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iniziative imprenditoriali ed economiche, nascondendone i bilanci ed i
movimenti illegali reali. Pertanto primeggeranno le attività meno appariscenti
e rischiose con scarso controllo da parte delle autorità, ma ugualmente
remunerative proprio come il traffico di rifiuti. Oltre all’elevato ritorno
economico e all’insufficiente consolidamento delle normative, i crimini contro
l’ambiente sono privilegiati da tutte le organizzazioni mafiose che vi possono
accedere, perché offrono in primo luogo la possibilità di lavorare dal, verso e
sul proprio territorio, consolidandovi la presenza e sfruttandone le protezioni,
in secondo luogo l’occasione di interagire con istituzioni e attori economici
territoriali, aumentando il livello di compenetrazione socio-economica e
sfruttando la maggior indulgenza, sociale e penale, di cui tali soggetti
beneficiano. È questo l’incrocio che rende trasparente come il crimine
organizzato contro l’ambiente non riguardi solo e soprattutto le ecomafie. 17
Strutture realizzate ad hoc, imprese economiche, ufficiali pubblici e più in
generale il crimine delle imprese, si rivelano gli ingranaggi indispensabili del
sistema. Nel ciclo del cemento sono compresi l’abusivismo edilizio con oltre
quattrocentomila costruzioni abusive realizzate nell’ultimo decennio,
l’estrazione illecita di materiali da costruzione e l’infiltrazione negli appalti
pubblici. L’abusivismo odierno trova origine nella strutturale carenza di piani
regolatori, rappresentando sempre più i caratteri della speculazione 18 .
L’orientamento affaristico degli appalti pubblici, è identificato dalla legge
antimafia come caratteristica strutturale delle organizzazioni mafiose. La
signoria territoriale esercitata dalla mafia implica, infatti, l’ambizione al
controllo di tutte le risorse vantaggiosamente disponibili sul territorio.
Le metropoli sono diventate terreno di conquista degli speculatori,
bisognerebbe ripristinare la legalità, bloccare le espansioni urbane,
riqualificare le periferie, per porre fine al saccheggio del territorio e delle città.
Il prof. Paolo Berdini, in un suo articolo giornalistico intitolato “Città e
territori come beni comuni: nove proposte per salvare il Belpaese”, afferma
che la legislazione urbanistica è stata smantellata, i piani regolatori, cioè il
17 Muti G., “Territorio, ambiente e crimine organizzato: contraddizioni e prospettive”,
www.omicronweb.it, 2009, Milano
18 Libera Informazione: Osservatorio sull’informazione e la legalità contro le Mafie, Ecomafie
e rifiuti, la sindrome campana, Dossier Lazio, 2008
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