La strada del formaggio - Gustolocale
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maledetto condominio, voglio tornare ad essere orto.<br />
Insomma non conoscevo altro che la tradizione: come potevo non<br />
amarla? Ho, fra l’altro, un record personale di 54 fiste (pispole) allo<br />
spiedo, quando gli uccelli dal becco gentile erano permessi. Ora in una<br />
specie di nemesi storica, in una legge <strong>del</strong> contrappasso vivo di poco e<br />
n’escono dalla mia mente rinforzati i ricordi ed i desideri.<br />
E così è anche il mio rapporto con il baccalà. Io sono nato Priore<br />
(Scapin è Priore <strong>del</strong>la Venerabile Confraternita <strong>del</strong> Bacalà alla<br />
Vicentina, ndr) ed il priorato è importantissimo. Quando andai al<br />
Campiello mi chiesero cosa preferivo fra l’essere Priore e il vincere il<br />
Campiello. Non ho avuto dubbi a rispondere: il Campiello lo si fa una<br />
volta l’anno, il Priore lo si fa per la vita.<br />
È indubbio che io ho dato visibilità alla Confraternita, <strong>del</strong>la quale,<br />
indegnamente anche tu fai parte, e da essa ho ricevuto fama di<br />
gastronomo. Tutti sanno <strong>del</strong> mio amore per il bacalà, le battaglie che<br />
ho sostenuto contro i demoni <strong>del</strong> modernismo (Vissani in testa che<br />
voleva cuocere il bacalà in un quarto d’ora), tutti conoscono i miei<br />
anatemi contro un mondo che tutto vuole attualizzare, omologare. Ve<br />
l’immaginate le trippette de polastro surgelate?<br />
Ogni anno nel settembre sandricense il mio discorso, rivolto da Capo<br />
carismatico ai Confratelli, è un chiaro riferimento allo sfascio al quale<br />
ci stiamo sempre più avvicinando: una cucina che non ha più una<br />
direzione, che si rivolge ad ogni materia come fosse la propria, che sta<br />
distruggendo la tradizione ed i ricordi, che sta mutando i sapori in<br />
un’omologazione impersonale e dannosa.”<br />
Ha terminato questa conversazione dicendomi:<br />
“E poi, mona, cosa mi domandi? Abbiamo, insieme, provato oltre venti<br />
trattorie e ne ho fatto testi per il mio ultimo libro “I magnagati”. Eri con<br />
me ed hai visto cosa e come mangio. Non ti basta per conoscermi<br />
come gastronomo?”<br />
Virgilio e Firminio<br />
In effetti, questo libro è così dedicato:<br />
“Non ho la macchina.”<br />
“Non so guidare.”<br />
“Alfredo Pelle mi ha tolto<br />
dall’imbarazzo”<br />
“Gli dedico questo libro.”<br />
Ha ragione, una volta ancora, Virgilio!<br />
Alfredo Pelle<br />
Lo sai che...<br />
<strong>La</strong> vaniglia<br />
prodotta da Madre Natura è<br />
insufficiente all’uomo?<br />
Proprio così, l’uso <strong>del</strong>la vaniglia è talmente generalizzato che<br />
non basta la produzione naturale. Viene usata in chimica<br />
(pensate ai profumi per auto o ambiente), in cosmetica, nelle<br />
can<strong>del</strong>e, in profumeria, oltre che nell’alimentazione. Se ne<br />
producono, nel mondo, circa duemila tonnellate l’anno e le<br />
fabbriche chimiche ne producono ben dodicimila tonnellate ad<br />
integrazione. È vanillina di sintesi e viene estratta dalla resina<br />
<strong>del</strong>l’abete rosso, dalla lignina contenuta negli scarti di legname<br />
o utilizzando l’eugenolo che è estratto dai chiodi di garofano.<br />
<strong>La</strong> vaniglia la si estrae da un’orchidea dal bellissimo fiore bianco<br />
che vive nel sottobosco <strong>del</strong>le foreste tropicali. Fà dei frutti che<br />
sembrano dei fagiolini, anneriti durante il processo di<br />
lavorazione. Attualmente il paese primo produttore di vaniglia è<br />
il Madagascar.<br />
Fra’ Ghiottone