SEDUZIONE «Casanova è sempre e soltanto un piccolo avventuriero» Lo scrittore Simenon intervista il cineasta Fellini. Bulletin pubblica alcuni passaggi del colloquio apparso nel 1977. Una riflessione sui film, sull’arte, sulla vita, nonché sul (presunto) più grande seduttore di tutti i tempi: Giacomo Girolamo Casanova. Marcus Balogh, redazione Bulletin Georges Simenon Allora, se non le dispia- ce, vorrei cercare di mettermi nei panni di un giornalista e intervistarla. Perché da quando lei ha cominciato a girare Casanova io mi faccio moltissime domande. Sono due anni, credo, che ho perso la nozione del tempo. Federico Fellini I miei produttori dicono quattro anni! È consapevole di aver creato un capolavoro? Difficile rispondere a questa domanda. Quando finisco un film, ho una gran furia di lasciarlo. Voglio staccarmene, non averci più niente a che fare. Perciò mi è quasi impossibile dare un giudizio critico, obiettivo. Sono molto colpito da quello che lei mi dice, ma, sul serio, non riesco ad avere nessuna opinione sul mio film. (…) Come è nato Casanova? Aveva in mente fin dal principio di fare un’opera così? No. (…) Per ottenere il denaro necessario a «Giulietta degli Spiriti» avevo promesso al produttore un «Satyricon». La lettura – tardiva – di Petronio mi aveva toccato nel profondo, e la cosa era andata in porto. Perché non tentare la stessa operazione con Casanova? Allora ho girato «Amarcord», e poi è arrivato il momento di mettermi finalmente a leggere i «Mémoires» di Casanova. Che disastro! Cosa mai potevo avere in comune con un tipo così? Non è un artista, non parla mai della natura, dei bambini, dei cani, niente. Ha soltanto scritto una specie di elenco telefonico. È un ragioniere, un contabile, un playboy di provincia che crede di avere vissuto ma non è nemmeno nato, che ha girato il mondo senza mai esistere, che ha attraversato 14 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 3-03 «Per lui le donne non sono un fine, ma un mezzo.» Georges Simenon, scrittore «Mi rifiutavo di avere a che fare con un simile imbecille.» Federico Fellini, cineasta la sua vita come un fantasma errante. Lei lo ha letto? Sì, sì, a sedici anni. E volevo appunto farle un regalo. La prima edizione originale, i sei volumi dei «Mémoires» di Casanova, in francese… Ero disperato. Ho desiderato con tutte le mie forze che il film non si facesse. Ho rotto i ponti con De Laurentiis (N. d. R.: il produttore Dino De Laurentiis). Voleva Robert Redford per la parte di Casanova. Sa com’è, Fellini-Casanova, una «Dolce vita» ambientata nel Settecento, insomma faceva gola… ai produttori. (…) Ho cominciato a girare in luglio. Con Donald Sutherland. Le difficoltà hanno continuato ad accumularsi. Scioperi, malattie, e a Natale Grimaldi (N. d. R.: il produttore Alberto Grimaldi) ha fermato tutto senza avvertirmi. Ha licenziato la mia troupe al completo. Pensava che avessi già speso troppo, che «ero peggio di Attila»… Sapevo di queste difficoltà, per tenermi al corrente mi facevo arrivare i ritagli stampa dall’Italia… Agli inizi, riluttante com’ero, gli ostacoli non mi avvilivano. Anzi, giustificavano la mia resistenza. Odiavo il personaggio, mi rifiutavo di avere a che fare con un simile imbecille. Ma nonostante tutto avevo deciso di farne un film. Un film sul vuoto esistenziale, su un tizio che non smette mai di Collection/P.E.A. recitare e dimentica di vivere sul serio. (…) Kobal Perché in realtà è un film sull’inutilità della The creazione, sul deserto arido in cui il crea- Images, tore fatalmente si ritrova dopo essersi ingegnato a vivere soltanto con le sue mario- Archive nette, o con le sue parole. Dimenticando di Hulton lasciare esprimere il lato animale che è Foto:
In un’altra intervista, Fellini definisce Casanova «un losco Pinocchio che si rifiuta di diventare un bravo ragazzo». Casanova lascia che a pagarne le conseguenze siano le donne. <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 3-03 15