Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />
sistema ottico formato essenzialmente da un prisma<br />
e da una lente convergente) con una sorgente di luce<br />
bianca si ottiene uno spettro “continuo”, costituito<br />
cioè da una successione continua di immagini<br />
monocromatiche della fenditura. Se al posto della<br />
sorgente di luce bianca mettiamo un’ampolla<br />
contenente un particolare gas - per es. sodio - lo<br />
spettro continuo è scomparso e appaiono due forti<br />
righe nel giallo, più varie altre molto più deboli. Se<br />
invece del sodio mettiamo dell’idrogeno nell’ampolla<br />
lo spettro è costituito da una forte riga nel rosso, una<br />
poco più debole nel verdazzurro, un’altra nell’azzurro,<br />
un’altra nel blu violetto, un’altra nel viola appena<br />
percepibile dai nostri occhi. Se rimettiamo la sorgente<br />
di luce bianca e fra essa e la fenditura dello<br />
spettroscopio rimettiamo l’ampolla col gas sodio<br />
ritroviamo lo spettro continuo dal rosso al violetto, ma<br />
con due forti righe scure nel giallo. Kirchhoff ne<br />
dedusse che tutti i corpi sono in grado di assorbire le<br />
stesse radiazioni che sono in grado di emettere. Era<br />
la chiave per capire qual era la composizione chimica<br />
delle stelle. La radiazione proveniente dall’insieme di<br />
strati più profondi e più caldi dava luogo allo spettro<br />
continuo mentre gli strati superficiali più freddi e<br />
rarefatti assorbivano la radiazione alle lunghezze<br />
d’onda tipiche di ciascun elemento. Poiché le stelle<br />
più calde mostravano in prevalenza righe di<br />
assorbimento dell’idrogeno e elio, mentre quelle più<br />
fredde come il Sole deboli righe di idrogeno mentre<br />
erano dominanti le righe degli atomi metallici, si<br />
cominciò a parlare di stelle a elio, stelle a idrogeno,<br />
stelle metalliche. E’ stato solo nel '900 che si è capito<br />
che un dato atomo può emettere o assorbire luce<br />
solo in certe condizioni di temperatura e densità, e<br />
come dimostrò Cecilia Payne Gaposchkin (1900-<br />
1979) la composizione chimica delle stelle è molto<br />
uniforme con una grande prevalenza di idrogeno ed<br />
elio, il primo costituendo circa il 70% della massa,<br />
mentre fra il 27 e quasi il 30% è costituito da elio,<br />
mentre gli altri elementi contribuiscono con<br />
percentuali comprese fra il 3% e lo 0,3%. Quelle più<br />
povere di elementi più pesanti di idrogeno ed elio<br />
sono quelle di più antica formazione, circa 13 miliardi<br />
di anni fa e sono la prova della evoluzione chimica<br />
della Galassia.<br />
Nel nocciolo centrale delle stelle la temperatura<br />
Il Sole<br />
raggiunge valori di parecchi milioni e anche decine di<br />
milioni di gradi e a quelle temperature avvengono<br />
reazioni nucleari che trasformano l’idrogeno in elio e<br />
che sono la fonte dell’energia irraggiata dalle stelle.<br />
Queste reazioni modificano la struttura interna della<br />
stella. E’ possibile calcolare come queste modifiche<br />
fanno invecchiare la stella, i tempi che la stella<br />
trascorre nelle varia fasi della vita e come finisce, il<br />
tutto dipendendo dalla massa iniziale: stelle aventi<br />
massa almeno venti volte quella del Sole hanno una<br />
vita “breve” di pochi milioni di anni e finiscono in<br />
modo esplosivo, dando origine a “una supernova”, e<br />
arricchendo il mezzo interstellare degli elementi che<br />
hanno sintetizzato nel loro interno, mentre stelle<br />
come il Sole hanno una vita di circa 10 miliardi di<br />
anni e una fine molto più tranquilla.<br />
Oggi il Sole ha un’età di circa 5 miliardi di anni, come<br />
si ricava anche dalla Terra, età 4 miliardi e 600<br />
milioni di anni. In questo tempo nel centro del Sole,<br />
dove la temperatura è di 13 milioni di gradi, l’idrogeno<br />
si trasforma in elio liberando l’energia che fornisce<br />
luce e calore alla Terra.<br />
Ma fra altri 5 miliardi di anni quando tutto l’idrogeno<br />
del centro si sarà trasformato in elio, l’elio alla<br />
temperatura di 13 milioni di gradi è inerte, non è in<br />
grado di trasformarsi in carbonio, e il Sole resta privo<br />
di fonti energetiche. Allora la temperatura del centro<br />
diminuisce. Ciò significa che la velocità d’agitazione<br />
termica delle particelle diminuisce e non è più in<br />
grado di opporsi alla forza di gravità che tende a<br />
comprimere la massa di gas che costituisce il Sole.<br />
La compressione fa aumentare la temperatura del<br />
centro che raggiunge i 100 milioni di gradi. A questa<br />
temperatura l’elio è in grado di trasformarsi in<br />
carbonio producendo energia nucleare. Si potrebbe<br />
dire che il Sole ha una seconda giovinezza. Però<br />
l’energia nucleare liberata è tanto maggiore quanto<br />
maggiore è la temperatura. Se a 13 milioni di gradi il<br />
Sole produceva energia tale da mantenere sulla<br />
Terra condizioni adatte alla vita, a 100 milioni<br />
produrrà una tale quantità di energia che per non<br />
esplodere dovrà espandere, aumentando il suo<br />
raggio di circa 200 volte. Allora saranno guai per la<br />
terra. Oggi il raggio del Sole è 700000 km;<br />
l’espansione lo porterà a 700000x200 = 140 milioni di<br />
km, e la Terra orbita a 150 milioni di km. Quindi il<br />
Sole, dopo avere inghiottito Mercurio e Venere,<br />
lambirà la superficie della Terra rendendola un arido<br />
deserto incandescente. E questa sarà la fine della<br />
vita sulla Terra, fra 5 miliardi di anni. Il Sole sarà<br />
diventato quello che gli astronomi chiamano “una<br />
gigante rossa” per le sue dimensioni e perché<br />
l’espansione raffredda la temperatura superficiale<br />
che dagli attuali 5700 gradi kelvin scende a 3000 e il<br />
colore del Sole da giallastro diventa rossastro. Poi<br />
nel corso di centinaia di milioni di anni la rarefatta<br />
atmosfera solare andrà lentamente evaporando nel<br />
mezzo interstellare e ciò che resterà del Sole sarà il<br />
nocciolo centrale piccolo e caldo, con raggio<br />
paragonabile a quello della Terra, temperature di<br />
molte decine di migliaia di gradi, e perciò detto “una<br />
nana bianca”, un pallone di gas torrido, senza più<br />
fonti d’energia ma che andrà lentamente<br />
raffreddandosi.<br />
Margherita Hack<br />
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