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Lola Bleus - Patrizio Marozzi

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isogno. Come quando si stanno intervistando tre vedove<br />

di guerra in un programma televisivo: ―L‘intervistatrice‖<br />

si accorge che i suoi occhi stanno diventando rossi, ma<br />

non può fare quella che sarebbe la cosa più naturale,<br />

piangere. Allora pensa al copione alle domande che deve<br />

fare, cerca di bloccare quell‘emozione che sente dentro, ci<br />

riesce bene, ha dovuto essere brava. Però non immaginava<br />

che respingere la sua sensibilità, gli mandasse in tilt i<br />

pensieri, ma è brava e a parte l‘aver detto cabina invece di<br />

cucina se l‘è cavata bene. Non era facile nel contesto di<br />

quel programma parlare di quell‘argomento e sono sicuro<br />

che i telespettatori si sono resi conto di che bell‘essere<br />

umano SEI.<br />

Vicino alla conduttrice, la prima delle tre donne è<br />

―giovane‖ e sente con la sua fragilità che non può<br />

permettersi di avere tutto il peso, la fatica del lutto. Ma ho<br />

come l‘impressione che in lei c‘è qualcosa di più.<br />

L‘angoscia dilaniante nei suoi respiri nel suo petto, un<br />

fardello che sembra schiacciarla sopra le spalle; è lontana<br />

dal pianto non riesce più a sentirlo a trovarlo, neanche lo<br />

ricorda più, forse, l‘ultima volta che ha pianto, le sue<br />

lacrime erano così disperate così acute, di un dolore che le<br />

sembrava insostenibile, tanto dolore le ha cancellato la<br />

memoria delle sue lacrime, ed ora è come dispersa,<br />

lontana, in un rifugio pieno di fatica, accovacciata vicino<br />

all‘ultimo tenue calore di un ricordo che una volta la<br />

faceva ridere, sperare, respirare senza sentire la fatica, la<br />

fatica dell‘aria che il suo corpo continua ad assorbire; una<br />

parte di lei non capisce più perché ciò avvenga. Eppure<br />

anche in un essere defraudato, mortificato, avvilito c‘è un<br />

frammento di vita che lotta per tornare a regalare, ciò per<br />

cui aveva pensato di esistere: il suo senso, il senso<br />

dell‘esistenza; è solo smarrito, impaurito, confuso,<br />

l‘augurio da fare è che sia così. E un giorno quando si<br />

accorgerà che i suoi sensi hanno ricominciato a parlare<br />

con il mondo, sentirà un bisogno strano, particolare: il<br />

bisogno d‘incontrare qualcuno che accolga le sue lacrime,<br />

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