Le firme del futuro Tra qualche anno le firme digitali consentiranno <strong>il</strong> disbrigo di svariate operazioni senza tante scartoffie. Ma prima occorre superare alcuni scogli. Testo a cura di Esther Bürki
Foto: Peter T<strong>il</strong>lessen In passato, i documenti importanti venivano siglati con sig<strong>il</strong>li <strong>in</strong> ceralacca, una procedura che richiedeva un certo dispendio di tempo e oggi caduta <strong>in</strong> disuso: basta <strong>in</strong>fatti una semplice <strong>firma</strong> per suggellare, <strong>in</strong> pochi secondi, decisioni anche di grande portata come l’acquisto di una casa o di un’automob<strong>il</strong>e. Se l’impiego di mezzi elettronici <strong>in</strong> questo ambito fosse altrettanto semplice, Stefan Bellwald, specialista di firme digitali e responsab<strong>il</strong>e PKI & Chip Technology al Credit Suisse F<strong>in</strong>ancial Services, non dovrebbe <strong>più</strong> scervellarsi, r<strong>in</strong>tanato nel suo ufficio di Horgen, sul modo migliore per abituare la clientela alle firme digitali. Su questo fronte la Svizzera si trova <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea rispetto agli altri paesi; potrebbero tuttavia trascorrere ancora diversi anni prima dell’effettiva <strong>in</strong>troduzione di questa <strong>in</strong>novazione tecnologica. Tale somma viene <strong>in</strong> seguito allegata al documento sotto forma di <strong>firma</strong> <strong>digitale</strong>. I 160 caratteri hanno lo scopo di garantire che quest’ultimo non venga modificato da persone non autorizzate. Il dest<strong>in</strong>atario avrà dunque bisogno di una «chiave pubblica», o «public key», sia per crittografare messaggi da <strong>in</strong>viare all’utente, sia per decrittografarne la <strong>firma</strong> <strong>digitale</strong>. Ciò <strong>è</strong> consentito da un apposito programma che, da un lato, decodifica la somma di 160 caratteri e, dall’altro, genera un’altra somma di verifica del documento. I due dati vengono poi messi a confronto e, se i valori corrispondono, <strong>il</strong> dest<strong>in</strong>atario ha la certezza che <strong>il</strong> documento non <strong>è</strong> stato alterato. Per agevolare la verifica dell’identità del mittente e dell’<strong>in</strong>tegrità del documento, a quest’ultimo può venir accluso un certificato <strong>digitale</strong> che altro non <strong>è</strong> che un piccolo f<strong>il</strong>e <strong>in</strong>formatico di circa 2 kB, <strong>il</strong> quale contiene la «public key» nonché i dati <strong>in</strong>erenti al mittente. Il certificato può essere considerato una specie di carta d’identità elettronica, che viene r<strong>il</strong>asciata da un servizio autonomo. Credit Suisse E-BUSINESS Stefan Bellwald, specialista di firme digitali al CSFS, sogna di una carta d’identità <strong>digitale</strong> che gli eviti di dover mettere mano alla penna. Pollice ai raggi X? Innanzitutto vanno sfatate alcune false credenze: le firme digitali non sono firme manoscritte passate allo scanner e memorizzate <strong>in</strong> forma elettronica. Non si tratta nemmeno di firme registrate con penne speciali su superfici elettroniche sensib<strong>il</strong>i reso noto <strong>in</strong> occasione di una conferenza alla pressione, come avviene per i palma- stampa tenuta un paio di mesi fa. ri. Né, tantomeno, della memorizzazione Ritorno al medioevo <strong>digitale</strong> Nel frattempo <strong>è</strong> stata rivalutata l’idea di dell’impronta del pollice allo scopo di iden- F<strong>in</strong>o al maggio 2001, i certificati universali munire la carta d’identità svizzera di un tificare <strong>in</strong> modo univoco la persona auto- venivano emessi dalla società svizzera chip per l’identificazione onl<strong>in</strong>e. Ma non vi rizzata. <strong>La</strong> questione <strong>è</strong> nettamente <strong>più</strong> Swisskey, la quale però, per motivi f<strong>in</strong>an- <strong>è</strong> niente di nuovo sotto <strong>il</strong> sole: <strong>in</strong> F<strong>in</strong>landia, complessa e anche assai <strong>più</strong> astratta. ziari, ha <strong>in</strong> seguito <strong>in</strong>aspettatamente deci- ad esempio, lo Stato r<strong>il</strong>ascia già carte d’iso di fare dietro front. <strong>La</strong> Confederazione dentità dotate di chip contenenti un certi- Come viene creata una <strong>firma</strong> <strong>digitale</strong>? sta tuttora valutando se la certificazione ficato <strong>digitale</strong>. E <strong>in</strong> Italia sono <strong>in</strong> corso test <strong>La</strong> <strong>firma</strong> <strong>digitale</strong> <strong>è</strong> costituita di svariati delle firme digitali sia una faccenda di cui per valutare la compatib<strong>il</strong>ità del modello elementi che vengono allegati a un’e-ma<strong>il</strong>, debba farsi carico o meno. Una soluzione del paese scand<strong>in</strong>avo con la realtà del Bel- analogamente a quanto avviene con i do- potrebbe essere una partecipazione pubpaese.cumenti Word. Il dest<strong>in</strong>atario riceve così blica alla costituzione di un ente privato, m<strong>in</strong>uscoli f<strong>il</strong>e <strong>in</strong>formatici delle dimensioni ma si potrebbe anche concepire che lo Chi risponde <strong>in</strong> caso di abuso? di 2 kB. Stato gestisca un proprio ente di certifica- Sul piano giuridico, la <strong>firma</strong> <strong>digitale</strong> com- In una prima fase, partendo dalla totazione, sia creando una società ex novo, sia porta ancora alcuni <strong>in</strong>convenienti. Mentre lità delle battute del documento viene ge- conferendo l’<strong>in</strong>carico a ex aziende di mo- Germania, Italia, Austria, Spagna e altri nerata una somma di 160 caratteri che sanopolio, come Swisscom o <strong>La</strong> Posta. Per paesi europei si sono già da tempo preocranno poi codificati (<strong>in</strong> gergo si parla di certo si sa solo che la Confederazione non cupati di elaborare disposizioni giuridiche «private key» <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese o di «chiave priva- <strong>in</strong>tende accogliere la proposta di rivolger- <strong>in</strong> materia, <strong>in</strong> Svizzera non <strong>è</strong> ancora stata ta» <strong>in</strong> italiano). si a enti di certificazione esteri, come ha risolta la questione della parificazione del- Bullet<strong>in</strong> 5|01 53
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