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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />
Cavalieri sembró uscire dallo stato di abulia nel quale si trovava, si difese<br />
-Lei stesso ha detto che avrei indossato una camicia azzurra e non l´abito verde. Sarei<br />
per caso divenuto il diavolo blu?-<br />
-Se si fosse presentato all´appuntamento tutto vestito di verde la ragazza avrebbe intuito<br />
le sue intenzioni e sarebbe fuggita, o almeno l´avrebbe tentato, e in tal caso per Lei non<br />
ci sarebbe stato scampo, la sua tragica commedia sarebbe giunta alla fine.-<br />
Cesarini attese invano la risposta, e allora riprese<br />
-Le dico anche che non sono del tutto convinto che Lei sia il <strong>Diavolo</strong> Verde. Perché non<br />
mi dice la veritá? Perché pagava la Savoldi e cosa é accaduto l´altra sera nel Bosco delle<br />
Ninfe? Solo cosí potrá salvarsi, se é innocente.-<br />
Cavalieri capí di non avere scelta, trasse un lungo sospiro e cominció<br />
-Se ho cercato di nascondere la veritá é stato perché volevo risparmiare ambasce alla mia<br />
famiglia. È vero ho pagato Giuseppina, ma non per la ragione che Lei pensa, é perché ho<br />
avuto un momento di follia e avevo perso la testa per quella ragazza. Non mi era mai<br />
capitato prima, sono sempre stato un marito fedele, ma Giuseppina ha esercitato su di<br />
me un´attrazione cui non ho avuto la forza di resistere, mi piaceva troppo, mai una<br />
donna mi era piaciuta fino a tal punto in tutta la vita. Cominció per scherzo, non<br />
resistetti alla tentazione e le dissi, quasi per gioco “Come siete bella, ragazza mia! Darei<br />
chissá cosa per voi.-<br />
Rispose dopo un attimo di esitazione “Per esempio?” Qualcosa piú forte di me mi<br />
indusse a rispondere, come in una puntata a poker “Un milione! Dieci banconote da<br />
centomila., l´una sull´altra” “Guardi che la prendo in parola.” mi rispose senza pensarci<br />
due volte. Per caso avevo la cifra con me, un involto nascosto in un cassetto tra la<br />
biancheria. Mia moglie e le ragazze fuori per una passeggiata, eravamo soli nella stanza e<br />
la cosa accadde naturalmente. Fu una sensazione che non avevo mai provata e che mi<br />
sconvolse. Seppi piú tardi che Giuseppina in quei giorni aveva disperatamente bisogno di<br />
danaro per pagare un usuraio che aveva prestato soldi al padre, provai vergogna di me<br />
stesso ma non riuscii a pentirmi di quel che avevo fatto. Il desiderio di lei era piú forte di<br />
qualsiasi considerazione, la volevo ancora e glielo dissi. Ci aveva preso gusto, non a me,<br />
al denaro, e mi rispose “Perché no? Alle stesse condizioni dell´altra volta.” Risposi che<br />
era troppo e non avrei potuto e allora ci accordammo per meno. Accadde altre due<br />
volte, avevamo scelto per i nostri incontri il Bosco delle Ninfe perché in albergo sarebbe<br />
stato impossibile, difficilmente si sarebbero ripetute le condizioni della prima volta. L<br />
´ultima volta fu lei a proporlo “Mi servono urgentemente seicentomila lire.” L´altra<br />
mattina feci una scappata a C., prelevai il danaro in banca e poco prima del tramonto mi<br />
recai all´appuntamento. Era venale, prima di tutto si fece consegnare quanto avevamo<br />
pattuito e se lo infiló in tasca. É tutto quel che ricordo, un attimo dopo avvertii un<br />
violento colpo alla nuca e caddi svenuto. Rinvenni che si era fatto scuro, si vedeva a<br />
malapena. Avvertivo un lancinante dolore alla nuca, vi posi la mano e la ritrassi sporca di<br />
sangue. La ragazza era scomparsa, non capivo quel che era successo, ero intontito,<br />
completamente intontito. Mi sono trascinato fino all´albergo, riuscendo ad entrare ed<br />
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