deMOcrAzIA epArtecIpAzIOne - Federazione Trentina delle ...
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per approfondire tutto. I ritmi di vita<br />
sono tranquilli, non frenetici. La gente<br />
è genuina. Magari più rigida al primo<br />
approccio, ma poi diventa vera e naturale.<br />
In banca, dopo le operazioni allo<br />
sportello, il funzionario mi propone<br />
un caffè. A Milano non mi è mai<br />
capitato.<br />
La cooperativa sociale Oltre è entrata<br />
nella mia vita grazie alla conoscenza<br />
e all’amicizia con Luca Corradini, il<br />
presidente e uno dei fondatori, coetaneo<br />
e compagno di studi della maggiore<br />
<strong>delle</strong> mie figlie. Attraverso le<br />
sue parole ho iniziato a conoscere il<br />
progetto e me ne sono innamorato.<br />
Quando mi ha chiesto di dare una<br />
mano ho accettato subito, portando<br />
ciò che so fare: gestire uomini e progetti<br />
e lavorare insieme agli altri. Il<br />
mio contributo consiste nel cercare di<br />
rendere le attività della cooperativa un<br />
progetto concatenato e duraturo, non<br />
un insieme di iniziative spot. Lo ripeto<br />
sempre: per fare un albero non si<br />
mettono insieme foglie, radici e rami.<br />
Bisogna piantare il seme e coltivarlo<br />
amorevolmente: far crescere le cose<br />
dal basso è essenziale.<br />
La cooperativa è partita da un’idea<br />
dell’Associazione “IO”(costituita dai<br />
familiari <strong>delle</strong> persone con problemi<br />
di disagio psichico e sociale) e su iniziativa<br />
del direttore del Centro di Salute<br />
Mentale di Cavalese, come risposta<br />
alle esigenze di sostegno alle persone<br />
della valle. Dopo una partenza travagliata,<br />
la cooperativa Oltre ha avuto<br />
la forza di crearsi vita propria, con<br />
autonomia di pensiero e di azione. A<br />
Carano, in località Cela, (sul pendio<br />
opposto al mio “Solaiolo”) abbiamo<br />
affittato ed adattato alle nostre esigenze<br />
un vecchio maso e l’abbiamo<br />
trasformato in un centro diurno di<br />
accoglienza per una decina di persone.<br />
Lì offriamo ai nostri ospiti una “casa”<br />
dove possano sentirsi a proprio agio,<br />
un ambiente sociale nel quale possano<br />
ritrovare gli stimoli ad incontrare e<br />
relazionarsi con gli altri, e dei laboratori<br />
che consentano loro di acquisire,<br />
o ri-acquisire, i cosiddetti “prerequisiti<br />
lavorativi”. Abbiamo introdotto un<br />
allevamento di capre da cashmere e gli<br />
ospiti possono accudire gli animali ed<br />
imparare a lavorare la lana. La filano, la<br />
tingono con tinte naturali e realizzano<br />
borse, astucci, bomboniere e tanti altri<br />
oggetti.<br />
Dal 2008 questo maso è diventato<br />
centro residenziale anche notturno,<br />
con possibilità di ospitare fino a 4 persone.<br />
Con il tempo, insieme alla direttrice<br />
della cooperativa alessandra<br />
Dellafior, ci siamo resi conto che non<br />
riuscivamo a raggiungere le persone<br />
con disagio provenienti dalla parte<br />
più lontana della valle di Fassa. Così<br />
abbiamo avuto un’idea e, con un po’<br />
di fortuna un po’ di testardaggine, ora<br />
la stiamo mettendo in pratica. Grazie<br />
all’aiuto e alla sensibilità del sindaco di<br />
Campitello, che ci ha messo a disposizione<br />
la vecchia scuola elementare,<br />
stiamo costruendo un altro centro.<br />
Qui saranno disponibili due appartamenti<br />
semiprotetti, con operatori<br />
che seguono gli ospiti di giorno ma<br />
non di notte e le attività non avranno<br />
per oggetto la lavorazione della lana<br />
ma del legno, con un laboratorio di<br />
recupero e sistemazione dell’arredo<br />
urbano. Resteremo sempre una cooperativa<br />
sociale di tipo A, quindi dedicata<br />
all’assistenza e non all’inserimento<br />
lavorativo, ma con un’attenzione<br />
particolare al ‘dopo’.<br />
Il nostro obiettivo, naturalmente, non<br />
è vendere o fatturare, ma far tornare<br />
nella comunità le persone che seguiamo,<br />
aiutarle a passare la crisi o a trovare<br />
un modo di vivere in pace con gli<br />
altri: tornare in armonia con sé e con<br />
il proprio paese. E per farlo dobbiamo<br />
lavorare sulle persone che vivono<br />
35<br />
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 5 - M A G G I O 2 0 1 0<br />
CULTURA COOPERATIVA | racconto di cooperazione<br />
il disagio ma anche sulle comunità,<br />
con iniziative rivolte all’accoglienza<br />
e alla sensibilizzazione. Nelle scuole,<br />
per esempio insegniamo ai bambini<br />
la lavorazione del feltro, portando<br />
benefici a tutti : ai piccoli, che imparano<br />
vecchie e non usuali lavorazioni<br />
manuali e a non avere paura di chi<br />
è diverso da loro. Agli ospiti, che si<br />
sentono chiamare ‘maestri’, con conseguenze<br />
importanti per la ricostruzione<br />
del loro ego. E agli operatori che<br />
vengono riconosciuti e stimolati.<br />
Abbiamo anche organizzato colonie<br />
estive in malga, caratterizzate da<br />
un rapporto libero con la natura. Le<br />
hanno provate anche due dei miei<br />
nipoti e sono rimasti entusiasti. Siamo<br />
partiti con 3 settimane nel 2008 che<br />
sono diventate 4 e quest’anno 6. E<br />
ancora non bastano per soddisfare<br />
tutte le richieste.<br />
Poi quest’anno avvieremo un’attività<br />
nuova in malga: raccolta e essiccazione<br />
di erbe officinali montane per tisane<br />
e unguenti e presto ci lanceremo<br />
nel turismo sociale: organizzeremo<br />
weekend o settimane a tema, come<br />
ad esempio sui fiori o sui minerali<br />
<strong>delle</strong> nostre montagne o settimane<br />
dedicate a particolari gruppi di utenti<br />
quali disabili, ipovedenti, ecc... Inoltre<br />
abbiamo realizzato (siamo al quinto<br />
anno) il progetto “Per il mio bene”,<br />
con conferenze, cineforum, teatro, la<br />
mostra ‘Isolina e le altre’ e un punto<br />
d’ascolto per le donne che subiscono<br />
maltrattamenti.<br />
Vengo qui a Maso Toffa un paio<br />
di volte la settimana. Sono un socio<br />
volontario, niente di più. In cooperativa<br />
non ho mai voluto incarichi. Mi<br />
sono solo rimboccato le maniche. Ho<br />
72 anni e voglio continuare su questa<br />
rotta.<br />
Racconto raccolto da<br />
DIRCE PRADELLA