magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ - Chiaiamagazine.it
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nuovo rispetto ad altre letture.<br />
È di aver saputo far<br />
scorrere la complessa trama<br />
di oltre due secoli di Regno,<br />
su due distinti ma intersecanti<br />
“percorsi”, dandoci<br />
conto di “delicate convergenze<br />
e divergenze” con una<br />
ricchezza di analisi e di particolari,<br />
che solo un profondo<br />
conosc<strong>it</strong>ore della nostra storia,<br />
come lui, poteva offrirci.<br />
Da una parte, si narra la<br />
sorte dei Borbone, dall’ altra,<br />
la lunga sfida della Nunziatella<br />
che, se pur se si intreccia<br />
con le vicende della dinastia<br />
che le diede v<strong>it</strong>a, alla fine le<br />
sopravvive in ragione della<br />
sua forza genetica, di una<br />
ident<strong>it</strong>à libera, sempre<br />
aperta al nuovo, che da sub<strong>it</strong>o<br />
la connota.<br />
Passano difatti solo pochi<br />
anni dalla sua fondazione,<br />
voluta “come il vivaio dal<br />
quale sarebbe spuntato l’autentico<br />
eserc<strong>it</strong>o delle due Sicilie”,<br />
quando nel 1799 con<br />
la venuta dei Francesi e la<br />
fugadireFerdinandoinSicilia,<br />
larga parte dei Cadetti,<br />
alla viltà del re fuggiasco,<br />
preferisce l’impegno di un<br />
LIBRI Saper<br />
Vivere<br />
nuovo credo morale, civile e<br />
liberale, patrimonio di suoi<br />
ex allievi in carriera, lungimiranti<br />
e coraggiosi. Sarà<br />
questo il primo e più forte segnale<br />
di netto valore ident<strong>it</strong>ario,<br />
che darà per sempre<br />
all’Accademia il suo marchio<br />
distintivo. Nasce da qui la<br />
storia lunga e tormentata di<br />
alterne vicende, di rivolgimenti<br />
dinastici e di intuibili<br />
r<strong>it</strong>orsioni, tra borbonici e<br />
forze liberali, filo francesi e<br />
filo un<strong>it</strong>ari, che vivrà la<br />
lunga, movimentata preparazione<br />
del disegno un<strong>it</strong>ario<br />
e poi il raggiungimento del<br />
traguardo, sul filo di una<br />
guerra permanente, in cui la<br />
Adue anni dalla morte della figlia Fanny, esce<br />
“Il viaggio della v<strong>it</strong>a” (M. D’Auria Ed<strong>it</strong>ore,<br />
2010, euro 12,00), la raccolta di poesie scr<strong>it</strong>te da<br />
Giacomo Garzya, poeta e fotografo napoletano,<br />
tra il 2007 e il 2010. Presentato lo scorso 16 giugno<br />
nello Spazio la Feltrinelli di piazza dei Martiri,<br />
a parlarne con l’autore c’era il professor<br />
Giovanni Starace, psicoanalista:<br />
«L’integrazione tra affettiv<strong>it</strong>à e<br />
sessual<strong>it</strong>à, - spiega - tra v<strong>it</strong>a e<br />
morte, passione e razional<strong>it</strong>à è<br />
una cosa complessa». Eppure gli<br />
opposti non sono altro che le due<br />
facce di una stessa medaglia,<br />
tutto sta nel saper cogliere negli<br />
interstizi dell’animo umano<br />
quella sottile linea che allo stesso<br />
tempo separa e unisce; quello<br />
dell’artista è un inno contro il<br />
manicheismo, perché «l’urlo<br />
scomposto, trascendente, gotico,/<br />
manifestare può tanto la<br />
v<strong>it</strong>a come la morte,/ come l’urlo<br />
liberatorio dopo un travagliato<br />
