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ivolti alla cittadinanza. I beni confiscati sono l’immagine stessa della
legalità. Se viene meno tutto questo, lo Stato e i cittadini ne escono sconfitti.
R.: Dai dati in possesso quali sono le politiche da seguire e le prospettive
future?
I.: La legge c’è, basterebbe attuarla e avere una maggiore attenzione da parte
degli organi preposti. Dopo l’assegnazione bisogna controllare cosa viene
fatto in un bene confiscato. Bisogna investire sul futuro.
Intervista a Ulisse Patrignani
Aprilia (LT), aprile 2012
L’incontro si svolge presso il Teatro Europa di Aprilia, al termine dello
spettacolo teatrale Cantata per la festa dei bambini morti di mafia, diretto dal
Sig. Patrignani. Il clima d’intervista è rilassato, positivo ed amichevole. Noto
una passione particolare per il lavoro che svolge, da parte dell’intervistato, dai
gesti, dalle movenze, dalle parole che utilizza. La dislocazione nello spazio è
frontale, seduti entrambi su due sedie.
R.: Nelle sue opere teatrali tratta spesso temi di mafia. Da dove nasce questo
suo interesse?
I.: Nasce da una cosa molto intima e personale, è molto bella e la posso dire
… dunque era il 1997 ed il mio figlio più grande per il compleanno mi regalò
un libro di Violante intitolato “Cantata per la festa dei bambini morti di
mafia”… rimasi colpito dal tipo di regalo. Io lessi questo libro nella notte …
non ho dormito, mi sono messo a smembrare, ricucire e ritagliare. Decisi
subito che quel libro doveva essere mio nel senso che dovevo fare un
adattamento, quindi la mattina dopo chiamai immediatamente la Camera dei
deputati in quanto all’epoca Violante era deputato della Camera. Parlai con la
sua segretaria che mi diede un appuntamento. Violante fu molta entusiasta del
progetto, mi diede l’autorizzazione per adattare il personaggio di questo
professore che parla di una classe immaginaria di ragazzi, che poi sono tutte
le classi che io ho incontrato in quattordici anni. Quindi ecco, nasce da un
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