A. Sisti--L'attesa del profeta fedele al tempo dei ... - Christus Rex
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64<br />
A. SISTI<br />
Come si è potuto constatare, su tre casi in cui nel 1Mac, in un modo o<br />
in un <strong>al</strong>tro, si avverte l’assenza assoluta di profeti, in due di essi (4,46 e<br />
14,41) si esprime chiaramente la fiducia che in un futuro imprecisato ci sarà<br />
qu<strong>al</strong>cuno, capace di interpretare con autorità la volontà di Dio per risolvere<br />
questioni (giuridiche) in materia religiosa, non contemplate nell’antica<br />
legislazione biblica e mai affrontate precedentemente. Nel primo di questi<br />
due testi (4,46), l’idea di attendere un <strong>profeta</strong> che si pronunci sulla sorte<br />
<strong>del</strong>le pietre rimosse d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tare degli olocausti è registrata e chiaramente<br />
condivisa d<strong>al</strong>l’autore; nel secondo (14,41), invece, l’autore la riferisce in<br />
quanto già contenuta nel decreto di nomina di Simone a capo politico, sommo<br />
sacerdote e stratega <strong>del</strong>la nazione. Ma poiché egli, pur componendo la<br />
sua opera più di cinquanta anni dopo gli avvenimenti (verso il 100 a. C.),<br />
si mostra ovunque un convinto ammiratore <strong>del</strong>la famiglia <strong>dei</strong> Maccabei e<br />
non ha nulla da obiettare contro la decisione <strong>del</strong>l’assemblea popolare, è da<br />
ritenere fondatamente che anche lui fosse convinto <strong>del</strong>la venuta di un <strong>profeta</strong><br />
inviato da Dio, che si sarebbe dovuto occupare <strong>del</strong>la questione per risolverla<br />
in maniera definitiva 30 .<br />
4. Le attese <strong>del</strong> mondo giudaico con<strong>tempo</strong>raneo<br />
Scrivendo verso il 180 a. C., e quindi <strong>al</strong>la vigilia <strong>del</strong>la tremenda persecuzione<br />
scatenata da Antioco IV, il Siracide, nonostante tutto, sente ancora la<br />
fierezza di appartenere a un “popolo glorioso, porzione <strong>del</strong> Signore e sua<br />
eredità” (Sir 24,12). I tempi però non erano più quelli di una volta. Perciò,<br />
conscio anch’egli <strong>del</strong>le difficoltà <strong>del</strong> momento, rivolge un’ardente preghiera,<br />
piena di nost<strong>al</strong>gia e di speranza (Sir 36,1-17), perché il Signore voglia<br />
tornare ad essere benevolo con i suoi servi, mantenendo fede <strong>al</strong>le promesse<br />
antiche e concedendo di nuovo i suoi favori di un <strong>tempo</strong>. Tra le varie richieste<br />
da lui formulate ce n’è anche una che riguarda la profezia. Il testo è<br />
variamente tradotto. Nella versione uffici<strong>al</strong>e it<strong>al</strong>iana suona:<br />
Rendi testimonianza <strong>al</strong>le creature che sono tue fin d<strong>al</strong> principio, adempi<br />
le profezie fatte nel tuo nome. Ricompensa coloro che sperano in te, i tuoi<br />
profeti siano trovati degni di fede (Sir 36,14-15: Vg. 17-18)<br />
Propriamente nel v. 14b, tanto il greco che l’ebraico hanno un verbo<br />
che v<strong>al</strong>e: suscita, fa’ sorgere (e[geiron) e quindi si dovrebbe intendere nel<br />
30. Per una visione complessiva <strong>del</strong> pensiero teologico presente nel 1Mac cfr. E. V<strong>al</strong>lauri,<br />
1-2 Maccabei. Lotte e martirio per la fede, Brescia 1982, 64-83.