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Gennaio-marzo 2012 - Link Campus University

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link journal 1/<strong>2012</strong> internazionale<br />

31<br />

Lo scenario mondiale tra globalizzazione e frantumazione<br />

necessita di una diversa interpretazione della<br />

convivenza nella città europea.<br />

Lo scenario mondiale è contrassegnato da profondi e rapidi<br />

processi di globalizzazione e frantumazione le cui conseguenze<br />

presentano un’incognita sull’assetto futuro dell’umanità.<br />

Siamo spettatori di una crisi epocale dell’economia<br />

mondiale, dell’ecologia mondiale e della politica mondiale<br />

che, unite alla mancanza di una visione completa per prevedere<br />

e progettare scenari di composizione sociale, suscita<br />

preoccupazioni profonde perché non consente di far fronte<br />

a diversi macroproblemi: l’interdipendenza economica globale,<br />

la diffusione delle nuove tecnologie info-telematiche,<br />

le questioni dell’urbanizzazione, quelle del nomadismo e<br />

quindi della città sempre più multietnica e multiculturale.<br />

Tutto ciò ha creato un problema senza precedenti: un universo<br />

globalmente costituito dal convergere di popoli, religioni,<br />

culture diversissime e uno spazio globale governato<br />

sempre dalle stesse leggi economiche, dagli stessi meccanismi<br />

e dagli stessi ritmi.<br />

Ma a questo spazio globale, come fa osservare Corrado Beguinot<br />

da diversi anni nelle sue approfondite pubblicazioni,<br />

non corrisponde una comunità globale, con le gravi conseguenze<br />

del disagio urbano e dell’insicurezza crescente. La realtà<br />

di oggi fa emergere l’esistenza di un sesto continente<br />

formato da uomini e donne che solcano i mari e gli oceani<br />

lasciando la loro terra in cerca del miglior vivere, in cerca di<br />

un po’ di dignità.<br />

Questo fenomeno è sicuramente la conseguenza di grandi<br />

squilibri a livello mondiale non solo in termini di ricchezza<br />

ma anche di assenza di democrazia e di diritti che la globalizzazione<br />

accelera e, in alcuni casi, esaspera: l’80% della po-<br />

Stefania Lazzari Celli - <strong>Link</strong> <strong>Campus</strong> <strong>University</strong><br />

Un nuovo<br />

umanesimo<br />

per la futura città<br />

interetnica<br />

polazione del mondo consuma il 20% delle risorse e il restante<br />

20% - da solo - consuma l’80% delle risorse: questa<br />

differenza abissale mette in moto un meccanismo di crisi<br />

profonda delle popolazioni indigenti alla ricerca della sopravvivenza<br />

e della difesa dalla morte per fame e sete generando<br />

un fenomeno migratorio di proporzioni enormi.<br />

Questo mutamento profondo, osserva sempre Beguinot,<br />

porterà come conseguenza al fenomeno del meticciato; fenomeno<br />

che per alcuni rappresenta una risorsa mentre per<br />

altri costituisce un problema: di conflittualità, di disagio urbano,<br />

di forme deteriori della vita associata - tra cui il terrorismo<br />

e l’esasperazione delle differenze o il non rispetto delle<br />

differenze, di immigrazione accolta come emarginazione,<br />

come ghettizzazione.<br />

La città europea è stata sempre una città cosmopolita ma in<br />

passato lo è stata soprattutto nella sua classe dirigente: dai<br />

banchieri, ai produttori, agli scienziati, ai ricercatori. Oggi il<br />

fenomeno non è più questo; è, invece, quello della presenza<br />

di persone che cercano un lavoro, una speranza di vita e che<br />

sono colpiti dalle forme di benessere, spesso fittizio, che i<br />

mezzi di comunicazione di massa trasmettono e trasferiscono<br />

nei loro Paesi.<br />

Un problema terribilmente più complesso di quello del dialogo<br />

tra i popoli che vivono lontani: questa volta si tratta<br />

della convivenza di uomini che sono nello stesso palazzo,<br />

nello stesso quartiere, nella stessa piazza.<br />

I mutamenti sociali conseguenti ai grandi movimenti migratori<br />

dal sud verso il nord del mondo stanno - di fatto - cambiando<br />

le grandi città europee, all’interno delle quali si<br />

trovano a convivere cittadini di differenti etnie, culture e religioni.<br />

E questo pone il problema di come organizzare -<br />

nella città dei diversi - una coesistenza civile nel rispetto delle

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