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viaggio che ha sempre un ritorno, non come quello del nomade<br />

che non ne ha. Tutto sembra diverso da lontano, ma anche perché<br />

si è lontani, lontani da tutto ciò che è nostro, il nostro mondo, i<br />

nostri abituali punti di riferimento. Forse è il nostro essere spaesati<br />

a deformare il nostro sguardo. «Uno straniero può guardare mille<br />

cose, ma vedrà solamente ciò che già conosce» dice un proverbio<br />

africano. Non credo che chi ha detto queste parole abbia letto<br />

libri di antropologia, ma sicuramente ne ha <strong>in</strong>tuito il senso. La tradizione<br />

africana sembra voler scoraggiare chi vuole capire, addentrarsi<br />

tra i palmizi delle culture altrui.<br />

Eppure tra quei contad<strong>in</strong>i tangba, nel loro modo di vivere, <strong>in</strong><br />

quei villaggi semideserti nascosti tra le rocce sentivo qualcosa che<br />

mi faceva tornare <strong>in</strong>dietro nel mio passato. Con buona pace di tanti<br />

che <strong>in</strong>orridiranno, posso dire che sentivo le mie radici. Radici <strong>in</strong><br />

parte presunte; sono nato <strong>in</strong> città, ma da stirpe montanara e contad<strong>in</strong>a.<br />

Per tutta la vita ho corso alla ricerca di quelle radici nascoste<br />

dall’asfalto, per il gusto di sentire la terra sotto le scarpe. Una<br />

fuga. Una fuga dalla città, dai condizionamenti quotidiani e anche<br />

dall’ovvio e dallo scontato. Stare al villaggio, come stare <strong>in</strong> montagna,<br />

mi faceva sentire precario, privo di certezze e di eventi prevedibili<br />

e pertanto ricco di possibilità.<br />

Allora cosa cercavo <strong>in</strong> quelle serate gonfie di angoscia, quando<br />

solo la paura delle buche della strada e la mancanza (per colpa<br />

mia) del faro anteriore mi impedivano di fuggire a Djougou? Un<br />

racconto cercavo, solo questo. Una storia <strong>in</strong> più da aggiungere all’album<br />

della vita. Peccato però che non mi sia venuto <strong>in</strong> mente<br />

quando quell’omone mi ha fatto quella domanda. Ma non so se<br />

avrei risposto così.<br />

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