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A. Sisti--L'attesa del profeta fedele al tempo dei ... - Christus Rex

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L’ATTESA DEL PROFETA FEDELE AL TEMPO DEI MACCABEI 63<br />

secondo il qu<strong>al</strong>e ci si riferirebbe <strong>al</strong>l’unico caso an<strong>al</strong>ogo rintracciabile nella<br />

Bibbia, quando per il passaggio <strong>del</strong> governo <strong>del</strong> popolo dai giudici <strong>al</strong>la<br />

monarchia, si tenne una pubblica assemblea a Rama, presso il vecchio<br />

<strong>profeta</strong> Samuele, il qu<strong>al</strong>e, benché a m<strong>al</strong>incuore, dovette cedere <strong>al</strong>la richiesta<br />

<strong>del</strong> popolo di avere un re come tutti gli <strong>al</strong>tri popoli (1Sam 8) 28 . In<br />

seguito sarà lo stesso <strong>profeta</strong> a provvedere <strong>al</strong> passaggio <strong>del</strong>la stessa monarchia<br />

d<strong>al</strong>la famiglia di Saul a quella di David (1Sam 16).<br />

Come vedremo, quelli erano tempi in cui, insieme <strong>al</strong>l’attesa di un’era<br />

nuova, escatologica, si attendeva pure la rinascita <strong>del</strong>la profezia e il ritorno<br />

di profeti autentici come il mai obliato Elia, il cui ritorno era stato<br />

promesso d<strong>al</strong> <strong>profeta</strong> M<strong>al</strong>achia (3,1-4; si veda pure Sir 48,10-12; e poi<br />

nel Nuovo Testamento Mt 16,14; 17,10-13; 27,47-49; Lc 9,8; Gv 1,21-<br />

22). Come è facile immaginare e come è sempre avvenuto in periodi<br />

c<strong>al</strong>amitosi <strong>del</strong>la storia, c’erano pure coloro che, approfittando <strong>del</strong>la buona<br />

fede <strong>del</strong> popolo, non avevano ritegno a presentarsi e a spacciarsi per<br />

profeti. Nella Bibbia si parla abbastanza frequentemente di f<strong>al</strong>si profeti.<br />

Simone, dunque, si premunisce contro costoro, esigendo che il <strong>profeta</strong><br />

atteso dovesse essere “fe<strong>del</strong>e”. Nei tre <strong>al</strong>tri testi in cui ricorre (1Mac<br />

2,52; 3,13; 7,8) l’aggettivo “fe<strong>del</strong>e” (pistov") si applica sempre a persone<br />

che non hanno tradito la fiducia riposta in loro, restando sempre fe<strong>del</strong>i<br />

<strong>al</strong>la persona cui si sono votati. Non si può pensare che nel decreto<br />

si voglia parlare di un <strong>profeta</strong> che sia fe<strong>del</strong>e a Simone. L’aggettivo, <strong>al</strong>lora,<br />

va inteso nel senso di autentico, vero, veritiero o verace, come Elia,<br />

appunto, e gli <strong>al</strong>tri profeti classici 29 . In particolare è da mettersi in relazione<br />

<strong>al</strong> <strong>profeta</strong> promesso da Mosè in Dt 18,15ss., <strong>del</strong> qu<strong>al</strong>e Dio dice:<br />

“gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto gli comanderò”<br />

(Ivi v. 18), aggiungendo severe minacce contro i f<strong>al</strong>si profeti e criteri<br />

sicuri per riconoscere i profeti autentici e distinguerli da quelli f<strong>al</strong>si<br />

e bugiardi (vv. 19-20).<br />

28. Wirgin, “Simon Maccabaeus and the Prophetes Pistos”, 35-41, ove tuttavia sono trattati<br />

vari <strong>al</strong>tri problemi. Per l’intervento di profeti in campo politico si può ricordare pure il<br />

caso di S<strong>al</strong>omone, la cui designazione <strong>al</strong> trono fu più opera <strong>del</strong> <strong>profeta</strong> Natan che <strong>del</strong> padre<br />

David (1Re 1) oppure l’intervento di Eliseo per l’unzione di Ieu come re d’Israele (2Re 9).<br />

29. Così già pensava S. Zeitlin, The First Book of Maccabees, New York 1950, 29s. Secondo<br />

questo autore il cap. 14 di 1Mac sarebbe un’aggiunta, composta in età posteriore, quando i<br />

f<strong>al</strong>si profeti abbondavano. Argomento addotto per difendere questa tesi è che il Flavio nelle<br />

sue opere non dice nulla di quanto narrato da 1Mac 14. Ma Wirgin, nel lavoro citato <strong>al</strong>la nota<br />

precedente, fa osservare che il Flavio era un politico astuto, interessato a evitare di danneggiare<br />

gli interessi di Agrippa II e degli Erodiani in genere. Comunque B. Motzo, Saggi di storia<br />

e letteratura giudeo-ellenistica, Firenze 1924, 207-214 pensava (come <strong>al</strong>tri dopo di lui)<br />

che il Flavio non si sarebbe servito direttamente <strong>del</strong> 1Mac come fonte <strong>del</strong> suo racconto.

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