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cultura<br />
ViPiù cultura<br />
La vera democrazia?<br />
Diretta<br />
L’ex coordinatore del comitato Più Democrazia,<br />
Paolo Michelotto, firma un libro sulle forme<br />
di autogoverno nel mondo. “Nel sistema rappresentativo<br />
i cittadini non possono intervenire, in quello diretto sì”<br />
di Alessio Mannino<br />
l 10 settembre 2006, 10 mila<br />
Ivicentini si recarono alle urne<br />
<strong>per</strong> dire sì o no al “referendum<br />
sui referendum”. In sostanza un<br />
quesito che chiedeva di modifi care<br />
lo statuto comunale in modo<br />
da prevedere il voto diretto dei<br />
cittadini <strong>per</strong> proporre, abrogare<br />
(o entrambe le cose) ogni sorta di<br />
decisione che riguardasse la città.<br />
In una parola: democrazia diretta.<br />
A coordinare il comitato promotore,<br />
Più Democrazia, era Paolo Michelotto,<br />
imprenditore nel settore<br />
giocattoli, che oggi sta conducendo<br />
un’identica battaglia (e qualcosa<br />
in più, come il piano regolatore<br />
partecipato: wow!) nel Comune di<br />
Rovereto dove si è trasferito.<br />
Mondo democratico<br />
Da questa doppia es<strong>per</strong>ienza nasce<br />
il suo libro, Democrazia dei<br />
cittadini. Gli esempi reali e di<br />
successo dove i cittadini decidono<br />
(Troll Libri, 15 euro, prenotabile<br />
in libreria). “Quest’o<strong>per</strong>a serve<br />
ad avere una base teorica, elencando<br />
i posti in giro <strong>per</strong> il mondo<br />
dove hanno avuto il buonsenso<br />
di introdurre forme di democrazia<br />
diretta”, spiega. Armatosi di<br />
passione e pazienza, tramite altri<br />
libri ma anche siti internet, in 38<br />
brevi e chiari capitoli Michelotto<br />
espone una panoramica completa<br />
degli Stati e delle località dove ai<br />
rappresentanti eletti si affi ancano<br />
istituti in cui il popolo interviene<br />
direttamente nella politica. “La<br />
democrazia è una, ma varia di gradazione.<br />
A un estremo c’è quella<br />
rappresentativa pura, come l’Italia;<br />
all’altro c’è quella diretta, come<br />
in Svizzera. Qui i rappresentanti ci<br />
sono, ma la differenza sta nel fatto<br />
che i cittadini, se vogliono intervenire,<br />
possono farlo. Da noi, no”. O<br />
meglio: noi italiani abbiamo solo<br />
il referendum abrogativo e la legge<br />
di iniziativa popolare, cioè una<br />
raccolta fi rme. La Svizzera è il modello<br />
principe (anche se non l’unico):<br />
“Lì il primo referendum è del<br />
1294, e risale al primo nucleo di<br />
Cantoni, quelli in alta montagna.<br />
La presunta diversità svizzera, in<br />
realtà, non c’è. E’ solo che i Cantoni<br />
sono riusciti a vincere la guerra<br />
contro l’Im<strong>per</strong>o tedesco che nel<br />
Medioevo voleva assoggettarli. E<br />
così hanno mantenuto il loro ordinamento,<br />
che era il più libero di<br />
tutti, tanto è vero che i <strong>per</strong>seguitati<br />
d’Europa si rifugiavano lì”. Ecco<br />
spiegato, <strong>per</strong> esempio, il grande<br />
sviluppo delle banche (o<strong>per</strong>a degli<br />
immigrati ebrei) o dell’industria<br />
degli orologi (specialità degli ugonotti<br />
francesi).<br />
Tre modalità<br />
Ma anche gli Stati Uniti sono un<br />
paese a cui ispirarsi: “Pochi lo<br />
sanno”, avverte Michelotto, “ma il<br />
70% degli Americani hanno strumenti<br />
di democrazia diretta. In<br />
California, <strong>per</strong> esempio, Schwartzenegger<br />
è diventato governatore<br />
<strong>per</strong> essere stato scelto in una rosa<br />
di candidati dopo che il suo predecessore<br />
era stato revocato dai<br />
cittadini”. Già, <strong>per</strong>ché esistono<br />
tre grandi modi in cui la democrazia<br />
diretta può essere attuata:<br />
con l’iniziativa di una legge o di<br />
un provvedimento da rimettere al<br />
voto popolare (proposition, molto<br />
diffusa proprio negli States); col<br />
referendum, spesso abrogativo (in<br />
Svizzera <strong>per</strong> qualsiasi norma c’è<br />
tempo tre mesi <strong>per</strong>ché la popolazione<br />
possa sottoporla alle urne: è<br />
così che i politici svizzeri non sono<br />
