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com<strong>in</strong>cia a spogliarsi, urlando. Alcuni uom<strong>in</strong>i si alzano immediatamente<br />
e le gridano di rivestirsi, la apostrofano <strong>in</strong> francese e <strong>in</strong><br />
<strong>in</strong>glese e la bloccano, mentre lei piange sempre più forte.<br />
La sua vic<strong>in</strong>a di posto si alza <strong>in</strong> silenzio, si mette una grossa<br />
borsa sulla testa e com<strong>in</strong>cia a camm<strong>in</strong>are piano lungo il corridoio.<br />
Calma. Sembra una delle tante donne africane che vanno tutti i<br />
giorni a vendere la loro poca merce al mercato. Sfila tra i sedili <strong>in</strong><br />
silenzio e si avvia verso la prima classe.<br />
«Dove va?» chiedo ad alta voce, senza sapere a chi.<br />
«Forse va a guidare l’aereo» risponde ridendo il giovane con i<br />
capelli a grani di pepe.<br />
L’aereo traballa sulla pista e pare un ubriaco senza meta. Il musulmano<br />
con la barba sembra ignorare tutto e prega. Mi accorgo<br />
solo ora che ha la fronte segnata dalla polvere di mille <strong>in</strong>ch<strong>in</strong>i.<br />
Nemmeno lo scatto da rugbista di uno dei due nigeriani turba la<br />
sua calma.<br />
Il nigeriano si lancia di corsa verso la cab<strong>in</strong>a, ma viene bloccato<br />
da alcuni passeggeri e da due giovani francesi <strong>in</strong> maglietta grigia e<br />
guanti di pelle sbucati da non so dove. L’uomo si dimena, viene<br />
pestato, batte la testa e com<strong>in</strong>cia a sangu<strong>in</strong>are. Nella colluttazione<br />
ha perso anche la camicia.<br />
Il pilota <strong>in</strong>chioda due o tre volte, forse per tentare di ristabilire<br />
la calma. Nulla. Le hostess e gli steward sembrano impotenti e<br />
non tentano neppure di <strong>in</strong>tervenire. Ormai l’aereo è <strong>in</strong> mano ai<br />
passeggeri e ai clandest<strong>in</strong>i.<br />
Qualcuno tenta di parlare con il nigeriano. Prima sembrava una<br />
belva braccata, ora pare rassegnato. Ma è un attimo. Subito dopo<br />
tenta di nuovo di div<strong>in</strong>colarsi.<br />
«Sempre così con i nigeriani, sempre problemi!» urla una donna.<br />
«Go down! Go down!» ripete ossessivamente un’altra.<br />
Due uom<strong>in</strong>i e una dozz<strong>in</strong>a di donne. Viene subito da pensare ai<br />
nostri viali che nella notte diventano strade africane. Paradossal-<br />
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