<br />

intensità <strong>del</strong>la malattia, ma sull'area<br />

geografica di provenienza.<br />

In questo modo si dava priorità al<br />

principio <strong>del</strong>la continuità terapeutica<br />

fra il trattamento di cura garantito<br />

esternamente e quello dispensato<br />

internamente alle strut­<br />

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