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Gennaio-marzo 2012 - Link Campus University

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22<br />

Riflessioni<br />

sul Trattato di Lisbona<br />

L’attuale crisi internazionale rappresenta, con tutta evidenza,<br />

una cartina di tornasole delle debolezze europee,<br />

occidentali in generale, nell’affrontare le<br />

difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti. La crisi, generata<br />

dai ‘miti’ - rivelatisi estremamente negativi - di un mercato<br />

in grado di auto-riformarsi e di una finanza fondata su processi<br />

e su strumenti completamente distaccati dall’economia<br />

reale, ha colto di sorpresa l’occidente, pur avendo origini<br />

chiare negli Stati Uniti.<br />

Gli Stati Uniti e l’Europa stanno reagendo con grande lentezza<br />

alla crisi, in termini di comprensione del fenomeno e<br />

dell’adozione di strumenti per l’aggiustamento delle finanze<br />

pubbliche e per la crescita e lo sviluppo. Ciò, a ben guardare,<br />

rischia di incrementare il fossato fra l’occidente e il<br />

resto del mondo, lasciando la nostra parte del mondo in<br />

balìa del mare periglioso di una globalizzazione non governata<br />

politicamente, nel cambiamento radicale degli equilibri<br />

di forza globali. La tappa del trattato di Lisbona ha certamente<br />

rappresentato uno spartiacque fra la ‘vecchia’ Europa<br />

ed un approccio adatto, si dice, a reggere la globalizzazione,<br />

i processi del cambiamento globale che hanno cambiato e<br />

stanno cambiando profondamente il mondo.<br />

È veramente così ?<br />

Queste mie riflessioni ‘critiche’ partono dall’attualità e, in<br />

particolare, da due elementi:<br />

- l’affermarsi sulla scena del mondo di nuovi player globali;<br />

- le difficoltà del “sistema Europa”.<br />

L’Europa, a ben guardare, sembra aver smarrito la ‘passione’<br />

degli inizi, di quando i ‘fondatori’ diedero il via al<br />

grande progetto europeo per un mondo di pace. Se è vero,<br />

come è vero, che l’Europa ha rappresentato una concreta<br />

speranza per la pace (pur avendo avuto al suo interno pericolosi<br />

focolai di violenza e di conflitto, come i Balcani, non<br />

Vincenzo Scotti - Presidente <strong>Link</strong> <strong>Campus</strong> <strong>University</strong><br />

europa link journal 1/<strong>2012</strong><br />

ancora del tutto spenti) essa sta mostrando limiti evidenti<br />

che, sempre più, vengono sottolineati dal fatto che l’Europa<br />

fatica ad affermarsi come ‘soggetto globale’ apparendo<br />

come la sommatoria di sovranità statuali e non invece come<br />

una realtà davvero federale in grado di esprimere la propria<br />

voce e di contribuire a decidere - a livello globale - negli ambiti<br />

politici, diplomatici, economici, finanziari.<br />

L’Europa appare piuttosto come un ‘problema’ agli occhi<br />

di un mondo che non aspetta le nostre lentezze ma che, al<br />

contrario, cavalca la crisi con decisione e con tassi di crescita<br />

che, pur nelle difficoltà, sono decisamente importanti.<br />

L’Europa resta appesa al suo passato, incapace di decidere<br />

e prigioniera del suo stesso allargamento, di fatto ingovernabile.<br />

L’Europa, per scelta strategica, ha cercato negli ultimi<br />

decenni un allargamento a nord e ad est ma, con<br />

grande miopia, ha trascurato il Mediterraneo, lasciando per<br />

troppo tempo il mare nostrum in balìa di regimi oppressivi<br />

con i quali non si sono fatti i conti politicamente e che, alla<br />

prova della storia, hanno mostrato le loro contraddizioni<br />

sotto la forte richiesta di giustizia e di libertà da parte delle<br />

popolazioni, mietendo violenze e provocando vittime come<br />

si vede ancora oggi nella evoluzione di ‘situazioni paese’<br />

particolarmente delicate.<br />

Prima il partenariato euro-mediterraneo siglato a Barcellona<br />

e poi l’Unione per il Mediterraneo non sono stati in grado<br />

di configurare il senso strategico di un rapporto necessario<br />

fra Europa e Mediterraneo.<br />

Un elemento secondo me fondamentale per costruire una<br />

solida ed efficace partnership euro-mediterranea è quello<br />

della formazione: la nostra Università, insieme ad EMUNI<br />

(l’Università euro-mediterranea), ha colto tale sfida e, da<br />

tempo, lavora per costruire un network di alto livello fra Atenei;<br />

ciò non solo dal punto di vista dell’offerta formativa e

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