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americani furono liberati ed espulsi dagli Stati Uniti, con l’accordo che<br />
sarebbero tornati in Italia.<br />
Ciò diede nuova e sicura autorità ai mafiosi, oltre a concrete possibilità di<br />
arricchimento e di accrescimento del loro potere. In questo periodo, <strong>la</strong> mafia<br />
cercò di organizzare <strong>la</strong> sua presenza, anche politica, in Sicilia, contribuendo<br />
al<strong>la</strong> nascita del Movimento Indipendentista Siciliano, formazione politica che<br />
si prefiggeva l'indipendenza del<strong>la</strong> Sicilia dal resto d'Italia e, in alcuni<br />
momenti, persino l’idea di far aderire <strong>la</strong> Sicilia agli Stati Uniti. Il MIS non fu<br />
composto solo da mafiosi, ma ebbe diverse anime e diverse adesioni. Certo,<br />
però, <strong>la</strong> componente mafiosa, o vicina al<strong>la</strong> mafia, era molto importante.<br />
Nel periodo del Dopoguerra, <strong>la</strong> società siciliana subì una profonda<br />
trasformazione, con una netta riduzione del peso dell'agricoltura nell'economia<br />
regionale. La mafia, com'è sua caratteristica, si adeguò a questa evoluzione,<br />
andando ad occupare i nuovi campi socialmente ed economicamente<br />
predominanti: <strong>la</strong> crescita edilizia, il commercio, in partico<strong>la</strong>re quello<br />
all'ingrosso dei prodotti agricoli ed il terziario pubblico. Per farlo dovette<br />
stringere con il potere politico re<strong>la</strong>zioni più strette che nel passato, in quanto il<br />
ruolo dell'amministrazione pubblica nel<strong>la</strong> nuova situazione economica era di<br />
molto cresciuto. La mafia strinse così un patto di ferro con <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse politica<br />
dominante in Sicilia, che faceva capo soprattutto al<strong>la</strong> Democrazia Cristiana,<br />
ed in partico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> corrente di Giovanni Gioia, leader DC in Sicilia, e più<br />
volte ministro, e dei suoi luogotenenti Salvo Lima e Vito Ciancimino. La più<br />
grande opportunità economica gestita dal potere politico fu quel<strong>la</strong><br />
dell'espansione edilizia dei Comuni, ed in partico<strong>la</strong>re di Palermo. Il capoluogo<br />
regionale conobbe negli anni Cinquanta un'espansione straordinaria, dovuta<br />
specialmente al<strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> burocrazia regionale e comunale. Ciò<br />
comportò <strong>la</strong> necessità di costruire interi nuovi quartieri, e l'opportunità di fare<br />
ottime specu<strong>la</strong>zioni sui suoli urbani. Se infatti alcuni mafiosi, o altri amici dei<br />
politici, acquistavano dei terreni fino ad allora agricoli, ed in seguito un<br />
assessore compiacente trasformava quei terreni in edificabili, il profitto poteva<br />
essere enorme. Inoltre, in diversi quartieri, il Comune di Palermo consentì di<br />
abbattere vecchie residenze, anche storicamente importanti, per costruire<br />
nuovi quartieri, il tutto per favorire imprenditori e proprietari vicini ai mafiosi.<br />
Questo periodo, consumatosi sotto le sindacature di Lima prima e di<br />
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