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Gennaio-marzo 2012 - Link Campus University

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in primo luogo tecnologica, quale leva di competitività nell’ottica<br />

della sostenibilità e dell’internazionalizzazione;<br />

• indirizzare e sostenere l’attività di ricerca scientifica,<br />

coerentemente con gli attuali modelli di innovazione tecnologica,<br />

e soprattutto l’utilizzo delle nuove conoscenze così generate<br />

a scopi applicativi nella molteplicità delle strutture e<br />

dei processi economici e sociali;<br />

• affrontare, attraverso la ricerca e l’innovazione, le<br />

grandi problematiche sociali, da quelle connesse all’invecchamento<br />

della popolazione a quelle della sicurezza a livello individuale<br />

e sociale;<br />

• ridefinire la struttura e le modalità operative del si-<br />

Il secolo appena iniziato sarà il secolo dello straniero per<br />

eccellenza. Ma chi è lo straniero? Il turista che visita il nostro<br />

Paese? Il migrante costretto a lasciare la propria patria<br />

a causa della povertà e delle guerre? O il malvivente in<br />

cerca di un luogo dove sia più facile delinquere e dove l’eventuale<br />

punizione sia meno dura che a casa sua?<br />

Il turista è certo straniero ma, a parte forse qualche inconveniente<br />

di viabilità nei nostri centri storici, non costituisce un<br />

problema quanto una risorsa. Gli immigrati invece, spesso<br />

identificati tout court con i delinquenti, un problema lo sono<br />

eccome. Lo sono soprattutto in quanto ‘diversi’ per il colore<br />

della pelle, la lingua, i costumi, i valori. Tutto ciò che li riguarda<br />

ci è estraneo ed è dunque, in qualche modo, pericoloso.<br />

L’antropologo Claude Lévi Strauss affermava che<br />

Anna Maria Cossiga, <strong>Link</strong> <strong>Campus</strong> <strong>University</strong><br />

italia link journal 1/<strong>2012</strong><br />

stema dell’istruzione e della formazione a tutti i livelli, da<br />

quello primario a quello post-laurea, in modo da fornire le tipologie<br />

di conoscenze e di competenze richieste dalla Società<br />

della Conoscenza, riassumibili in termini di multidisciplinarietà,<br />

di orientamento alle metodologie e al problem solving, di<br />

integrazione fra processi di apprendimento ‘teorico’ e di applicazione<br />

in contesti ‘reali’.<br />

Preme sottolineare come la definizione e l’attuazione di queste<br />

linee di azione richiedano l’assistenza di una visione sul futuro<br />

a medio-lungo termine della società italiana, che sia condivisa<br />

da tutti i suoi stakeholder e ne indirizzi la formulazione di strategie<br />

e l’operatività.<br />

Immigrazione e (s)fiducia nella politica<br />

“l’atteggiamento più antico […] consiste nel ripudiare puramente e semplicemente<br />

le forme culturali – morali, religiose, sociali, estetiche – che<br />

sono più lontane da quelle con cui ci identifichiamo. Dire “Abitudini di<br />

selvaggi”, o “da noi non si fa così”, sono altrettanti reazioni grossolane<br />

che esprimono (…) la stessa repulsione di fronte a modi di vivere, di<br />

pensare o di credere che ci sono estranei”.<br />

Forse per questo, come sosteneva Rousseau, la civiltà è stata<br />

fondata da chi ha costruito il primo recinto. E non per raggruppare<br />

il bestiame, bensì per separare il proprio terreno da quello<br />

dell’altro, lo ‘straniero’, il possibile ‘nemico’.<br />

Eppure, come sostiene Jean Danielou, storico e teologo francese,<br />

il passo decisivo l’umanità lo ha fatto quando “lo straniero<br />

da nemico è divenuto ospite”.<br />

Sono questi i due atteggiamenti cui la politica, l’Arte di go-

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