Gennaio-marzo 2012 - Link Campus University
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link journal 1/<strong>2012</strong> globalizzazione<br />
frire alla sfera politica nuove facoltà per costruire in maniera<br />
allargata e partecipativa l’agenda politica, in ambito locale,<br />
nazionale ed internazionale.<br />
Il Web non è un mero contenitore di informazioni “statiche”,<br />
ma quel luogo “dinamico” di integrazione e ibridazione continua<br />
dei contenuti.<br />
Un cambiamento di prospettiva rispetto alla produzione e<br />
fruizione dei contenuti, cui la politica non può sottrarsi. Alla<br />
Dialogo globale:<br />
i canoni<br />
della convivenza<br />
Le giovani generazioni, accompagnate dall’evoluzione<br />
sempre crescente e sempre più veloce dei mezzi di comunicazione,<br />
hanno una grande opportunità e corrono<br />
un grande rischio rispetto al tema dell’ integrazione<br />
culturale e religiosa.<br />
Il mondo è fortemente interrelato e persone di culture e di<br />
religioni diverse entrano in contatto senza soluzione di continuità,<br />
in un incontro inevitabile, quotidiano, che appartiene<br />
ormai alla normalità della vita di ciascuno di noi. Pensiamo,<br />
solo per fare un esempio, alle nostre città sempre più interetniche<br />
e ai loro quartieri sempre più caratterizzati dalla<br />
compresenza di etnie differenti.<br />
Chi oggi ha intorno a vent’anni, si dice, è nei fatti un cittadino<br />
globale e un nativo digitale. Si tratta di persone che, rispetto<br />
alle generazioni precedenti, hanno una naturale capacità nell’utilizzo<br />
di personal computer, social network, strumenti<br />
sempre più diretti e che immediatamente risolvono la necessità<br />
di superare le barriere che intercorrono con l’altro, con<br />
chi ancora non conosciamo, con chi è “spazialmente” (ma<br />
non umanamente) distante da noi.<br />
Tale facilità di approccio, dunque, semplifica le cose, riduce i<br />
tempi, permette una immediata comunicazione. Si tratta della<br />
grande opportunità che richiamavo all’inizio, la possibilità di<br />
ritrovarsi insieme e vicini, pur se distanti.<br />
Marco Emanuele - <strong>Link</strong> <strong>Campus</strong> <strong>University</strong><br />
politica ed ai suoi leader è richiesto di entrare in contatto con lo<br />
spirito dei tempi. Di riattivare anche attraverso la Rete quel rapporto<br />
osmotico eletto/elettore che si è affievolito nel tempo.<br />
Di mobilitare nuove energie per la costruzione collettiva e riorganizzare<br />
il consenso in forme più partecipative ed ampie. Senza<br />
però cedere alla tentazione di cavalcare gli umori più immediati,<br />
di governare sul sondaggio permanente, che la Rete potrebbe<br />
ampliare e che tanto danno fa alla credibilità e alla capacità<br />
trasformatrice dell’azione politica in tutte le latitudini.<br />
In questi mesi, in particolare, abbiamo potuto constatare l’importanza<br />
“politico-strategica” della “rete”, le sue implicazioni<br />
nelle mobilitazioni che, da più parti a livello planetario, si sono<br />
affermate nella cronaca e nel dibattito.<br />
Da una parte all’altra del mondo si susseguono segnali importanti,<br />
soprattutto da parte delle giovani generazioni, a riprendere<br />
in mano una progettualità di convivenza non ancora<br />
compiutamente definita. Tentativi organizzati di ricostruire<br />
relazioni progettuali - ai livelli nazionale, regionale, globale -<br />
si muovono non solo all’interno di contesti particolari ma,<br />
ormai, a livello transregionale e transcontinentale.<br />
La sfida della riappropriazione della storia comune e del riorientamento<br />
della convivenza, tendenzialmente in senso democratico,<br />
è ben importante nell’attuale momento storico;<br />
dalle “primavere” arabe, all’uscita dall’ “oscurantismo” informatico<br />
in Paesi come la Cina, all’effetto domino dei movimenti<br />
degli “indignati” in diverse parti del mondo, le giovani<br />
generazioni sono impegnate - grazie a Internet - a ritrovarsi<br />
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