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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />
Cap III<br />
Marta Costa aprí la porta dello spogliatoio del Tennis Club annesso all´albergo ed entró.<br />
Era giá in tenuta da tennis, voleva solo assicurarsi se Francesca Volatti, l´amica con la quale<br />
giocava ogni mattina, vi fosse giunta e stesse aspettandola lí dentro.<br />
Ne uscí dopo qualche secondo, aveva un´aria seria e preoccupata, chiuse la porta con la chiave e<br />
se la pose immediatamente in tasca, guardó attorno in cerca di Beppe Tricarico, l´uomo addetto<br />
alla manutenzione dei campi e che svolgeva anche funzioni di allenatore sia pure su scala ridotta.<br />
Non lo vide e si affacció dalla ringhiera che dava sul terreno sottostante dove si stendevano i tre<br />
campi da tennis ciascuno su una delle fasce di terreno disposte a gradinata.<br />
Gli fece cenno di salire, quando le fu vicino lo avvisó che aveva chiuso a chiave la porta degli<br />
spogliatoi senza dirgliene il perché, e gli raccomandó di non permettere assolutamente a nessuno<br />
di entrarvi finché non fosse giunto il direttore di Villa dei Castagni. Non rispose allo sguardo di<br />
muta interrogazione dell´uomo, gli volse le spalle e si allontanó a passo rapido dirigendosi verso<br />
l´edificio principale.<br />
Attraversato frettolosamente l´atrio entró nella saletta del direttore senza nemmeno bussare.<br />
Guido Pinotti, seduto dietro alla scrivania, la guardó con una certa preoccupazione. Conosceva<br />
molto bene Marta Costa e da anni, cioé da quando aveva cominciato a passare il periodo estivo<br />
in Villa dei Castagni, e sapeva che era una donna piena di buon senso ed equilibrata. Per<br />
irrompere nel suo ufficio alle sette di mattina senza chiedere permesso, doveva esserci qualcosa<br />
di molto serio. Per questa ragione non rimase molto stupito quando lei gli riferí con voce piatta<br />
-Francesca Volatti...l´hanno uccisa, lá negli spogliatoi del tennis. Ho chiuso la porta a chiave,<br />
eccola qui.- e gliela consegnó.<br />
Il direttore di Villa dei Castagni era un uomo di sangue freddo e decisioni rapide. Si attaccó<br />
immediatamente al telefono e compose il numero che Cesarini gli aveva lasciato per casi di<br />
emergenza.<br />
Il Commissario una quarantina di minuti dopo giá si trovava sul posto, l´agente Filiberti<br />
alla guida doveva aver fatto volare la Pantera su per la tortuosa strada di montagna per<br />
impiegarci tanto poco. Erano con lui il suo braccio destro Alfredo Lucchesi, e l´agente<br />
investigatore Fabio Pentassuglia.<br />
Pinotti li guidó al Tennis Club consegnando la chiave degli spogliatoi. Cesarini vi entró insieme a<br />
Pentassuglia mentre Lucchesi rimaneva fuori per prendere le misure necessarie ad isolare il<br />
locale. Nel frattempo sopraggiungeva la seconda Pantera a bordo della quale si trovava anche<br />
Mario Giacchin, disegnatore e fotografo che entró insieme al suo capo per scattare le foto e fare<br />
uno schizzo del locale indicando la posizione del cadavere .<br />
A prescindere dalla localitá differente, il corpo della Volatti, si presentava nelle stesse identiche<br />
condizioni di quello di Ivonne Balleri, supina, nuda dall´ombellico in giú e con i due tagli a croce<br />
sul ventre. Lo lasció nella posizione nella quale si trovava in attesa che arrivasse Roberto<br />
Melandri, il medico legale e uscí all´aria aperta. Lá fuori erano rimasti ad aspettarlo Marta Costa<br />
e il direttore che gliela presentó<br />
-La signora Costa ha scoperto il corpo un´ora fa piú o meno.-<br />
Cesarini tiró un sospiro di sollievo, aveva interrogato Marta Costa in occasione della morte della<br />
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