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Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista

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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />

La nuova astronomia del '900: l’astrofisica e la<br />

natura fisica delle stelle<br />

Fino all’inizio dell’800 l’astronomia consisteva<br />

soprattutto nella determinazione delle posizioni<br />

e dei moti delle stelle e dei pianeti e nella<br />

misura delle loro distanze. In realtà la prima misura<br />

diretta della distanza di una stella è avvenuta solo nel<br />

1838 ad opera di Friedrich Wilhelm Bessel.<br />

Nel 1835 un filosofo francese, Auguste Comte<br />

scriveva: gli astronomi riusciranno a misurare con<br />

sempre maggior precisione, posizioni, moti e<br />

distanze delle stelle, ma non riusciranno mai a capire<br />

la loro natura fisica, la loro composizione chimica.<br />

Nel suo corso di filosofia positiva, per sottolineare<br />

che la vera scienza è impossibile se non è basata<br />

sull’esperienza, affermava che ogni nozione sulla<br />

vera temperatura media delle stelle ci rimarrà<br />

necessariamente sempre sconosciuta.<br />

Eppure proprio in quegli anni si stava affermando la<br />

tecnologia che avrebbe permesso di conoscere<br />

temperatura, densità e quindi stato della materia di<br />

cui sono fatte le stelle, la loro composizione chimica,<br />

le fonti dell’energia che esse irradiano, la loro<br />

formazione ed evoluzione, tutti temi che sono stati<br />

ampiamente studiati e risolti nel corso del '900- la<br />

spettroscopia.<br />

La spettroscopia consiste nell’analizzare la luce<br />

bianca emessa da un qualsiasi corpo luminoso<br />

studiandone le componenti monocromatiche dal<br />

rosso al violetto.<br />

L’immagine di una stella data dal telescopio è un<br />

puntolino biancastro. Se sul cammino del fascio di<br />

luce in arrivo si interpone un prisma di vetro si ottiene<br />

una successione di immagini colorate dal rosso al<br />

violetto, quello che si chiama lo spettro della stella. In<br />

esso sono contenute informazioni sulla temperatura,<br />

densità, composizione chimica, moti della stella, che<br />

in gran parte si è imparato a leggere compiutamente<br />

solo nei primi decenni del '900, grazie alla nuova<br />

fisica, la fisica quantistica sviluppata da Max Planck<br />

(1848-1947) e da Niels Bohr (1885-1962). Ma già<br />

Aldebaran<br />

nella seconda metà<br />

dell’800, in gran parte<br />

grazie alle osservazioni di<br />

un gran numero di spettri<br />

stellari, Angelo Secchi<br />

(1818-1878) capì che il<br />

colore delle stelle è un<br />

indice della loro<br />

temperatura superficiale:<br />

stelle rossastre come<br />

Aldebaran o Betelgeuse<br />

sono meno calde delle<br />

stelle bianco azzurre come<br />

Sirio, Vega o Rigel. Infatti<br />

ASTRONOMIA<br />

Margherita Hack<br />

Astrofisica di fama<br />

internazionale<br />

Secchi faceva l’analogia con un pezzo di metallo<br />

portato all’incandescenza: questo infatti dapprima<br />

emette solo calore (cioè radiazione infrarossa), poi<br />

diventa rosso cupo, poi rosso brillante, giallastro e<br />

infine bianco azzurrastro. Con Planck si trova<br />

l’espressione matematica della radiazione irraggiata<br />

nei vari colori (cioè alle varie lunghezze d’onda, dalle<br />

più brevi nel violetto alle più lunghe nel rosso) e la<br />

sua dipendenza dalla temperatura del corpo<br />

raggiante, in particolare si trova che la lunghezza<br />

d’onda λ del massimo di irraggiamento cade a<br />

lunghezze d’onda tanto più corte quanto più alta è la<br />

temperatura T:<br />

λT= costante = 0,289789 cm * gradi Kelvin<br />

Le osservazioni degli spettri stellari permettono così<br />

di stabilire che anche le stelle più fredde, quelle di<br />

colore rossastro hanno temperatura superficiali di<br />

circa 2000 gradi kelvin (la scala di gradi kelvin<br />

differisce dalla centigrada perché lo zero centigrado<br />

cade a 273 gradi kelvin o gradi assoluti, a -273 gradi<br />

centigradi cade lo zero assoluto, cioè la minima<br />

temperatura possibile, i 100 gradi centigradi<br />

corrispondono a 373 gradi kelvin). A queste<br />

temperature l’unico stato possibile della materia è<br />

quello gassoso. Si capisce così che le stelle sono dei<br />

palloni di gas e poiché il gas è lo stato<br />

più semplice della materia, utilizzando le<br />

leggi sul comportamento dei gas,<br />

studiate in laboratorio, si riesce a<br />

stabilire anche come vari la temperatura<br />

e la densità nell’interno della stella, dai<br />

suoi strati più superficiali fino al centro.<br />

Una caratteristica degli spettri stellari,<br />

scoperta per la prima volta nello spettro<br />

solare da Joseph Fraunhofer (1787-<br />

1826) consiste nella presenza di<br />

numerose righe scure che solcano lo<br />

spettro, perpendicolarmente alla striscia<br />

dal rosso al violetto.<br />

Per molto tempo la natura e l’origine<br />

delle “righe di Fraunhofer” rimase un<br />

mistero, che fu risolto da Gustav<br />

Kirchhoff (1824-1887). Illuminando la<br />

sottile fenditura di uno spettroscopio (un<br />

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