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focus<br />
Mattoni d’acciaio<br />
A piazza Affari in questi giorni si discute del salvataggio<br />
di Aedes, uno dei più antichi e importanti gruppi immobiliari<br />
italiani. Tra i protagonisti della vicenda, la famiglia Amenduni<br />
Che sta guadagnando sempre più spazio a livello nazionale<br />
a Repubblica ha scritto che il<br />
Lcaso Aedes potrebbe essere il<br />
primo vero test <strong>per</strong> sondare la tenuta<br />
del sistema bancario italiano. Cos’è<br />
Aedes? È una delle più antiche e importanti<br />
società immobiliari d’Italia:<br />
oltre un secolo di storia alle spalle,<br />
un patrimonio gestito che su<strong>per</strong>a i 5<br />
miliardi di euro, e una situazione fi -<br />
nanziaria a dir poco pesante. E cosa<br />
c’entra con Vicenza? C’entra, <strong>per</strong>ché<br />
tra i soci di maggioranza c’è la famiglia<br />
Amenduni, che da qualche anno<br />
è proprietaria di quasi il 15 <strong>per</strong> cento<br />
delle quote e che proprio in questi<br />
giorni è additata da tutti gli osservatori<br />
fi nanziari come l’unica in grado<br />
di traghettare Aedes verso un futuro<br />
meno incerto.<br />
Aedes, la storia<br />
Ma partiamo dall’inizio e cioè da Aedes.<br />
Fondata nel 1905 con il nome di<br />
Società anonima ligure <strong>per</strong> imprese<br />
e costruzioni, Aedes si trasferisce<br />
a Milano una ventina d’anni dopo,<br />
viene quotata in borsa già nel 1924 e,<br />
nel <strong>per</strong>iodo del secondo dopoguerra,<br />
si occupa della costruzione di interi<br />
quartieri della città della Madonnina.<br />
Insomma, è uno nomi storici<br />
del settore del mattone, tanto più<br />
che negli ultimi dieci anni la società<br />
ha adottato una politica di sviluppo<br />
molto intensa, allargandosi anche ai<br />
mercati internazionali e arrivando a<br />
capeggiare un gruppo con una ventina<br />
abbondante di società controllate<br />
e una quindicina di collegate. Tra gli<br />
azionisti, spiccano la Crescendo Family<br />
Holding (socio principale, con<br />
oltre il 26 <strong>per</strong> cento delle quote), la<br />
famiglia Amenduni, con il 14,84 <strong>per</strong><br />
cento, e anche Silvio Berlusconi, che<br />
Autoproduzione individuale<br />
Autonomia energetica<br />
Microgenerazione diffusa<br />
tramite la Fininvest detiene il 2,11<br />
<strong>per</strong> cento.<br />
Gli ultimi due anni, <strong>per</strong>ò, hanno fatto<br />
segnare una brusca frenata. <strong>Il</strong> 2007<br />
si è chiuso con una <strong>per</strong>dita di 12 milioni<br />
di euro, e il 2008 è stato ancora<br />
più nero. <strong>Il</strong> rendiconto, approvato<br />
dal cda a fi ne settembre, parla di un<br />
risultato o<strong>per</strong>ativo negativo <strong>per</strong> 65<br />
milioni di euro, a cui vanno aggiunti<br />
altri 37 milioni di oneri fi nanziari; si<br />
arriva così ad un risultato del gruppo,<br />
prima delle imposte, negativo <strong>per</strong><br />
103 milioni di euro (a fi ne settembre<br />
2007 c’era un utile di 17 milioni). <strong>Il</strong><br />
tutto mentre l’indebitamente fi nanziario<br />
è arrivato a oltre 800 milioni,<br />
con quasi 200 milioni di rate di rimborsi<br />
scadute e non pagate verso le<br />
banche. Non a caso gli ultimi mesi<br />
sono stati tutti un tira e molla con<br />
gli istituti di credito <strong>per</strong> ottenere una<br />
moratoria, in attesa di un aumento<br />
di capitale e di un piano di rilancio<br />
che tirasse Aedes fuori dalle cattive<br />
acque.<br />
Amenduni in campo<br />
E qui entra in gioco la famiglia<br />
Amenduni. Proprietari della più<br />
grande industria metalmeccanica<br />
della provincia, quelle Acciaierie Valbruna<br />
che in zona industriale sfornano<br />
ogni anno 170 mila tonnellate di<br />
acciaio e leghe speciali e occupano<br />
oltre mille dipendenti (ma il gruppo<br />
è ben più vasto: con gli stabilimenti<br />
di Bolzano e degli Stati Uniti, e le fi -<br />
liali e i depositi sparsi in una decina<br />
di paesi europei e in qualche nazione<br />
extraeuropea, i dipendenti salgono a<br />
oltre 2500; i ricavi di tutto il gruppo,<br />
nel 2007, hanno su<strong>per</strong>ato il miliardo<br />
di euro, con un risultato netto fi nale<br />
Vuoi l’ANTIDOTO ALLA CRISI ECONOMICA?<br />
di 45,3 milioni), gli Amenduni hanno<br />
