A. Sisti--L'attesa del profeta fedele al tempo dei ... - Christus Rex
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A. SISTI<br />
Dati i precedenti letterari che abbiamo considerati fin qui, si potrebbe<br />
pensare che la menzione <strong>dei</strong> profeti sia un luogo comune <strong>del</strong>le lamentazioni.<br />
Ma nel citato testo di Dan 3,37-38 è t<strong>al</strong>e l’aderenza <strong>del</strong>le parole<br />
<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà storica a noi nota mediante il racconto <strong>dei</strong> due libri <strong>dei</strong> Maccabei,<br />
che si è obbligati a credere <strong>al</strong>la veridicità <strong>del</strong>le singole affermazioni. A<br />
proposito <strong>del</strong> v. 38 annota G. Bernini: “In senso assoluto ciò si verificò <strong>al</strong><br />
momento <strong>del</strong>l’esilio (cfr. Lam 2,9), come minacciava il predicatore deuteronomista<br />
(Dt 28,36) ed Ezechiele (cfr. Ez 7,26). Ma <strong>al</strong> <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la persecuzione<br />
di Antioco IV i capi erano dovuti scappare (cfr. 1Mac 2,39-48) e i<br />
profeti si erano dovuti trasformare in scrittori apoc<strong>al</strong>ittici, come appunto<br />
l’autore <strong>del</strong> libro di Daniele, perché <strong>al</strong>trimenti non avrebbero potuto sopravvivere”<br />
11 . Natur<strong>al</strong>mente, quando si parla di profeti, non si deve pensare<br />
che a persone illuminate d<strong>al</strong>la fede, capaci di interpretare le tremende<br />
vicende <strong>del</strong> momento e di fornire a tutti orientamenti saggi e incoraggianti,<br />
derivandoli d<strong>al</strong>la propria esperienza di Dio. Quelli <strong>del</strong>la persecuzione erano<br />
momenti t<strong>al</strong>mente duri per la gente di pietà, che tutti si sentivano disorientati<br />
e incapaci di sperare un avvenire migliore.<br />
Il medesimo autore di Daniele, parlando proprio di Antioco IV e <strong>del</strong> suo<br />
furore persecutorio, anche se in forma pseudo-profetica (<strong>al</strong> futuro), mostra<br />
con molta evidenza il terrore da lui seminato tra i Giu<strong>dei</strong> rimasti fe<strong>del</strong>i <strong>al</strong>la<br />
propria fede religiosa e <strong>al</strong>le tradizioni <strong>dei</strong> padri (Dan 11,28-39). Ugu<strong>al</strong>mente<br />
fa l’epitomatore di Giasone di Cirene nel 2Mac. Dopo aver parlato a lungo<br />
di Antioco e <strong>del</strong>l’eroismo dimostrato dai martiri che caddero durante la<br />
sua persecuzione (2Mac cc. 5-7), iniziando a narrare le gesta di Giuda<br />
Maccabeo, mette in evidenza lo sforzo compiuto da lui e dai suoi per organizzare<br />
la resistenza, costretti a “introdursi segretamente nei villaggi”<br />
(pareiporeuovmenoi lelhqovtw" eij" ta;" kwvma"), <strong>al</strong>la ricerca di volontari<br />
disposti a unirsi a loro (2Mac 8,1). La situazione si capisce meglio <strong>al</strong>la luce<br />
di quanto annotato nel primo libro <strong>dei</strong> Maccabei, ove, dopo il rifiuto opposto<br />
d<strong>al</strong> sacerdote Mattatia a sacrificare agli idoli, l’autore aggiunge che “egli<br />
fuggì con i suoi figli verso i monti, lasciando tutto ciò che avevano nella città”.<br />
Dietro il suo esempio, “molti che avevano zelo per la giustizia e per il<br />
diritto discesero nel deserto e vi si stabilirono” (1Mac 2,28-29). I tempi erano<br />
duri e prima che i Maccabei riuscissero a radunare nel deserto un sufficiente<br />
numero di volonterosi disposti a combattere, si può immaginare in<br />
qu<strong>al</strong>e stato di prostrazione si trovasse la massa <strong>del</strong> popolo rimasto fe<strong>del</strong>e,<br />
senza <strong>al</strong>cuna indicazione su ciò che si dovesse o convenisse fare.<br />
11. Bernini, Daniele, 139. La scomparsa o la rarità <strong>del</strong>la profezia è lamentata anche in <strong>al</strong>tri<br />
testi sicuramenti più antichi di Daniele (si vedano le indicazioni fornite <strong>al</strong>la nota 6).