Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />
Società della bambagia e società del<br />
pavone<br />
Siamo abituati a considerare l’umanità come<br />
l’espressione più alta, tra quanto conosciamo,<br />
del Creato: l’attività educativa, di<br />
conseguenza, dovrà essere la più alta espressione<br />
umana. In essa si è sempre cercato di trasmettere ai<br />
giovani responsabilità, reciprocità, costruttiva<br />
disponibilità per gli altri, in particolare per i più deboli,<br />
siano essi i piccoli, gli anziani, i disabili oppure la<br />
natura o l’ambiente o gli animali. E’ importante<br />
comunicare rispetto per il Tutto Universo in cui noi<br />
viviamo, realizzando ogni gesto in piena<br />
consapevolezza, non perché sia di grande moda e<br />
neppure perché faccia parte della pratica<br />
tradizionale, ma per fare sintesi delle finalità,<br />
esplicitando gli obiettivi e tracciando un percorso<br />
professionalmente e razionalmente valido.<br />
Attraverso l’attività pedagogica si cerca di porre<br />
incrollabili presupposti positivi, psichici, morali ed<br />
estetici, al fine di evitare che i nostri ragazzi più<br />
deboli si accartoccino su se stessi alle prime serie<br />
difficoltà. Di conseguenza, è bene aiutare a superare<br />
la fragilità dei cosiddetti “ragazzi-peluche” che talora<br />
ricorrono anche a gesti estremi, dinanzi a rimproveri,<br />
ad un insuccesso scolastico o ad una delusione<br />
affettiva.<br />
Il vuoto, le fragilità aumentano se l’apparenza, il look,<br />
l’immagine arrivano invece a valere più di tanti valori<br />
morali, di competenza scientifica, di capacità<br />
intellettive e di sensibilità estetiche, interiormente<br />
coltivati e sviluppati. E per ben apparire con la<br />
propria immagine ogni sforzo anche positivo è<br />
concepito come qualcosa che abbrutisce e<br />
schiavizza, così che viene accuratamente tenuto<br />
lontano; quindi trionfano i “sofficini” in tutti i campi.<br />
Alla fine, abolito ogni impegno, ci sentiamo dire che<br />
la testa non serve più. Anche l’esame di quinta<br />
EDITORIALE<br />
elementare è stato eliminato nella<br />
nostra società della bambagia (su<br />
cui si fonda la società<br />
dell’immagine ormai esagerata, e<br />
quindi divenuta società del pavone), come società<br />
della comodità fisica o delle pantofole.<br />
Nella nostra società dell’immagine si può essere<br />
perdonati come criminali, purché si indossi un<br />
gradevole abito firmato: “chi non si firma è perduto!”.<br />
Adeguandosi a questa “dolce” società, gli adulti più<br />
che premurosamente sottraggono a giovani e<br />
bambini ogni peso, fino a togliere loro ogni<br />
responsabilità. Giovani e bambini, invece,<br />
impegnandosi si rafforzerebbero nel pensiero, nel<br />
carattere e nella volontà. Al massimo il mondo degli<br />
adulti li lascia scegliere tra patatine e merendine,<br />
mentre dappertutto li accompagna doverosamente<br />
con l’auto.<br />
Dilaga la <strong>cultura</strong> dell’indulgenza, senza distinzione tra<br />
ciò che è bene ed utile e ciò che è male e nocivo.<br />
Essa rende friabili, curvi, psicoastenici, essa è la<br />
radice del male della nostra attuale società in cui<br />
domina un fasullo bambino-centrismo a causa di<br />
atteggiamenti troppo protettivi. Ai ragazzi abbiamo<br />
sottratto il piacere della conquista, della competitività,<br />
di provare a volare con le proprie ali, devitalizzandoli.<br />
Nell’egocentrismo si sviluppano il complesso<br />
dell’onnipotenza e quello dell’immortalità. D’altro<br />
canto, dinanzi alla vita reale, giovani e giovanissimi si<br />
rivelano essere i paurosi, quasi figli prolungati nel<br />
tempo, la cui reazione più semplice e immediata<br />
sono la violenza e la rabbia che sono sempre<br />
manifestazioni di paura, sia contro se stessi, come<br />
contro gli altri. Aiutiamo i nostri figli a sviluppare<br />
energia autoformativa e lungimiranza, trasmettendo<br />
valori e verità.<br />
Per educare davvero<br />
occorrerebbe, quindi, fare<br />
qualcosa di meno e non<br />
qualcosa di più verso i<br />
giovani, tralasciando la<br />
iperprotezione ansiosa e<br />
ansiogena, al fine di<br />
combattere la disfatta<br />
della volontà forte e<br />
chiara oggi nell’umanità.<br />
Lucilla A. Macculi<br />
Maria Grazia Pasca, 3C<br />
S. Secondaria Palmariggi<br />
Riproduzione di:<br />
La notte stellata<br />
di Vincent Van Gogh<br />
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