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Seduzione - Credit Suisse eMagazine

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SEDUZIONE<br />

«Figli di ostriche e peperoncini»<br />

Gli esseri umani hanno sempre cercato nuovi stratagemmi per aumentare il piacere, incuranti, a volte,<br />

anche delle loro papille gustative: fiele di maiale, pene di foca e testicoli di volpe non si annoverano certo<br />

tra gli alimenti più richiesti dai comuni mortali. Marcus Balogh, redazione Bulletin<br />

Si dice che il sesso sia il dettaglio<br />

più importante della vita. Niente<br />

di più probabile, visto che ogni<br />

essere vivente ha per natura un<br />

unico obiettivo: tramandare il proprio<br />

patrimonio genetico. Un dato di<br />

fatto che, detto così, può forse disilludere<br />

i più romantici, ma che permette<br />

di comprendere perché gli<br />

impulsi ormonali abbiano tanto potere<br />

su di noi. Si capisce anche perché<br />

nessun ostacolo sia troppo<br />

grande per soddisfarli. Non si contano<br />

rituali, pozioni magiche e scongiuri<br />

volti a conquistare la persona<br />

amata o ad aumentare il proprio<br />

desiderio sessuale. Tempo, fatica<br />

e denaro sono sempre passati in<br />

secondo piano. E non solo, anche i<br />

più schizzinosi mettevano inevitabilmente<br />

da parte le proprie remore.<br />

Oggi, gli ingredienti dei filtri d’amore<br />

fanno accapponare la pelle ai più:<br />

sangue e cuore di pipistrello, ghiandole<br />

di pavoncella, organi sessuali<br />

di coniglio, ossa di tartaruga rosicchiate<br />

da formiche, fiele di maiale e<br />

testicoli di volpe.<br />

Usanze d’altri tempi? Non esattamente. In molti paesi di Africa,<br />

Asia e America Latina è consuetudine ancora oggi tentare di ammaliare<br />

l’oggetto del desiderio con la «magia». E per rinvigorire<br />

la potenza amatoria si fa ricorso a presunti afrodisiaci come il<br />

pene di foca o la pinna di pescecane, le ossa di tigre in polvere o<br />

il corno di rinoceronte. Una prassi che fa rizzare i capelli a medici<br />

8 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 3-03<br />

Il successo non è sempre garantito:<br />

con qualche bocconcino prelibato,<br />

Walter Matthau cerca – inutilmente –<br />

di far deviare Elaine Devry dalla<br />

via della virtù.<br />

e zoologi. Interpellato in merito ai<br />

leggendari effetti afrodisiaci del<br />

corno di rinoceronte, l’ex direttore<br />

dello zoo di Francoforte Richard<br />

Faust ribatte: «Tanto vale mangiarsi<br />

le unghie e sperare in un risultato...»<br />

Niente affatto controversa è<br />

invece l’efficacia della mitica «mosca<br />

spagnola» – anche se forse<br />

non proprio nei termini intesi da<br />

chi ne fa uso. Innanzitutto, la mosca<br />

spagnola in realtà altro non è<br />

che un coleottero. Un insetto verde<br />

brillante, utilizzato già nell’Antica<br />

Roma per esaltare le virtù<br />

amorose, anche se a quei tempi<br />

l’impiego era solo esterno. Più tardi<br />

si passò a ingerire le parti del<br />

maggiolino polverizzate, con risultati<br />

talvolta mortali. La misteriosa<br />

sostanza apparentemente tanto stimolante<br />

è la cantaridina. Qualche<br />

milligrammo di troppo, ed ecco che<br />

invece di esaltare i sensi si passa<br />

all’altro mondo.<br />

Ovviamente i metodi non si<br />

fermano qui. Streghe e sciamani,<br />

guaritori e medici hanno sempre fatto ricorso a sostanze rinvigorenti<br />

conosciutissime e assolutamente innocue. Pepe e paprica, ostriche<br />

e albicocche, porro e sedano di montagna avrebbero tutti poteri<br />

afrodisiaci. Si racconta che il Re Sole Luigi XIV si sia preparato alla<br />

notte di nozze con la figlia del Re di Spagna Maria Teresa pasteg-<br />

giando 400 ostriche. Foto: Hulton Archive/SwissPress (pagine 6/7), The Kobal Collection/20th Century Fox, Mathias Hofstetter

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