Diavolo epis Anna Maria

Cesarini e il Diavolo Verde
vi rimase fin quando si convinse che lo Spacchi non avrebbe seguito la donna. Solo allora si alzó
avviandosi anche lui verso l´uscita con fare indifferente. Diede una rapida occhiata allo Spacchi
per controllarne i movimenti e vide che l´uomo non si era mosso e continuava a consultare le
pagine di un grosso librone.
Non si era mosso al momento, ma si mosse immediatamente dopo mettendosi all´inseguimento,
non aveva fretta, il Diavolo Verde sarebbe avanzato lentamente almeno fino a trovarsi fuori dal
paese.
Gigi De Angelis e Fabio Pentassuglia, avvisati di mantenersi pronti, erano ad aspettarlo lá fuori
ed il trio cominció il cauto inseguimento. Fu facile, il Bartolomei con l´andatura claudicante fu
subito in vista dei tre che lo videro smettere di zoppicare non appena superata l´ultima casa e
procedere speditamente finché non fu in vista della vittima.
Venne cosí a crearsi una situazione paradossale, un piccolo corteo sui generis.
In testa Wanda Corini, la preda, dietro di lei il cacciatore che non sapeva di venire seguito a sua
volta da tre segugi. In realtá chi era braccato era proprio lui, il Diavolo Verde.
Wanda sedette sulla pietra bianca, era emozionata, tesa, ma non aveva paura, sapeva di
non correre un rischio eccessivo. La calotta d´acciaio sotto la parrucca costituiva una protezione
piú che sicura, erano stati fatti gli esperimenti opportuni con risultati piú che soddisfacenti,
anche i colpi vibrati con grande violenza venivano attutiti mentre lo strato di gommapiuma li
rendeva innocui.
La mano destra impugnava una pistola, la sinistra reggeva uno specchietto con il quale
controllava quel che avveniva alle sue spalle, data la posizione il sole non l´avrebbe tradita
riflettendovi i raggi.
Lo vide dietro di lei, all´improvviso come spuntando dal nulla. Contraendo i muscoli si
preparó a ricevere il colpo. Immediatamente dopo si voltó puntandogli contro la pistola
--Alza le mani, chiunque tu sia. E non fare movimenti bruschi altrimenti sparo.-
Gigi De Angelis se la cavó a buon mercato, la lama era penetrata in profonditá senza
ledere organi vitali.
Quando gli riferirono come si erano svolti i fatti, il commento di Ulisse Cesarini fu lapidario
-Ha voluto morire. Quando si é reso conto di non avere scampo ha preferito la morte.-
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