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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />
Nebbie, chiamato cosí malgrado si trattasse di una modesta altura accessibile con una<br />
passeggiata su agevoli sentieri che si snodavano tra abetaie e prati e che dal lato occidentale<br />
terminava in uno strapiombo fiancheggiato da due lunghissime propaggini montuose disposte a<br />
ferro di cavallo sí da formare una conca nella quale, per contrasto di temperature e mancanza di<br />
ventilazione, si addensava molto spesso un enorme banco di nebbia tanto grande da sembrare<br />
un lago opalescente. Piú in lá, dove apriva lo spazio, la vallata verdissima dei pascoli. Uno<br />
spettacolo incantevole e incantatore che mai stancava.<br />
L´uomo decise di partecipare alla gita, conosceva bene il posto e avvertiva il bisogno delle<br />
sensazioni sottili e profonde che quella vista ogni volta in lui rinnovava.<br />
Voleva ritrovarvi la pace di spirito completa di cui ancora avvertiva la necessitá per dissipare in<br />
definitivo quel resto di angustia e di tensione che il travaglio di giustiziere gli aveva provocato<br />
nel fondo dell´anima.<br />
Erano una ventina i gitanti, fu l´ultimo ad avviarsi, o almeno cosí credeva fino ad<br />
accorgersi che dietro a lui si erano accodati Wanda Corini e Gianni Spacchi, quest´ultimo gli si<br />
affiancó mentre la donna affrettava il passo per raggiungere la testa del gruppo che si stava<br />
snodando in fila indiana.<br />
Camminavano a passo lento, nessuno aveva fretta, e impiegarono una quarantina di minuti per<br />
giungere lá dove ad una andatura normale ci sarebbe voluto la metá del tempo.<br />
Lo spettacolo, antico e pur sempre nuovo, li affascinó una volta ancora. La contemplazione fu<br />
interrotta solamente perché ai ragazzini era venuta fame e reclamavano per la merenda. Il picnic<br />
fu consumato su bianche tovaglie distese sull´erba. L´uomo non aveva nessuna voglia di<br />
mangiare, sedette all´ombra di un abete poco discosto continuando ad ammirare il panorama in<br />
pace di spirito.<br />
Era concentrato, assorbito nella contemplazione dello spettacolo che lo affascinava, ma non<br />
tanto da non accorgersi della figura di Gianni Spacchi che si allontanava per sparire tra gli alberi.<br />
‘Avrá sentito il bisogno di appartarsi per una improvvisa necessitá fisiologica’ pensó in un primo<br />
momento, ma gli nacque il sospetto che potesse trattarsi di qualcosa di diverso quando vide che<br />
anche Wanda Corini si stava allontanando, piú o meno nella stessa direzione.<br />
Coincidenza o non coincidenza era qualcosa che andava verificata. L´uomo senza mettersi in<br />
piedi e sforzandosi sulle sole braccia si portó al riparo dietro l´albero, dopo si rizzó avviandosi<br />
verso dove aveva visto scomparire i due. Avanzava con passo cauto, vigile e attento come un<br />
Apache alla caccia del cervo o tendendo un agguato al Viso Pallido. Non erano molto lontani, i<br />
suoi peggiori sospetti stavano avverandosi. I due erano avvinghiati, lei con la schiena appoggiata<br />
ad un tronco, non c´erano dubbi su quel che erano intenti a fare.<br />
Fu un´amara delusione, la piú amara possibile.<br />
Per quanto doloroso fosse capí che era costretto a rimettersi all´opera, non poteva lasciar le cose<br />
come stavano. I sacrifici, i rischi, gli orrori che aveva vissuto sarebbero risultati vani.<br />
Doveva, purtroppo far rinascere il <strong>Diavolo</strong>, come lui stesso l´aveva battezzato quando era stato<br />
sorpreso da Carletto immediatamente dopo aver giustiziato Ivonne Balleri.<br />
Stavolta l´impresa si riveló molto piú difficile. Wanda non era mai sola, sempre<br />
circondata da persone, mai si allontanava dal gruppo, mai si metteva in una situazione<br />
vulnerabile.<br />
Pensó di attaccarla di notte, nella sua camera, ma la porta era troppo vicina alla rampa di scale<br />
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