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R.: Il mancato utilizzo dei beni cosa provoca simbolicamente alla
collettività?
I.: Provoca un grandissimo danno in quanto sono nostri, sono di tutti.
Immaginiamo quante palestre o quanti centri di raccolta per i giovani ci
potrebbero essere. Ad Ardea ad esempio c’è un bene di Nicoletti. Ripeto il
danno è enorme perché per i giovani non c’è niente. Allora non ci lamentiamo
se i giovani passano le giornate davanti la tv spazzatura o chi ha la macchina
va a duecento all’ora e contro mano perché ha assunto ecstasi o che altro.
R.: Secondo lei quali sono le politiche da seguire?
I.: Ci vuole tanto coraggio. Penso a delle immagini che mando spesso di
Tornatore con ragazzi siciliani che scesero in piazza dopo le stragi del 1992
… loro hanno avuto un coraggio enorme. Ragazzi, donne con striscioni, in
una Sicilia sconvolta dagli accaduti. Dovremmo arrivare a questo. Noi
abbiamo degli esempi tutti i giorni, al di la della mafia, l’illegalità è presente
ovunque: nella politica, nelle banche, nel potere, è molto diffusa, abbiamo
esempi a Nettuno, Borgo Sabotino, Fondi … politici che comprano le lauree
ai figli … cose terrificanti.
Intervista a Fabrizio Marras
Aprilia (LT), aprile 2012
Anche quest’incontro si svolge presso il Teatro Europa di Aprilia, al termine
dello spettacolo teatrale. Mi trovo immediatamente in sintonia con
l’intervistato. L’intervista inizia con una presentazione dei punti salienti del
mio progetto di tesi. L’intervistato si mostra interessato e collaborativo.
Siamo seduti uno di fronte l’altro.
R.: Da dove parte il suo impegno ed il suo interesse riguardo i beni confiscati
nel litorale laziale?
I.: Sono anni che seguo Libera, in particolare da quando c’è stato lo
scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Nettuno. Io vivevo e
lavoravo li per cui è stata una spinta ulteriore per muovermi sul fronte della
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