La strada del formaggio - Gustolocale
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Il Presidente Provinciale <strong>del</strong>la Coldiretti Diego Meggiolaro<br />
Signor Meggiolaro, in futuro dobbiamo immaginare un’agricoltura<br />
diversa da come l’abbiamo conosciuta finora?<br />
“Il mondo cambia e così anche le abitudini alimentari. Dalle nostre<br />
tavole sono spariti i piatti colmi di spaghetti e i fiaschi di vino che<br />
abbiamo visto nei film di Alberto Sordi. Oggi si va alla ricerca <strong>del</strong><br />
gusto, di provare esperienze diverse”.<br />
Noi più di chiunque altro. Ma in cosa si traduce questo per l’agricoltore?<br />
“Nella possibilità di offrire al consumatore un prodotto genuino e<br />
certificato. Sono gli stessi gusti che derivano dalla nostra tradizione.<br />
Erano presenti anche in passato, ma fino a pochi anni fa eravamo più<br />
attenti a riempirci la pancia che ad assaporare con attenzione.<br />
Abbiamo grandissime potenzialità offerte da Madre Natura, una straordinaria<br />
biodiversità che sarebbe un peccato non sfruttare. Purtroppo i<br />
nostri associati sono sempre stati dei bravi produttori, raramente dei<br />
venditori e questo ci limita. Oggi stiamo tenendo corsi per insegnare<br />
loro anche questo, per presentare i nostri prodotti direttamente ai<br />
clienti finali”.<br />
Aziende Agricole aperte<br />
State incentivando la vendita diretta in azienda agricola?<br />
“Recentemente una legge ha semplificato la vendita diretta. Per il<br />
consumatore rappresenta un’occasione per vedere con i propri occhi<br />
come vengono coltivate ciliegie o asparagi, o come viene fatto il vino.<br />
Per l’agricoltore rappresenta una buona occasione di reddito. Ora<br />
vogliamo incentivare in particolare la vendita di carne e di animali da<br />
cortile”.<br />
Il tentativo di riunire i prodotti agricoli vicentini sotto il marchio <strong>del</strong>le<br />
“Terre <strong>del</strong> Palladio” finora non ha avuto molto successo. Come mai?<br />
“Non tutti gli anelli <strong>del</strong>la filiera ci credevano. Siamo stati sostenuti dalla<br />
Camera di Commercio, ma i responsabili <strong>del</strong>la trasformazione e <strong>del</strong>la<br />
distribuzione non hanno spinto su questi prodotti. Noi invece ci<br />
crediamo molto e crediamo di poter camminare con le nostre gambe,<br />
gli altri ci correranno dietro in futuro”.<br />
Insomma l’agricoltura è tutt’altro che al capolino, anche se il nostro è<br />
un territorio molto antropizzato?<br />
“L’agricoltura è indispensabile anche qui. <strong>La</strong> nuova politica agricola<br />
<strong>del</strong>l’Unione Europea lo dice chiaramente: l’agricoltura ha un ruolo<br />
insostituibile di salvaguardia <strong>del</strong>l’ambiente, <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’aria e<br />
<strong>del</strong>l’acqua; nella gestione <strong>del</strong>le fonti rinnovabili di energia. Sappiamo<br />
quali sono i risultati quando, specie nelle zone collinari e montane, non<br />
c’è più la presenza <strong>del</strong>l’uomo a mantenere in ordine i corsi d’acqua e i<br />
boschi. E poi è proprio qui che c’è più bisogno <strong>del</strong>le fattorie didattiche:<br />
è l’unico modo per mettere in contatto i bambini con gli animali e la<br />
natura”.<br />
Insomma gli agricoltori ricoprono un ruolo sociale. Vi viene in qualche<br />
modo riconosciuto?<br />
“Oggi si stanno esaurendo i contributi europei per l’allineamento dei<br />
prezzi con i prodotti extracomunitari, ma siamo ancora in attesa di<br />
sapere come l’Europa riconoscerà questo ruolo di tutori <strong>del</strong>l’ambiente”.<br />
È ottimista per il futuro?<br />
“Certo, l’agricoltura diventerà sempre più importante. C’è sempre più<br />
bisogno di tutelare l’ambiente e la biodiversità”.<br />
Michele Bertuzzo<br />
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