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siciliana interessati all’affidamento e al<strong>la</strong> gestione di lotti di spiaggia libera<br />

del litorale di Ostia. Agli incendi verificatisi negli anni scorsi a danno di<br />

stabilimenti balneari sono seguite indagini su intimidazioni e pressioni subite<br />

da cooperative sociali e da amministratori pubblici locali nell’ambito dei<br />

bandi indetti per l’assegnazione delle spiagge.<br />

Molti esponenti politici mostrano meraviglia del sequestro e del<strong>la</strong> confisca dei<br />

beni immobili di prestigio nel centro di Roma, come nel caso del Cafè Paris e<br />

non del fatto che solo nell’ultimo anno sono stati sequestrati ai c<strong>la</strong>n autoctoni<br />

e d’importazione beni immobili per oltre 300 milioni di euro, cifra lontana<br />

dall’effettiva consistenza degli investimenti dei boss nel<strong>la</strong> capitale e nel Lazio.<br />

Nell’estate del 2009 il rombo del<strong>la</strong> saracinesca taglia il silenzio di via Veneto.<br />

Una pattuglia di giovani <strong>la</strong>voratori sta per entrare nel caffè più famoso del<br />

centro del<strong>la</strong> capitale. Intorno prende forma <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> strada di quel<strong>la</strong> che fu<br />

<strong>la</strong> Dolce vita felliniana: alberghi e uffici che aprono i portoni ed un via vai<br />

continuo di persone al<strong>la</strong> ricerca di una sosta prima degli affari. Marcello<br />

Scofano, direttore del Cafè de Paris, svolge da solo le funzioni del luogo, un<br />

tempo simbolo del<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> vita romana, facendo capo agli amministratori<br />

giudiziari del Tribunale di Reggio Ca<strong>la</strong>bria, che gestiscono l’attività<br />

sequestrata e confiscata a causa di forti commistioni con <strong>la</strong> ‘ndrangheta nel<br />

2009. “L’attività commerciale è sempre proseguita – afferma Scofano – qui<br />

abbiamo trenta dipendenti e altrettante famiglie che dipendono da noi. La<br />

col<strong>la</strong>borazione avviene con Libera, l’associazione di Don Ciotti che gestisce<br />

terreni agricoli sequestrati al<strong>la</strong> criminalità organizzata. Noi acquisiremo i loro<br />

prodotti da commercializzare e utilizzare per i piatti ed i menù per il nostro<br />

pubblico. Sto pensando di creare un menù del<strong>la</strong> legalità con alcuni piatti<br />

costituiti da prodotti che provengono da questi terreni. Sapori come pasta<br />

campana, vino siciliano, olio ca<strong>la</strong>brese, che diverranno permanenti all’interno<br />

del bar romano.” 25 La trasformazione da caffè del<strong>la</strong> mondanità a caffè<br />

dell’illegalità ha mutato il target di cliente<strong>la</strong>. Il locale ha attraversato un<br />

periodo difficile, c’è stata una crisi che ha raggiunto l’apice e un declino sotto<br />

il profilo commerciale, sicuramente vivendo molto di clienti stranieri, ha<br />

avuto visibilità negativa all’estero e questo ha inciso notevolmente sul<br />

fatturato. Il riferimento è all’inchiesta che nel luglio 2009 portò al sequestro<br />

25 Semprini F. Reportage “Dal<strong>la</strong> mafia al<strong>la</strong> legalità: <strong>la</strong> seconda Dolce vita dello storico Cafè<br />

de Paris”, 30/12/2011, Roma, www.<strong>la</strong>stampa.it<br />

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