04.06.2013 Views

Seduzione - Credit Suisse eMagazine

Seduzione - Credit Suisse eMagazine

Seduzione - Credit Suisse eMagazine

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SAVOIR-VIVRE<br />

«Chi ama la propria auto<br />

la cura con le sue mani»<br />

La monotonia del design automobilistico moderno risveglia<br />

il desiderio di veicoli d’epoca. E non è solo questione di forme<br />

opulente. Marcus Balogh, redazione Bulletin<br />

«Noi affermiamo che la magnificenza del<br />

mondo si è arricchita di una bellezza nuova:<br />

la bellezza della velocità. Un’automobile<br />

da corsa col suo cofano adorno di grossi<br />

tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo...<br />

un’automobile ruggente, che sembra correre<br />

sulla mitraglia, è più bella della Vittoria<br />

di Samotracia». Di quando in quando è<br />

senz’altro lecito assaporare il «Manifesto<br />

del futurismo», scritto nel 1909 da Filippo<br />

Tommaso Marinetti. Certo non lo si potrà<br />

definire «politically correct», ma probabilmente<br />

rispecchia ciò che sembra provare un<br />

numero sempre maggiore di automobilisti:<br />

un entusiasmo irrazionale per tutto ciò che è<br />

meccanico, rumoroso, non filtrato. Personalità<br />

al posto dell’elettronica? L’idea non è da<br />

escludere. Venti anni or sono in un’auto agivano<br />

una manciata di motori elettrici, e persino<br />

le limousine più lussuose se la cavavano<br />

con una dozzina di metri di cavi elettrici.<br />

Nell’ultima generazione della Mercedes SL il<br />

solo seggiolino dispone di 16 motori, e complessivamente<br />

vengono utilizzati 2,1 chilometri<br />

di cavi elettrici. Tra pochi anni persino<br />

il volante si limiterà a trasmettere impulsi<br />

elettronici a servomotori. L’automobilista si<br />

troverà così non più a domare cavalli, ma a<br />

gestire bit e byte.<br />

Veicoli d’epoca: una festa per i sensi<br />

«Naturalmente, maggiore è la responsabilità<br />

che l’industria automobilistica delega agli<br />

innumerevoli congegni elettronici, minore è<br />

l’importanza del conducente, che diventa<br />

più distante da ciò che accade a lui<br />

e alla sua auto», afferma Beat Walti della<br />

Lukas Hüni AG. E spiega così anche l’interesse<br />

per i veicoli d’epoca. «Guidare<br />

un’auto d’epoca ha qualcosa di avventuroso,<br />

di immediato. Non voglio creare un falso<br />

alone intorno alla comunità degli oldtimer,<br />

ma è proprio questo il motivo dell’interesse<br />

che la maggior parte dei nostri clienti abituali<br />

nutre per le auto: vogliono guidarle, e non<br />

trarne un possibile profitto».<br />

I collezionisti pagano milioni<br />

Piacere e profitto: una distinzione necessaria.<br />

Dalla fine degli anni Ottanta il settore<br />

sta vivendo un vero e proprio boom, a cui<br />

molti estimatori degli oldtimer guardano però<br />

con grande disappunto. Negli anni d’oro i<br />

collezionisti più agiati erano disposti a pagare<br />

addirittura diversi milioni per l’oggetto<br />

delle loro brame, e il loro desiderio<br />

era risvegliato da tutto ciò che era raro e aveva<br />

quattro ruote. Il record è tuttora rappresentato<br />

dal prezzo raggiunto nel 1990 da<br />

una Ferrari 250 GTO degli anni Sessanta:<br />

un collezionista giapponese pagò allora<br />

20,5 milioni di dollari per il raro bolide di<br />

Maranello.<br />

Nel frattempo le acque si sono un po’ calmate,<br />

anche se per modelli rari e marche<br />

esclusive vengono ancora sborsate cifre a<br />

sette zeri, come i 3,3 milioni di dollari spesi<br />

di recente per una Mercedes SSK del 1937.<br />

<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 3-03 57

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!