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Lola Bleus - Patrizio Marozzi

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impossibile che i desideri naturali riuscissero a trovare<br />

un po‘ di spazio anche in quell‘innaturale contesto.<br />

Ricordo il piacere di Alba, che dopo mi ha chiesto se<br />

l‘accompagnavo a telefonare a casa, a suo figlio che non<br />

stava bene, le fotografie dei suoi bambini di cui mi ha<br />

parlato, del suo Brasile lontano. I brevi ma intimi<br />

racconti di Norma che faceva la sua professione<br />

liberamente, di giorno era la domestica in una casa e la<br />

notte si trasformava all‘insaputa di tutti. Mi parlò dei<br />

suoi figli, del marito che era morto e che è sepolto in un<br />

cimitero di una città del nord, dove lei va ogni volta che<br />

può, dei rari momenti in cui si concedeva al suo<br />

bisogno di sperare, ma che subito reprimeva.<br />

Diana, greca che forse dopo un anno riuscì a tornare a<br />

casa, della giovane Aladina, la gentilezza di Giulia,<br />

Italiana che era fiera perché aveva un figlio adolescente<br />

che già scopava. Della rabbia e la disperazione di Sasia,<br />

maltese dal corpo statuario, a cui troppi avevano detto<br />

essere bella, tanto che lei non lo credeva più.<br />

Dell‘innamorata Natascia, Russa, a cui ho detto che se<br />

ci fossimo incontrati in un altro posto avremmo potuto<br />

conoscerci, perché è scappata e tornata a casa appena<br />

ha capito il suo malessere. Ricordo con piacere la tua<br />

semplicità, ma anche la tua reale intelligenza. La tua<br />

Amica Dania che si è stretta a me e mi ha baciato<br />

ricordandomi il piacere di fare all‘amore, di stare con<br />

chi ti vuole. Ti ho chiesto di ribellarti a chi ti teneva<br />

prigioniera. Ti ho chiesto come potevo aiutarti e tu mi<br />

hai risposto di non tornare più. Sei tornata anche tu in<br />

Russia, qualcuna di voi a denunciato i tuoi aguzzini,<br />

forse sei stata tu. Saluto Angela con la mente e con il<br />

corpo di una donna, un tras che cerca per completarsi<br />

un uomo, un eterosessuale; che mi ha parlato di sua<br />

sorella dicendomi ch‘è molto più bella di lei. Di quella<br />

ragazza dell‘Africa con cui ho scambiato la promessa di<br />

fare la comunione pensando a lei e lei pensando a me.<br />

Ricordo il breve incontro con Sabina, faceva l‘autostop<br />

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