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I.: A prescindere dal titolo di proprietà, è proprio <strong>la</strong> città nel suo insieme che<br />

deve diventare l’elemento di riferimento profondo … facciamo un esempio<br />

… l’Appia Antica, ricopre 1.800 ettari nei quali arriveranno più o meno a 50<br />

gli ettari pubblici, nel senso vero, eppure l’Appia rappresenta un bene comune<br />

in quanto è fruibile da tutti noi a prescindere dal titolo di proprietà. Quindi<br />

non si può andare a vedere una vil<strong>la</strong> che sotto ha dei reperti archeologici<br />

importantissimi, si può fare solo se si utilizza <strong>la</strong> procedura del Ministero.<br />

Oltre a questo, però, si può usufruire di questo patrimonio straordinario<br />

dell’umanità, magari non utilizzando certe parti ma limitandoci o<br />

accontentandoci di alcuni percorsi che ci permettono di cogliere nel suo<br />

insieme questo bene meraviglioso.<br />

R.: Qual è, a suo avviso, lo stato dell’arte attuale sui beni confiscati a Roma<br />

e nel Lazio?<br />

I.. Questo secondo me è un tema che fa molto bene a cogliere nel<strong>la</strong> sua <strong>tesi</strong><br />

nel senso che se ne par<strong>la</strong> poco come se fosse un argomento marginale.<br />

Secondo me non è proprio cosi. Dico questo per due motivi: il primo perché<br />

se si riferisse ad un solo bene confiscato sarebbe importante ripeterlo ogni<br />

giorno, in ogni momento, in quanto rappresenta un segnale d’al<strong>la</strong>rme che ci<br />

troviamo in una società che abbia una partico<strong>la</strong>re patologia perché altrimenti<br />

non ci sarebbero beni confiscati al<strong>la</strong> criminalità organizzata nel<strong>la</strong> capitale<br />

d’Italia se cosi fosse e invece ci sono. Il secondo motivo è che Roma, come<br />

ormai tutte le grandi città, stanno diventando un crocevia. Se <strong>la</strong> mafia è<br />

arrivata in tutte le grandi città italiane, <strong>la</strong> prima, come è noto, è stata Torino,<br />

poi comincia a scendere e se ha messo piede a Roma significa che c’è un<br />

campanello d’al<strong>la</strong>rme che deve essere ribattuto tutti i giorni. E’ una questione<br />

vera e profonda che condizionerà il futuro delle prossime generazioni. Di<br />

questo non si par<strong>la</strong>. Esprimo anche <strong>la</strong> terza questione che riguarda molto il<br />

mio <strong>la</strong>voro … Roma è stata il terreno di sperimentazione degli anni ’80, non<br />

si sono ancora riusciti a trovare tutti i fili del ragionamento di un’<br />

impressionante questione criminale tra <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>vita ed il mondo che decide.<br />

Accade questo: Sindona diventa il presidente del<strong>la</strong> Società Immobiliare<br />

Italiana, che era il pi<strong>la</strong>stro che ha rego<strong>la</strong>to lo sviluppo urbanistico di Roma<br />

almeno dal secondo dopoguerra. Se <strong>la</strong> prende in mano Sindona qualcosa<br />

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