Scuola e Cultura - Ottobre 2012 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2012</strong><br />
armonizzare alcuni diritti, come il reato penale per<br />
adulterio che ha provveduto a cancellare dal suo<br />
codice.<br />
Così come mercato e democrazia, preziosi per noi,<br />
non possono essere esportati ed imposti a tutti,<br />
soprattutto contro la loro volontà.<br />
Alcuni filosofi contemporanei, come Thomas Pogge e<br />
David Miller sostengono che una teoria politica deve<br />
distinguere ambiti e contesti; ma ci sono principi<br />
etico- politici, quali quelli che ispirano i principali diritti<br />
umani, che hanno un significato trans<strong>cultura</strong>le.<br />
Esiste, però, una ragionevole possibilità d’intesa nel<br />
mondo globalizzato in cui viviamo.<br />
I principi su cui questo universalismo si basa non<br />
possono essere ricavati da una sola <strong>cultura</strong> e imposti<br />
agli altri. Essi devono essere, al contrario, ricavati<br />
all’interno di differenti ambiti <strong>cultura</strong>li.<br />
Così non si può parlare agli arabi di Loche o ai cinesi<br />
di Kant per parlare con loro di libertà ed eguaglianza;<br />
ma si deve cercare di capire come questi concetti<br />
politici fondamentali, diritti umani codificati nella Carta<br />
europea, siano declinati all’interno delle loro culture.<br />
E loro dovrebbero fare lo stesso con noi.<br />
Solo in questo modo un dialogo multi<strong>cultura</strong>le può<br />
essere fruttuoso.<br />
Questo dovrebbe essere un obiettivo primario nel<br />
Progetto Scolastico che mira a creare competenze<br />
di convivenza sociale in una Europa che si misura<br />
costantemente con le altre potenze mondiali vecchie<br />
e nuove, che hanno il loro peso politico e <strong>cultura</strong>le e<br />
con le quali siamo in contatto virtualmente e<br />
realmente.<br />
Basta leggere i dati ISTAT per rendersi conto come<br />
le presenze nelle aule di alunni che provengono da<br />
ogni parte del pianeta, ci fanno dire che c’è il mondo<br />
a <strong>scuola</strong>.<br />
Spesso la nostra ignoranza delle culture diverse dalla<br />
nostra rende proibitivo la sforzo di renderci conto,<br />
anche se superficialmente, dei loro diritti e delle loro<br />
libertà, che potrebbero anche celare molti principi<br />
comuni, cui noi siamo affezionati.<br />
È necessaria, comunque, una rivoluzione <strong>cultura</strong>le<br />
per convincerci che ogni uomo, ogni <strong>cultura</strong>, ogni<br />
popolo porta dentro di sé - come un DNA indelebile -<br />
le radici millenarie della propria civiltà, alla quale non<br />
si può né si deve rinunciare.<br />
Rischieremmo di divenire parte neutra di una massa<br />
omogenea, dimenticando chi siamo, da dove<br />
veniamo e dove andiamo. Si può essere uniti nella<br />
diversità, ma tenendo vive ognuno le proprie radici<br />
<strong>cultura</strong>li.<br />
Educare all’Europa dei diritti e delle culture, quindi,<br />
significa guardare alla persona nella sua realtà ed<br />
integralità, come fa la Carta dei diritti fondamentali<br />
dell’Unione Europea.<br />
Nel suo Preambolo si afferma appunto che l’Unione<br />
“pone la persona al centro della sua azione…”.<br />
Questo processo ha fatto emergere una persona<br />
“inviolabile”, da rispettare in ogni momento ed in ogni<br />
luogo. I diritti delle persone sono inviolabili. Non si<br />
possono riconoscere i diritti civili o politici e negare<br />
quelli sociali o quelli “nuovi” e viceversa.<br />
Così appare chiaro come ogni persona ha il diritto di<br />
“vivere” nella propria <strong>cultura</strong>, pur integrandosi nel<br />
contesto sociale della terra che la ospita e l’accoglie.<br />
