Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />
E così ho sposato Teseo, ubbidendo ai miei genitori.<br />
Cosa potevo fare, del resto? Impensabile, rifiutarlo.<br />
Sarebbe stata per me la rovina…<br />
Oh, ma non è adesso questa, la mia rovina?<br />
Ho avuto da lui dei figli, ho cercato di essere una buona moglie…ma poi qualcosa, nella mia testa, non ha<br />
più funzionato….<br />
Sempre un pensiero, un tarlo… un’ossessione… Ippolito, il mio figliastro, quasi della mia stessa età, bello e<br />
forte come un dio…<br />
Lui che mi chiama “madre” con sincero affetto…lui ritenuto al pari degli altri miei figli, i suoi fratellastri…<br />
Il sangue chiama altro sangue, altri legami…altri vincoli di passione e d’amore.<br />
Potessi almeno avere pace per un momento!<br />
Invece sempre quest’ansia che mi logora e mi oscura la mente, mi rende indifferente a tutto che non sia lui,<br />
Ippolito, con la sua giovinezza e il viso che ricorda Teseo, i suoi occhi scuri e profondi…<br />
Ah, quello sguardo mi si conficca nell’anima come una lama!<br />
E la mia pelle brucia, brucia il mio corpo…di passione, sì, per lui che non posso né potrei mai avere come<br />
amante, come sposo…<br />
Una dannazione questa, terribile…<br />
E perché doveva proprio toccare a me, Fedra, donna forte eppure così fragile da temere me stessa, i miei<br />
pensieri, quello che potrebbe accadere se osassi parlare direttamente a Ippolito?<br />
Ma è una colpa, questa, la mia, che devo espiare?<br />
Da quali catene devo essere legata per scacciare ogni intenzione o pensiero impuro?<br />
Questa la mia condanna? Questo il mio destino?<br />
Ah, come vorrei non essere mai nata….nefasto il giorno che venni alla luce!<br />
(Poi calmandosi)<br />
Vorrei scomparire , altrimenti potrei fare una pazzia…tanto è lo sconforto che mi prende…al sentirmi<br />
chiamare “madre” da Ippolito…da lui che desidero con tutto il mio cuore…<br />
Per lui mi annegherei, mi brucerei su un rogo, sì, per lui, morirei.<br />
Un incesto, un grande peccato…un tradimento…eppure non riesco a dominare<br />
questo delirio…<br />
Mi consumo lentamente… mi sento così debole come se il mio corpo si piegasse ….come un fuscello al<br />
vento….<br />
Non mi riconosco più, se mi guardo allo specchio…faccio spavento tanto sono pallida…<br />
(Con disperazione)<br />
Ah, Fedra…che pazzia la tua!<br />
Potrei trascinarmi in fondo ad un pozzo…così le mie catene si scioglieranno…e sarò liberata da questo<br />
amore, da questa insana passione…<br />
Ah, che vergogna per i miei figli!<br />
Ma questo è un segreto che devo tenere per me e combattere fino a distruggerlo…<br />
(Pausa. Musica)<br />
Secondo Quadro<br />
In quel mentre giunge la sua vecchia nutrice.<br />
Nutrice<br />
Figlia mia, copriti, sennò ti prenderai qualche malanno…è così umido di mattina… (mettendole un mantello<br />
sulle spalle, poi fissandola)<br />
Di’, anche stanotte non hai dormito?<br />
Fedra<br />
Poco e male…<br />
Nutrice<br />
E poi non mangi, sei così deperita…<br />
Fedra<br />
Su, lasciami in pace!<br />
Nutrice<br />
Che pace e pace! E’ l’ora di finirla adesso…<br />
Non credi, forse, che io non abbia intuito la tua pena?<br />
Fedra (arrossendo)<br />
Non dire nulla… ti proibisco…<br />
Nutrice<br />
Non ti ho forse allevato io e non ho il diritto…?<br />
Fedra (continuando, spazientita)<br />
…di immischiarti nei fatti miei? No, anche se lo fai per il mio bene…<br />
Nutrice<br />
Ma un consiglio potrai pure accettarlo, no?<br />
Ti scongiuro per il bene che ti voglio.<br />
(Si avvicina, abbracciandola).<br />
Non posso più vederti così…ogni giorno sempre più pallida e magra…sfinita…<br />
No, cara la mia bambina, questa non è vita, non è vita la tua…<br />
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