da tempo avviato una strategia che li<br />
ha portati a ricoprire una serie di posizioni<br />
strategiche al di fuori del loro<br />
core business. A livello locale, dove<br />
sono soci importanti sia della Banca<br />
Popolare di Vicenza che di Veneto<br />
Banca, e dove sono presenti, solo<br />
<strong>per</strong> fare un paio di esempi, nei cda<br />
della Fiera di Vicenza e del gruppo<br />
editoriale Athesis (tra i suoi media<br />
ci sono anche <strong>Il</strong> Giornale di Vicenza,<br />
Tva e l’Arena di Verona). Ma anche a<br />
livello nazionale: tramite la controllata<br />
Ferak hanno una partecipazione<br />
dell’1,54 <strong>per</strong> cento nelle Generali. E<br />
nel loro portafoglio c’è pure lo 0,77<br />
<strong>per</strong> cento del capitale di MedioBanca.<br />
Come dire che sono nei salotti buoni<br />
della “grande” economia italiana.<br />
La crisi di Aedes<br />
La partecipazione in Aedes si inserisce<br />
dunque ap<strong>pieno</strong> in questa politica<br />
di diversifi cazione delle attività e di<br />
conquista di posizioni di peso anche<br />
se, come si diceva, le cose non stiano<br />
andando bene. Aedes ha ancora centinaia<br />
di migliaia di metri quadrati di<br />
case, uffi ci, negozi e aree edifi cabili,<br />
ma il titolo in borsa negli ultimi 18<br />
mesi è letteralmente crollato, passando<br />
dai circa 6 euro del giugno 2007 ai<br />
circa 45 centesimi di oggi, e da tempo<br />
si sta cercando il modo di evitare<br />
il fallimento. A settembre si era fatta<br />
avanti la Sopaf (altro grande gruppo<br />
immobiliare), con una proposta di<br />
ricapitalizzazione di circa 170 milioni<br />
di euro, e già allora gli Amenduni<br />
sembravano decisi a sottoscrivere la<br />
loro quota di aumento di capitale,<br />
segno che non avevano nessuna intenzione<br />
di mollare la presa. Anzi,<br />
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ora che l’ipotesi Sopaf è tramontata,<br />
proprio la famiglia della Valbruna è<br />
indicata da tutti gli osservatori economici<br />
come l’unica che può intervenire.<br />
Da un paio di settimane si parla<br />
con insistenza di un’offerta fatta insieme<br />
al gruppo Isoldi, a patto che<br />
la Consob non richieda un’Opa (cioè<br />
un’offerta pubblica di acquisto) <strong>per</strong> il<br />
resto delle azioni e che le banche accettino<br />
di convertire parte dei crediti<br />
in azioni. Ecco <strong>per</strong>ché il caso Aedes<br />
potrebbe essere la cartina di tornasole<br />
dell’atteggiamento e della tenuta<br />
del sistema creditizio italiano.<br />
Obiettivo Expo?<br />
Ma che senso ha investire in modo<br />
così forte su una società da cui, almeno<br />
a prima vista, parrebbe conveniente<br />
starsene alla larga? La risposta,<br />
probabilmente, va data tenendo<br />
presente più fattori. Primo. Visto il<br />
valore che hanno ora le azioni di Aedes,<br />
uscirne in questo momento vorrebbe<br />
dire <strong>per</strong>dere tutto, o quasi, l’investimento<br />
fatto, e svendere a prezzo<br />
di saldo un patrimonio ricchissimo:<br />
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numero 128 del 6 dicembre 2008 pag 9<br />
| Piazza affari a Milano<br />
meglio, allora, rilanciare, s<strong>per</strong>ando<br />
che il mercato si riprenda e che<br />
l’immobiliare torni ad essere quella<br />
macchina di utili che è stata in passato.<br />
Secondo. Restare in una realtà<br />
così importante vuol dire comunque<br />
tenere a<strong>per</strong>ti i contatti con i nomi più<br />
noti dell’imprenditoria italiana. In<br />
Aedes c’è Berlusconi; Aedes lavora<br />
più o meno allo stesso livello di Ligresti,<br />
Caltagirone, Pirelli Real Estate;<br />
dopo aver messo un piede nella<br />
fi nanza che conta con Mediobanca e<br />
Generali, gli Amenduni potrebbero<br />
avere tutto l’interesse a restare anche<br />
nel grande risiko degli appalti e delle<br />
costruzioni. Tanto più che, e questo è<br />
il terzo motivo, all’orizzonte si profi la<br />
l’appuntamento con l’expo di Milano<br />
2015. Vuol dire cantieri e appalti <strong>per</strong><br />
miliardi di euro e Aedes, se riuscirà<br />
a tamponare i problemi, sarà in prima<br />
fi la. Una torta ricchissima, che<br />
basterebbe a spiegare anche il salvataggio<br />
a cui si sta lavorando in questi<br />
giorni.<br />
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