Ha il diritto di usare la propria lingua, perpetuando le<br />
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tradizioni, gli usi ed i costumi, i modi di vivere che<br />
connotano la propria identità e le proprie origini.<br />
Educare alla solidarietà, alla comprensione che non è<br />
solo tolleranza, al rispetto dell’altro da sé, al dialogo<br />
tra le diversità comporta, senza dubbio, un<br />
accrescimento <strong>cultura</strong>le ed un arricchimento come<br />
persone e come cittadini.<br />
La diversità è sempre stata una risorsa, sia essa<br />
linguistica, fisica, sociale, <strong>cultura</strong>le.<br />
Nel nostro mondo multi<strong>cultura</strong>le e multietnico<br />
l’appartenenza ad una diversa etnìa, ad un altro<br />
mondo <strong>cultura</strong>le è un valore aggiunto che oggi viene<br />
vissuto in ogni contesto sociale, ma soprattutto nelle<br />
scuole, dove esiste ormai da tempo una società<br />
multi<strong>cultura</strong>le.<br />
Grande è il contributo che la <strong>scuola</strong> può dare nella<br />
formazione dei giovani che già vivono ogni giorno in<br />
una dimensione europea e mondiale.<br />
Necessaria, quindi, una educazione inter<strong>cultura</strong>le per<br />
una civile convivenza e per una democratica<br />
partecipazione.<br />
Ogni popolo vive la propria <strong>cultura</strong>, con i valori, le<br />
tradizioni ed i costumi che caratterizzano la vita<br />
sociale. Un patrimonio di conoscenze e di esperienze<br />
che gli esseri umani sviluppano nel tempo e nel luogo<br />
in cui vivono.<br />
Esistono, quindi, delle coordinate spazio-temporali<br />
per ogni <strong>cultura</strong>. Occorre parlare, perciò, di “culture”<br />
che si sono sviluppate nelle varie regioni d’Europa e<br />
del mondo.<br />
La presenza nello stesso territorio di una pluralità di<br />
culture, di esperienze, di modi di intendere e di<br />
interpretare la vita e la realtà rende la società<br />
multi<strong>cultura</strong>le.<br />
La multi<strong>cultura</strong>lità è legata ai più significativi processi<br />
della età contemporanea:<br />
- internazionalizzazione dei rapporti di produzione<br />
e consumo;<br />
- mondializzazione dei sistemi informativi e massmediali;<br />
- globalizzazione delle relazioni economiche, dei<br />
mercati tecnologici e <strong>cultura</strong>li.<br />
La società multi<strong>cultura</strong>le pone istanze educative che<br />
riconoscano e valorizzino le differenze entro un<br />
progetto di convivenza democratica. È un progetto<br />
che considera come valore ogni persona che<br />
costruisce e realizza la propria identità nella relazione<br />
con gli altri. In tale compito sono direttamente<br />
interessati <strong>scuola</strong> e territorio.<br />
L’educazione inter<strong>cultura</strong>le non si esaurisce nei<br />
problemi posti dalla presenza di alunni stranieri a<br />
<strong>scuola</strong>, ma si estende alla complessità del confronto<br />
tra culture, nella dimensione europea e mondiale<br />
dell’insegnamento e costituisce la risposta più alta e<br />
globale al razzismo e all’antisemitismo. Essa<br />
comporta la disponibilità a conoscere e a farsi<br />
conoscere, nel rispetto dell’identità di ciascuno, in un<br />
clima di dialogo e di solidarietà.<br />
L’educazione inter<strong>cultura</strong>le, come impegno generale<br />
della <strong>Scuola</strong> nei confronti del fenomeno del<br />
pluralismo <strong>cultura</strong>le (del quale l’eventuale presenza<br />
straniera è solo un aspetto) coinvolge tutti gli<br />
insegnanti e tutti gli operatori scolastici.<br />
Si considera ineludibile, quindi, il tema della<br />
formazione, iniziale ed in sevizio, de personale e del-<br />
la formazione universitaria dei docenti.