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La strada del formaggio - Gustolocale

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L 'esplosione <strong>del</strong> carnevale<br />

come reazione a due lunghi periodi di astinenza e preghiera<br />

E così, quasi in punta di piedi siamo passati dalle rituali festività religiose <strong>del</strong> Natale e<br />

<strong>del</strong>l’Epifania (che tutte le feste si porta via) a quelle più eminentemente laiche <strong>del</strong> carnevale il<br />

cui nome molto probabilmente deriva dal volgare, carne levare, in relazione al giorno precedente<br />

l'inizio <strong>del</strong>la Quaresima. Giorni in cui cessava il consumo <strong>del</strong>la carne, e che, soprattutto negli<br />

anni passati, dovevano servire da contrappeso al lauto periodo pasquale.<br />

Sia il Natale che la Pasqua erano precedute, una volta, da un lungo periodo di pesante astinenza<br />

e digiuno, ed ambedue vengono pure introdotte da una quarantena di preghiere e di penitenze<br />

nell'attesa di un portentoso evento che la Chiesa ci ricorda annualmente e propone a purificazione<br />

<strong>del</strong>lo spirito oltre che <strong>del</strong> corpo. Il digiuno era costituito da due unici pasti giornalieri,<br />

con l'astinenza dei cibi carnacei. Vogliamo rammentare queste regole ecclesiastiche solo<br />

perché, pur esistendo ancora in parte, sono ormai da ritenersi quasi dismesse.<br />

Il digiuno <strong>del</strong>l'Avvento si concludeva con i pranzi natalizi e successivamente, dopo<br />

l'altra lunga parentesi quaresimale, con i ricchi e lauti pranzi pasquali. È risaputo come<br />

e quanto queste contrapposizioni sviluppino ed ingigantiscano le feste!<br />

Il tempo intercorrente tra Natale e Pasqua assumerà quindi una naturale forma per<br />

così dire orgiastica, più propriamente a base di danze, intrattenimenti, spettacoli,<br />

arte culinaria atta a ritemprare le membra ed il morale dalle trascorse privazioni,<br />

a dare uno sfogo all'animo indebolito da lunghi giorni di digiuno e di astinenza.<br />

Così nacque e s'affermò il moderno Carnevale, dall'incerto nome, ma dal sicuro<br />

significato festoso, spensieratamente allegro, gaudente, immancabilmente<br />

accoppiato a dolci e cibi grassi, che ne punteggiano non solo il cammino<br />

cronologico, ma anche la motivazione, la socialità, la derivazione<br />

geografica nonché il periodo che richiedeva un maggior apporto calorico<br />

per affrontare il gelido inverno.<br />

Gli antichi romani si abbandonavano a festeggiamenti che<br />

richiamano il carnevale odierno, durante i "Saturnali", feste<br />

dedicate al dio Saturno (divinità italica <strong>del</strong>le sementi). <strong>La</strong> festa<br />

veniva inaugurata a Roma, con un sacrificio solenne, seguito<br />

da un generoso banchetto pubblico. Seguivano poi festeggiamenti<br />

di vario genere (gioco d'azzardo, allegre bevute,<br />

scambio di doni più o meno simbolici) che spesso sfociavano<br />

in eccessi. Durante i Saturnali tutto era consentito, in<br />

particolare era in uso lo scambio dei ruoli, indossando gli

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