A. Sisti--L'attesa del profeta fedele al tempo dei ... - Christus Rex
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L’ATTESA DEL PROFETA FEDELE AL TEMPO DEI MACCABEI 77<br />
Simone, che interpretò un sogno di Archelao, predicendogli un’imminente<br />
rovina (Ant. Jud. 17,345ss) 58 .<br />
Ad un certo punto <strong>del</strong>la guerra contro i Romani, Giuseppe, parlando di<br />
sé stesso in terza persona, riferisce che, stando sul punto di essere catturato,<br />
“si rammentò <strong>dei</strong> sogni notturni nei qu<strong>al</strong>i il dio gli aveva predetto le<br />
c<strong>al</strong>amità che stavano per abbattersi sui giu<strong>dei</strong> o i cambiamenti che stavano<br />
per verificarsi <strong>al</strong>la testa <strong>del</strong>l’impero romano”. Quindi, senza nessuna apparente<br />
ombra di orgoglio, aggiunge, sempre in riferimento <strong>al</strong>la sua persona:<br />
“Nell’interpretare i sogni, egli era anche abile nel cogliere il significato<br />
<strong>del</strong>le espressioni oscure usate d<strong>al</strong>la divinità, ed essendo sacerdote e di famiglia<br />
sacerdot<strong>al</strong>e, non ignorava le profezie <strong>dei</strong> libri sacri” (Bell. Jud.<br />
3,351s). Il suo profetismo, dunque, consisteva in un impasto di sogni abilmente<br />
interpretati <strong>al</strong>la luce e con l’aiuto <strong>del</strong>la rivelazione contenuta nei libri<br />
sacri. Il risultato pratico fu la persuasione che era meglio per sé e per il<br />
suo popolo cedere <strong>al</strong>le offerte <strong>dei</strong> Romani e consegnarsi nelle loro mani.<br />
Il caso più singolare che maggiormente ci interessa per il profetismo<br />
individu<strong>al</strong>e è, però, quello di Giovanni Ircano, figlio ed erede di Simone<br />
Maccabeo, con la cui vicenda si chiude la narrazione <strong>del</strong> primo libro <strong>dei</strong><br />
Maccabei. Di lui l’autore ci dice semplicemente che, liberatosi da coloro<br />
che avevano ucciso suo padre e volevano uccidere anche lui, “d<strong>al</strong> momento<br />
in cui divenne sommo sacerdote... tutte le sue gesta, le sue guerre, le<br />
costruzioni da lui re<strong>al</strong>izzate, sono scritte nel libro <strong>dei</strong> giorni (ann<strong>al</strong>i) <strong>del</strong><br />
sommo sacerdozio” (1Mac 16,23-24).<br />
Evidentemente l’anonimo storico giudeo, che con molta probabilità<br />
scrive negli ultimi anni <strong>del</strong> sec. II a. C. o nei primi <strong>del</strong> sec. I, quando il<br />
prestigio <strong>del</strong>la famiglia <strong>dei</strong> Maccabei era ancora vivo e onorato da tutti<br />
per le benemerenze acquisite durante tutta la lunga lotta contro i<br />
Seleucidi 59 , giunto a questo punto, giudicava esaurito il suo compito, tanto<br />
più che le sue massime aspirazioni nazion<strong>al</strong>i sembravano essersi re<strong>al</strong>izzate<br />
nell’opera di Simone, di cui tesse il più bell’elogio (1Mac<br />
14,3-15), culminante nel riconoscimento uffici<strong>al</strong>e e solenne, da parte di<br />
tutti i giu<strong>dei</strong> e <strong>del</strong>lo stesso re di Siria, <strong>del</strong>la sua autorità di principe e<br />
sommo sacerdote. Giuseppe invece, quantunque non si mostri molto entusiasta<br />
<strong>del</strong>la famiglia <strong>dei</strong> Maccabei, per il loro primo e più illustre erede,<br />
58. Riprendiamo queste indicazioni da Meyer, “Profetismo e profeti nel giudaismo <strong>del</strong>l’età<br />
ellenistico-romana”, 552- 558. Per <strong>al</strong>tri personaggi presentatisi come profeti agli inizi <strong>del</strong>l’era<br />
cristiana, cfr. Sacchi, Storia <strong>del</strong> secondo tempio, 274.<br />
59. Cfr. <strong>Sisti</strong>, I Maccabei. Libro Primo, 33-35.