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portano avanti i loro affari cooperando l’una con l’altra. È una realtà in
espansione, nata, anche per via della vicinanza geografica, sull’esempio della
camorra campana e delle altre organizzazioni criminali.
Le mire espansionistiche delle famiglie del casertano, infatti, si sono posate
pian piano su cittadine come Minturno, Formia, fino ad arrivare a Latina
passando per le località costiere e spingendosi anche in centri urbani
importanti come Aprilia, Nettuno, Ardea, e Pomezia, a pochissimi chilometri
da Roma.
Il basso Lazio diviene quindi un enorme bacino nel quale ‘ndrangheta,
camorra, cosa nostra, sacra corona unita ed addirittura organizzazioni straniere
ripuliscono i loro soldi guadagnati altrove.
Nella città di Roma sono presenti: clan Ierinò alla Borghesiana, Casamonica a
Tor Bella Monaca e all’Anagnina, clan Senese a Centocelle, ‘ndrina Sergi
Marando a San Basilio, ‘ndrina Morabito al Flaminio e la ex banda della
Magliana ad Ostia. E’ soprattutto la periferia il terreno fertile per la
criminalità organizzata nella capitale.
Il Lazio è la seconda Regione nella graduatoria di diffusione del reato d’usura,
per il traffico di stupefacenti segue la Lombardia e precede la Campania.
Ora però, questa realtà sembra essere maturata o quanto meno aver assunto
una forma diversa: c’è, infatti, un clima di illegalità diffusa, che pervade le
istituzioni e che rende evidente ciò che fino a pochi anni fa era nascosto.
La contaminazione criminale che si estende nel Lazio e nella capitale viene
definita Quinta mafia: un mix complessivo e variegato di mafie tradizionali,
colletti bianchi e delinquenti locali, boss in grado di reinvestire il denaro di
cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta, pronta a trasformarsi da soggetto
dell’antistato a soggetto collaborante, grazie a figure deviate della politica e
della pubblica amministrazione. Alcuni tra gli emergenti signori delle mafie,
che abbondano di denaro, reinvestendo nel ciclo del cemento, nella gestione
illegale dei rifiuti, in ristoranti, centri commerciali o in altre redditizie attività
economiche, formalmente legali, è gente de noantri. Questi stabiliscono se
impegnarsi direttamente o farsi rappresentare nelle amministrazioni comunali,
provinciali, nella Regione, nel Parlamento, e nei luoghi dove si decide il
destino dei più. Le mafie autoctone laziali e quelle d’importazione, forti della
capacità corruttrice dovuta alle ingenti quantità di ricchezze accumulate
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