mai riusciti ad aumentarsi gli stipendi);<br />
e con la revoca, grazie alla<br />
quale si può chiedere di mandare<br />
a casa il tal politico. Anche in Bolivia<br />
col presidente Morales e in<br />
Venezuela contro Chavez è stata<br />
tentata questa carta dai loro oppositori,<br />
fallendo in entrambi i casi<br />
(con buona pace di chi dipinge<br />
questi due paesi come regimi illiberali).<br />
No quorum<br />
“Da quel che ho potuto constatare,<br />
la democrazia diretta si sta<br />
diffondendo a macchia d’olio”,<br />
dice Michelotto. “In Germania, ad<br />
esempio. Gli apripista sono stati i<br />
bavaresi, che dopo anni e anni di<br />
impegno e organizzazione sono<br />
riusciti a su<strong>per</strong>are le condizioni<br />
diffi cilissime poste <strong>per</strong> far votare<br />
l’adozione di forme di autogoverno.<br />
Dal 1995 a oggi hanno fatto<br />
1200 referendum, con un quorum<br />
basso (10-15%) o inesistente”. La<br />
questione del quorum è importante.<br />
Anzi, centrale. Se è alto, infatti,<br />
la riuscita del referendum è molto<br />
più diffi cile. “Ai cittadini bisogna<br />
far sa<strong>per</strong>e innanzitutto che si voterà,<br />
e poi bisogna informarli sull’argomento.<br />
Ora, chi è contrario<br />
ai referendum? I politici, che dalla<br />
loro hanno i poteri economici<br />
e mediatici. Per il no, dunque, è<br />
molto più conveniente boicottare<br />
il referendum ignorandolo. Se il<br />
quorum non c’è o è molto basso,<br />
invece, i contrari sono costretti a<br />
impegnarsi”. E il loro potere non<br />
fa più la differenza.<br />
Partire dal basso<br />
A proposito di referendum. Quello<br />
vicentino sul Dal Molin, promesso<br />
in veste istituzionale dal sindaco<br />
del Pd Achille Variati e poi realizzatosi<br />
in forma autogestita <strong>per</strong>ché<br />
bocciato dal Consiglio di Stato,<br />
non è un segno? “E’ stato grandioso”,<br />
sbotta Michelotto. “D’ora<br />
in poi quelle 24 mila <strong>per</strong>sone che<br />
sono andate a votare, ma anche gli<br />
altri che non l’hanno fatto, hanno<br />
ben chiaro che <strong>per</strong> decisioni che<br />
investono la loro vita devono poter<br />
dire la propria. E poi dà soddisfazione<br />
vedere che dai 10 mila del<br />
2006 siamo passati ai 24 mila di<br />
adesso, anche se il tema era la base<br />
Usa”. Vedremo mai un’Italia, magari<br />
un’Europa, che si autogoverna<br />
con la democrazia diretta? “La<br />
storia di questo modo di governare<br />
insegna che prima si parte dal piccolo,<br />
dal Comune, e poi si arriva<br />
al grande. Prima deve diffondersi<br />
sul territorio, in modo che la gente<br />
faccia pratica. E ne prenda coscienza”.<br />
numero 128 del 6 dicembre 2008 pag 17<br />
| Paolo Michelotto<br />
In un libro<br />
le ville di Palladio<br />
Sarà presentato sabato 6 dicembre<br />
alle 18, nella sala Francescana del<br />
convento di San Lorenzo, il libro<br />
“Palladio, le ville”, scritto da Luca<br />
Trevisan con la prefazione di Lionello<br />
Puppi. In occasione del cinquecentenario<br />
della nascita di Andrea Palladio,<br />
il volume celebra un aspetto<br />
particolare dell’o<strong>per</strong>a del grande architetto:<br />
le ville costruite <strong>per</strong> gli aristocratici<br />
del tempo nella campagna<br />
veneta. Attraverso l’individuazione di<br />
alcuni tra gli edifi ci più signifi cativi,<br />
viene così illustrato il contesto storico<br />
e culturale che in quel <strong>per</strong>iodo portò<br />
allo sviluppo della cosiddetta “civiltà<br />
delle ville venete”, di cui il Palladio fu<br />
indiscutibilmente il più elevato e raffi<br />
nato interprete. Grazie anche ad un<br />
corredo fotografi co di alta qualità,<br />
il libro si sofferma sia sull’attenzione<br />
del tutto peculiare che l’architetto<br />
dedica allo studio del rapporto degli<br />
edifi ci con l’ambiente circostante, in<br />
un dialogo serrato tra architettura e<br />
natura, tra uomo e ambiente, sia sulla<br />
purezza e sul rigore del linguaggio<br />
palladiano: aspetti formali che, una<br />
volta in più, le illustrazioni fotografi -<br />
che <strong>per</strong>mettono di cogliere con estrema<br />
immediatezza.