parto,/ come l’urlo straziato per la scomparsa di<br />
un figlio». La v<strong>it</strong>a è un grande racconto e man<br />
mano che gli anni passano il racconto si modifica,<br />
23 CHIAIA<strong>magazine</strong> 6-7 / giugno luglio 2010<br />
GIACOMO,<br />
IL POETA<br />
ERRANTE<br />
di Rossella Galletti<br />
Nunziatella non vi sta in<br />
mezzo “come un vaso di coccio<br />
manzoniano” ma vi si distingue<br />
per scelte coraggiose.<br />
Occorre, però, precisare,<br />
sempre al servizio, non di<br />
una causa, di una fazione,<br />
ma della “causa”, ist<strong>it</strong>uzionalmente<br />
r<strong>it</strong>enuta la più giusta.<br />
Uno snodo storico cruciale,<br />
che Castronuovo evoca con<br />
memori e grati accenti,<br />
dandopoiaciascunaforzain<br />
campo, a vinc<strong>it</strong>ori e vinti, ciò<br />
che gli spetta in onore e lealtà.<br />
Spesso, passeggiando<br />
per Napoli, la vista, l’incontro<br />
di questi allievi dal singolare<br />
berretto - il chepì - ora<br />
copricapo anche del gentil<br />
sesso, entrato da poco nella<br />
grande famiglia di Pizzofalcone<br />
- sempre cosi comp<strong>it</strong>i,<br />
lindi, nelle loro divise, evocanti<br />
dipinti e “gouache” ottocentesche,<br />
pur lasciando<br />
intuire, la serietà di una<br />
grande e nobile tradizione,<br />
non possono certo farci immaginare<br />
pienamente quale<br />
patrimonio di fierezza, di lealtà<br />
e di studio rappresentino.<br />
Perciò è importante un<br />
libro, come quello di Castronuovo,<br />
che oltre a dirci dove<br />
nasce una storia di fierezza,<br />
dice anche di che cosa ci si<br />
può gloriare. Io intanto più lo<br />
leggo e più mi convinco del<br />
grande destino “genetico”,<br />
che anche i luoghi posseggono,<br />
per convenire che non<br />
poteva non piazzarsi che quia<br />
Pizzofalcone, dove fiorì la<br />
originaria e antica civiltà di<br />
Napoli - la sua più nobile<br />
sentinella: la Nunziatella. E<br />
capisco, anche perché molti<br />
ex allievi, solo a parlarne, dicano<br />
nei secoli semplicemente,<br />
oggi più di ieri:<br />
“Nunziatella, amore mio”.<br />
quello che un tempo era amore ora è un vuoto che<br />
dilania lo stomaco. Quando Marco Polo riferiva<br />
al Grande Khan le cose meravigliose che aveva<br />
vedute durante le spedizioni nello sconfinato impero<br />
cinese, spesso raccontava di odori e sapori<br />
della sua infanzia a Venezia. Viaggiando ammiriamo<br />
paesaggi naturali e culturali sconosciuti,<br />
ma compiamo anche un percorso che ci riporta a<br />
r<strong>it</strong>roso nel tempo, a dar senso ad eventi passati<br />
nei quali riscopriamo l’altro che è in noi e che,<br />
manifestatosi in un’ epoca lontana, riemerge proprio<br />
nella conoscenza dell’alter<strong>it</strong>à.<br />
Il Garzya sa bene che si viaggia<br />
«per cercare quelle immagini /<br />
che avevo da sempre / nella mia<br />
mente, / forse viaggio / per r<strong>it</strong>rovare<br />
il senso primo / che mi tormenta<br />
da sempre, / forse il<br />
viaggio / è un tornare indietro<br />
/ per preservare qualcosa / di<br />
allora». Ma a un certo punto,<br />
prima o poi, il cammino è<br />
“bruciato da un fulmine”; un<br />
anel<strong>it</strong>o resta però in chi vive,<br />
nell’eros, pulsione sessuale<br />
contro la pulsione di morte.