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Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista

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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />

e le tue labbra bluastre!<br />

(Con disperazione)<br />

No, non è possibile…!<br />

Dimmi, Fedra, che non è vero.<br />

Che non sei morta…<br />

(Piangendo)<br />

Mamma mia! Misericordia…<br />

Non scorre più il sangue nelle tue vene…<br />

Ti sei uccisa…ma perché?<br />

Come hai potuto?<br />

Ah, il veleno…quello potente che era in quella boccetta d’unguenti che pure avevo ben nascosto!<br />

(Raccoglie da terra la boccetta vuota, quindi strappandosi i capelli e le vesti)<br />

Povera me, sciagurata, che non ho fatto in tempo ad impedirtelo…!<br />

La colpa è mia…incitarti a svelare il tuo amore.<br />

Soffrivi troppo…e io sono stata una debole, una cattiva consigliera.<br />

Ma tutto questo rientrava, forse, in un disegno…<br />

E io sono stata un semplice strumento…perché ancora una volta si abbattesse la sfortuna sulla tua stirpe…<br />

Maledizione! Povera me!<br />

Ecco che il tuo presentimento si è avverato…<br />

Io non volevo crederci…anche se mi è passato un brivido per la schiena.<br />

Hai avuto il sospetto della morte, perché sentivi che soltanto un filo ti sorreggeva alla vita…<br />

Quel filo…il destino?<br />

Può essere il destino così crudele?<br />

Il delirio, la pazzia?<br />

Tu, Fedra, nel pieno del tuo splendore, della tua giovinezza…essere trascinata così…fino in fondo…tra le<br />

ombre.<br />

Riuscirò mai a perdonarmi?<br />

(Breve pausa)<br />

(Calmandosi e passandole una mano sulla fronte)<br />

Ah, piccola mia, non voglio scomporti i capelli con la coroncina di fiori…<br />

Tu, senza alcuna superbia, davanti a Ippolito, incantevole…<br />

Carta velina è la tua pelle…così delicata…<br />

Sei proprio bella, figlia mia, come una dea…<br />

Niente più ti tocca ormai…<br />

Non c’è più alcun segno della tua passione, della tua follia, sembra che tu dorma, serena.<br />

(Commuovendosi, poi con veemenza)<br />

Ma la vendetta ci sarà, molto presto.<br />

Teseo crederà ciecamente alle mie parole.<br />

E poi non ho forse gridato?<br />

Mi hanno sentito tutti i servi che sono corsi a cercare Ippolito…<br />

I cani sono stati sguinzagliati, abbaiano ancora, furiosi...<br />

Si sentono abbaiare i cani, urla e incitamenti e il rumore di cavalli al galoppo.<br />

Sesto Quadro<br />

La nutrice, accanto a Fedra, pare impazzita dal dolore, l’accarezza e le parla sottovoce, in una specie di cantilena.<br />

D’un tratto entra nella stanza Teseo. E’ cupo in viso.<br />

Rimane immobile ad osservare la scena come fosse impietrito.<br />

Teseo (Con affanno)<br />

Ero alle porte della città, quando mi è stata annunciata una disgrazia.<br />

Ma non hanno saputo dirmi niente di più.<br />

(Poi con spavento)<br />

Perché Fedra giace lì…? Cosa le è successo?<br />

Qualcuno le ha fatto del male?<br />

Nutrice (commossa)<br />

Teseo, Fedra si è uccisa.<br />

Teseo (sconvolto)<br />

Che dici? Non può essere!<br />

Nutrice (asciugandosi le lacrime)<br />

Si è avvelenata.<br />

Teseo (piangendo)<br />

Perché? Tu, forse, sai qualcosa?<br />

(La nutrice annuisce)<br />

E non hai potuto impedirglielo?<br />

Nutrice<br />

Oh, avessi potuto! E’ successo tutto così all’improvviso…<br />

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