Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />
Vaccinazione (http://www.controcampus.it)<br />
occorra dare l’allarme solo nell’imminenza di crisi<br />
conclamate, perché ognuno reagisce in modo diverso<br />
alla richiesta di seguire, ad esempio, azioni<br />
preventive.<br />
Il fattore “paura” è molto potente nell’esposizione<br />
delle notizie e nell’indurre i cittadini ad assumere<br />
determinati comportamenti. Se, però, le paure si<br />
rivelano infondate o eccessive, creano un effetto<br />
contrario altrettanto negativo, allontanando le<br />
persone da comportamenti corretti volti alla<br />
prevenzione, spesso con durata persistente nel<br />
tempo e molto dannosa.<br />
Con queste premesse si capisce perché non è facile<br />
lanciare e consolidare piani di vaccinazione che<br />
prevedono un’alta adesione a una pratica preventiva<br />
che ha come premessa la solidarietà e la volontà di<br />
proteggere se stessi, ma anche la comunità in cui si<br />
vive. Generalmente succede che se una persona si<br />
ammala (e vuole guarire subito) prende con<br />
convinzione dei farmaci, pur sapendo che esistono<br />
effetti collaterali, chiaramente espressi nel foglio<br />
illustrativo; se si è sani e si deve assumere un<br />
vaccino preventivo (che ha effetti collaterali, come i<br />
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farmaci) si è molto meno propensi a farlo, nonostante<br />
i benefici che se ne possono trarre. I medici di base e<br />
i pediatri di libera scelta in generale sono poco<br />
preparati sul tema vaccini e ognuno consiglia ai<br />
propri pazienti ciò che ritiene più giusto. Da qui,<br />
pareri discordanti che contribuiscono ad alimentare la<br />
confusione sul tema.<br />
Dal quadro delineato emerge come fare<br />
comunicazione su questi argomenti sia un lavoro<br />
arduo per la connaturata incertezza nell’evoluzione di<br />
questi fenomeni, così difficili da padroneggiare.<br />
Decidere di comunicare l’incertezza, è una scelta che<br />
comporta la necessità di dare notizie calibrate con<br />
un contenuto che deve essere condiviso da giornalisti<br />
e medici o ricercatori in modo da inviare messaggi<br />
omogenei e che quindi richiede partecipazione e<br />
collaborazione integrata degli organismi e dei sistemi<br />
coinvolti a livello regionale e nazionale.<br />
Quando le persone capiscono e partecipano alle<br />
scelte si sentono rispettate e hanno fiducia nelle<br />
Istituzioni che si impegnano a informare in modo<br />
comprensibile, che ascoltano e che comprendono le<br />
preoccupazioni dei singoli e della collettività che, nel<br />
momento dell’emergenza, saranno molto<br />
probabilmente più collaborativi e disponibili a<br />
fronteggiare situazioni difficili.<br />
Abbiamo avuto in anni recenti esempi non sempre<br />
ottimali di comunicazione, dalla scelta del nome da<br />
utilizzare per identificare l’influenza circolante – come<br />
l’influenza suina - alle polemiche scatenate nei<br />
confronti dell’industria farmaceutica, accusata di<br />
fomentare paure per generare profitti. Le<br />
conseguenze di questi eventi sono state sfruttate<br />
dagli antivaccinatori per accrescere paure presenti,<br />
ma spesso infondate, per sminuire l’efficacia di una<br />
pratica che invece ha portato enormi benefici<br />
all’umanità, rischiando di creare, con la loro<br />
comunicazione, ulteriori e più gravi danni.<br />
Fabrizio Pregliasco<br />
Struttura 3D di un virus dell’influenza (http://www. tuttasalute.net)