GHP sigla una nuova Napoli XXVIII
QQuando, dai primordi del XVII secolo i giovani rampolli dell'aristocrazia inglese (im<strong>it</strong>ati poi dai loro omologhi francesi e tedeschi) partivano per il Grand Tour alla riscoperta delle proprie origini nutrendosi - letteralmente - di testimonianze artistiche e culturali in Europa meridionale, la meta più gettonata, nell'amb<strong>it</strong>o del Voyage à l'Italienne era proprio la porzione sud di Terra di Lavoro: dai Campi Flegrei a Paestum, isole comprese. Tutt'oggi nessuno mette in dubbio l'irripetibile valenza di una zona unica per risorse terr<strong>it</strong>oriali, culturali ed artistiche, il cui centro topografico e rappresentativo non può non essere Napoli, cioè la stessa c<strong>it</strong>tà che ne è nel contempo il peggior vessillo comunicativo, avvolta com'è in un intrico di inefficienze, povertà strutturali e di impen<strong>it</strong>ente malcostume in grado di trasformare le pur notevoli capac<strong>it</strong>à di incoming del terr<strong>it</strong>orio in un vano sforzo teso a mantenere vis<strong>it</strong>atori e turisti in c<strong>it</strong>tà mentre sono protesi a guadagnare velocemente isole e costiera, lontani da scippi, vicoli maleodoranti, traffico e... musei chiusi. Eppure le sbandieratisssime "eccellenze" in grado di intrattenere e interessare qualsivoglia fascia di utenza, come è noto, non mancano. E neanche assessori illuminati in grado di valorizzarli. Certo, operazioni di rilancio trasversali e riconoscibili sono tutt’oggi possibili ancorchè in parte già in atto, ma di certo giova gestirle con un'adeguato know how ed un pizzico di rappresentativ<strong>it</strong>à: una ventata di rinnovamenti propos<strong>it</strong>ivi, per esempio, ci è offerta dalla last mission che si è prefissata il Grand Hotel Parker’s, luogo atavico dell'incoming partenopeo legato finora al binomio storia & tradizione fin dal lontano 1870. Punto di riferimento per viaggiatori "colti" attratti dalla sua ubicazione strategica tra i quartieri Chiaia e Vomero, il GHP rivestirà, in maniera graduale, ma percettibile, un ruolo sempre più vicino al concept di "attractive location" anzichè di semplice hotel. Non solo nell’offerta capillare che si aggiornerà a r<strong>it</strong>mi costanti, non solo nell'adeguamento dei costi, coerentemente con gli stilemi europeisti verso il lusso democratico, ma anche rafforzando la tradizionale capac<strong>it</strong>à di accogliere osp<strong>it</strong>i tale che possano sentirsi a casa, anche solo per gustare un aper<strong>it</strong>ivo o partecipare ad uno dei tanti eventi che il GHP organizza. Ed è proprio l'elemento-evento a caratterizzare il processo di trasformazione dei servizi: si aggiungerà, alle proverbiali feste sulla Terrazza delle Muse, alle vernici di di Ferdinando Polverino De Laureto / Annalisa Tirr<strong>it</strong>o gioielli, ai mercatini con oggetti del terr<strong>it</strong>orio, un programma di esposizioni, mostre e collegamenti con realtà virtuose (e nient'affato virtuali) di cui il nostro terr<strong>it</strong>orio (e non solo) pululla. Un legame con le ist<strong>it</strong>uzioni "giuste" permetterà a chi deciderà (saggiamente) di intrattenersi a Napoli una serie di spedizioni culturali/enogastronomiche in una provincia tutta da (ri)scoprire. Una cordata di concrete attiv<strong>it</strong>à sulla Campania che avrà nell’albergo una sorta di coacervo di esperienze che solo una grande struttura consolidata può rappresentare. Del resto tutt’oggi il legame GHP/ terr<strong>it</strong>orio è tutt’altro che lento. Già il Centro Benessere Day Light, aperto anche al pubblico esterno all’albergo, ne è un esempio: un’isola di rilassante piacere in pieno centroc<strong>it</strong>tà, per r<strong>it</strong>rovare la nonsololaformasanadel corpo, ma anche benessere e il proprio equilibrio psicofisico. XXIX La Vinoterapia, tecnica oramai diffusa, le cui prerogative non hanno più bisogno di essere illustrate, si avvale di scrub al mosto d’uve ultracampane come Aglianico e Piedirosso e massaggio all’olio di vinaccioli degli stessi v<strong>it</strong>igni ricchi di rasveratrolo. Senza sottovalutare il percorso sensoriale del Benessere a Napoli, realizzato con le ricchezze naturali della Campania: gli agrumi sorrentini, minerali vesuviani, fango termale, essenze locali. Coerente persino l’audizione, contemporanea ai trattamenti, di antiche melodie folkloristiche. E naturalmente il cibo, regno di Baciòt, lo chef ispirato, nell’uso creativo di prodotti del terr<strong>it</strong>orio, dallo stesso panorama sul golfo e dalle innumerevoli interazioni con le realtà gastronomiche che solo una struttura di gran rilievo può sviluppare. Il ristorante George’s è una vera esperienza, tutta partenopea, ispirata al buono e al bello, all’ultimo piano dell’albergo, su un panorama da dipinto, che a seconda delle ore del giorno si colora di rosa e d’azzurro, assecondando mare, ab<strong>it</strong>ato e Vesuvio dello spettacolare golfo. Ovviamente per ragioni di (buona) famiglia anche il Vino è “in parure”, come il Camarato di Villa Matilde, tra le etichette della eccellente cantina. Mentre Bidder Bar (in James Bond style) e Cigar Room rappresentano pennellate di internazional<strong>it</strong>à (ma anche la champagneria probabilmente si tingerà di effluvi più vicini alla nostra c<strong>it</strong>tà), arazzi e decor riportano sontuosamente a ciò che di prezioso il nostro terr<strong>it</strong>orio possa testimoniare. GHP è un melange di antico e moderno con un’unica filosofia di pura marca partenopea: “ciò” e “chi” funziona a Napoli è ufficialmente inv<strong>it</strong>ato a partecipare.